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I trend delle valute nella settimana del Ringraziamento

Pubblicato 20.11.2018, 09:10
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Sommario giornaliero sul mercato forex 19.11.2018

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Questa è una settimana festiva negli Stati Uniti, ma l’andamento del mercato forex di lunedì ci fa capire quanto sia importante non confondere una partecipazione minore con un consolidamento. Il dollaro USA ha toccato nuovi minimi contro euro, franco svizzero e yen giapponese mentre i titoli hanno ripreso a scendere. Il mercato forex rimarrà operativo mentre il mercato azionario e quello dei bond resterà chiuso giovedì e mezza giornata di venerdì. Effettivamente le valute solitamente superano o toccano nuove pietre miliari nella settimana del Ringraziamento. Diamo un’occhiata ai grafici seguenti.

Lo scorso anno il cambio EUR/USD e quello GBP/USD hanno toccato il massimo di un mese nel giorno del Ringraziamento, mentre la coppia USD/JPY è scesa al minimo di due mesi alla vigilia del Ringraziamento. Nel 2016, il cambio EUR/USD è sceso al minimo di 11 mesi nella settimana del Ringraziamento, mentre la coppia USD/JPY ha toccato il massimo di sette mesi. Quell’anno la sterlina non ha registrato grandi movimenti. Nel 2015 i cambi EUR/USD e GBP/USD sono scesi al minimo di sette mesi la settimana del Ringraziamento, mentre la coppia USD/JPY è salita. Nella maggioranza dei casi si è assistito ad un prolungamento del trend in atto subito prima delle vacanze. Tutto questo ci suggerisce che, se il trend di prolungamento proseguirà quest’anno, potremmo vedere il cambio EUR/USD testare e probabilmente superare il livello di 1,15, mentre il cambio USD/JPY ha toccato 112 questa settimana.

Per quanto riguarda i dati il calendario statunitense non prevede molto questa settimana e le debolezze mostrate dai report sono state utilizzate come scusa per continuare a vendere dollari. Lunedì l’indice NAHB sul mercato immobiliare non è riuscito a mostrare alcuna ripresa, come previsto dagli economisti, e questo è bastato per far cadere il dollaro in una spirale ribassista. Con questo movimento al ribasso, gli investitori hanno completamente ignorato le previsioni positive di Williams, membro votante del FOMC oltre che Presidente della Fed di New York. Secondo Williams l’economia sta andando molto bene ed il mercato del lavoro è in solida ripresa. I dati di martedì su nuovi cantieri e concessioni edilizie non dovrebbero influire sul trend del dollaro.

Global Currency Pares

Nel frattempo i dati della zona euro più deboli del previsto relativi al bilancio del conto corrente non sono riusciti a fermare l’ascesa dell’euro. Non solo il cambio EUR/USD ha chiuso venerdì sopra la media mobile di 20 giorni per la prima volta da settembre, ma è scambiato al di sopra della media mobile di 200 giorni sulle 4 ore, cosa che non succedeva da 2 mesi. Questo avvia il cambio a toccare 1,1510, lì dove inizia la vera resistenza. Questa settimana solo la zona euro e il Canada rilasceranno dati economici importanti, entrambi nella giornata di venerdì. I dati recenti hanno mostrato un rallentamento dell’economia della zona euro e la probabilità che i dati PMI lo confermino sono alte. Tuttavia, la moneta unica potrebbe toccare facilmente 1,1500 prima del rilascio dei dati.

I tori della sterlina si preparano a combattere visto l’aumento registrato per il secondo giorno consecutivo. Il centro dell’attenzione rimane la Brexit; la Premier May sta lavorando per avere l’approvazione del Parlamento mentre il partito dei Tory si sta impegnando per la sfiducia. Secondo Theresa May sarà una settimana di intense discussioni ed è improbabile che porteranno a qualcosa. Il partito dei Tory per il momento ha 25 delle 48 lettere necessarie a proporre il voto per la sfiducia. Secondo il TIMES, i “Senior Brexiters” godono dell’ “appoggio” di abbastanza parlamentari per riuscire a proporre il voto questa settimana. Se questo dovesse succedere, dobbiamo aspettarci un ritorno della sterlina a 1,27.

Diversamente dalle valute europee, tutte e 3 le valute legate alle materie prime sono scese contro il biglietto verde. AUD e NZD hanno risentito molto della disputa tra USA e Cina che ha portato all’impossibilità di redigere una dichiarazione congiunta in conclusione al vertice APEC tenutosi durante il weekend. Si è trattato della prima volta in 25 anni di storia che i leader non sono riusciti a formalizzare una dichiarazione congiunta, e, secondo il Primo Ministro canadese Trudeau, il commercio è stato il problema centrale. Purtroppo questo non promette bene in vista del prossimo G20, durante il quale Xi incontrerà Trump (lo scorso weekend aveva incontrato Pence). Il cambio USD/CAD ha ripreso a salire e i prezzi del petrolio continuano a scendere.

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