Il cambio EUR/USD va ancora verso 1,10: lo stimolo tedesco contrasta l’incertezza USA

Pubblicato 26.03.2025, 14:54
  • La prossima mossa dell’euro dipende più dai titoli che dai grafici.
  • Ma sotto il rumore, la svolta fiscale della Germania potrebbe mettere radici rialziste a lungo termine.
  • Nel frattempo, il dollaro si muove in punta di piedi tra dati contrastanti e tensioni tariffarie, senza sapere da che parte stare.
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Il potenziale di rialzo mantiene il cambio EUR/USD in carreggiata

Nelle ultime 5 sedute il cambio EUR/USD si è moderatamente abbassato, perdendo slancio dopo aver messo a segno uno dei più forti rialzi degli ultimi tempi all’inizio del mese. L’attenzione rimane concentrata sulla guerra commerciale in corso e le notizie secondo cui i dazi di Trump sarebbero più mirati di quanto inizialmente temuto, hanno smorzato la domanda di beni rifugio. All’inizio della settimana, Trump ha annunciato che le nuove tariffe sulle importazioni di automobili saranno rivelate nei prossimi giorni, ma ha lasciato intendere che le nazioni riceveranno una pausa dalle tariffe “reciproche” della prossima settimana. La confusione sulle tariffe fa sì che la direzione dell’EUR/USD a breve termine rimanga oscura, ma mantengo una visione complessivamente rialzista sulla coppia alla luce della storica svolta fiscale della Germania approvata la scorsa settimana e della recente debolezza dei dati statunitensi.

I dati chiave degli Stati Uniti sul radar

L’ indice del dollaro USA ha iniziato la settimana in modo incerto, dopo aver chiuso la precedente in leggero rialzo, consolidandosi dopo una performance poco entusiasmante nelle settimane precedenti. La debolezza del dollaro è stata segnata da dati contrastanti e deboli e da un Federal Reserve leggermente dovish. Mentre la scorsa settimana il presidente Jerome Powell ha rassicurato i mercati sminuendo i rischi di inflazione derivanti dalle tariffe, il sondaggio sulle aspettative di inflazione dell’Università del Michigan ha sollevato alcune preoccupazioni. Tuttavia, Powell ha liquidato questi dati come fluttuazioni temporanee, suggerendo che l’inflazione trainata dalle tariffe potrebbe non essere sostenuta.

Emergono comunque segnali di rallentamento dell’economia. I rischi di guerra commerciale in corso e i segnali di un’inflazione vischiosa continuano a pesare sul sentimento dei consumatori e delle imprese. Ieri abbiamo visto la fiducia dei consumatori CB crollare ai minimi di quattro anni, attenuando l’ottimismo per la possibile fine del conflitto in Ucraina, dove Russia e Ucraina hanno concordato una tregua nel Mar Nero. A ciò si aggiunge il crollo dell’indice non manifatturiero Philly Fed a -32,5 contro il -13,1 previsto. Anche l’indice manifatturiero di Richmond non è andato bene, registrando un -4 contro il +8 previsto. Nel frattempo, le vendite di case nuove hanno registrato 676.000 unità contro le 682.000 unità annualizzate previste.

Guardando avanti, i dati macro più importanti di oggi sono gli ordinativi di beni durevoli, mentre giovedì saranno pubblicati i dati sulle richieste di disoccupazione, sul PIL del quarto trimestre e sulle vendite di case in sospeso. Tuttavia, l’evento principale sarà la pubblicazione dell’indice PCE Core. Come indicatore dell’inflazione preferito dalla Fed, una lettura stabile di +0,3% mensile spingerebbe il tasso annuale al 2,7% dal 2,6%, mettendo alla prova la posizione di Powell secondo cui le pressioni inflazionistiche rimangono contenute.

EUR/USD tra lo stimolo fiscale della Germania e l’incertezza dei dazi USA

L’incertezza sui dazi del 2 aprile sta per ora frenando l’euro. Ieri Trump ha annunciato che i nuovi dazi sulle importazioni di automobili saranno resi noti nei prossimi giorni, aumentando l’incertezza sulle tariffe che entreranno in vigore il 2 aprile. Mentre si prevede che alcune nazioni riceveranno esenzioni dalle tariffe “reciproche”, i mercati rimangono in modalità di attesa. Se Trump dovesse procedere con l’introduzione di ampie tariffe, si potrebbe pensare che questo peserà sull’EUR/USD almeno nel breve termine.

Detto questo, è probabile che l’euro trovi acquirenti su eventuali cali a breve termine, grazie allo storico pacchetto di spesa della Germania approvato la scorsa settimana. Lo stimolo da 500 miliardi di euro, che rappresenta un importante allontanamento dalla politica fiscale tradizionalmente conservatrice di Berlino, mira a rivitalizzare l’economia e ad aumentare le spese per la difesa. Questa mossa storica potrebbe rilanciare il PIL tedesco e introdurre lievi pressioni inflazionistiche, entrambi fattori che favoriscono le previsioni a medio termine sull’EUR/USD.

Analisi tecnica e idee di trading per il cambio EUR/USD

EUR/USD Chart

Da un punto di vista tecnico, l’EUR/USD ha ceduto un po’ di terreno la scorsa settimana ma rimane vicino al livello chiave di 1,0800, mantenendo una spinta verso 1,10 a portata di mano. I tori devono continuare a difendere questa regione per mantenere lo slancio verso l’alto. Una rottura decisiva verso il basso, tuttavia, potrebbe mettere a fuoco i livelli di supporto a 1,0730 (la media mobile a 200 giorni), seguiti da 1,0700 e 1,0630. Al rialzo, la resistenza si trova a 1,0900 e 1,0950, con il livello psicologico critico di 1,1000 che si profila come ostacolo chiave. Le prossime sedute potrebbero determinare se la coppia riprenderà il suo rally o sperimenterà una correzione più profonda, dato che i tassi continuano a muoversi all’interno di quello che sembra essere un modello di continuazione rialzista (triangolo discendente).

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