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Il Coronavirus accelera di nuovo e i mercati si mettono in modalità risk-off

Pubblicato 13.02.2020, 10:48
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Continua il saliscendi del sentiment, condizionato pesantemente dal Coronavirus. Ieri avevamo detto che c'erano segnali di un lieve rallentamento, mentre oggi dobbiamo nuovamente registrare un forte aumento del numero di casi e decessi. Le autorità cinesi, a quanto pare, hanno cambiato il protocollo di registrazione del numero di casi, facendo crescere nettamente le statistiche portandoli a 13.000 in un solo giorno.

Si sta parlando di statistica, è vero, ma è stato uno shock per i mercati che avevano iniziato a credere che il peggio fosse ormai alle spalle. Tra l'altro è stata estesa la chiusura di aziende e scuole in tutta la regione di Hubei (dove il virus è più diffuso), dove difficilmente si tornerà alla normalità entro breve tempo. Insomma, una vera e propria doccia fredda per gli operatori che subito si sono lanciati verso gli asset rifugio.

I rendimenti obbligazionari sono costantemente migliorati nelle ultime sessioni, ma il decennale USA perdeva – alla chiusura di ieri – circa 5 pb. Lo yen si sta rafforzando, insieme all'oro, ma d'altro canto dobbiamo dire che sul fronte valutario tengono abbastanza bene NZD e AUD (valute legate al rischio) e l'azionario continua a mantenersi a ridosso dei massimi assoluti. Non si tratta di sell-off, questo è evidente, quindi gli ultimi 2 giorni della settimana potrebbero rivelarsi importantissimi per darci qualche indicazione in più sui trend di fondo.

L'inflazione statunitense sarà l'evento macro economico più importante di oggi. Dopo una tranquilla mattinata europea, alle ore 14:30 ci si aspetta che l'inflazione globale statunitense cresca del + 0,2% a gennaio, così da far salire l'inflazione su base annua al + 2,4% (dal + 2,3% di dicembre). Anche l'inflazione core, ovvero epurata dalle componenti più volatili quali prodotti alimentari ed energetici, dovrebbe crescere del + 0,2% a gennaio, ma ciò significherebbe una lieve contrazione su base annua al + 2,2% (dal + 2,3% di dicembre). Infine le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali dovrebbero aumentare leggermente a 210.000 (dal minimo di circa 10 mesi di 202.000 registrato la settimana scorsa).

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