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Il divieto di Google sulle pubblicità farà affondare le criptovalute?

Pubblicato 15.03.2018, 16:00
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

La decisione di ieri del colosso delle ricerche Google (NASDAQ:GOOGL) di proibire gli annunci pubblicitari relativi ad una serie di strumenti finanziari tra cui ICO e criptovalute (sulla scia di un divieto simile annunciato da Facebook (NASDAQ:FB) a gennaio), ha pesato molto sul Bitcoin.

La principale criptovaluta ha visto un tonfo dell’11% sulla giornata, raggiungendo il minimo intraday di 7.955 dollari ad un certo punto, sebbene abbia poi recuperato.

BTCUSD 60 Minute Chart

Potrebbe essere un rintocco funebre per le valute digitali?

A giudicare dalla reazione sprezzante dei sostenitori della classe di asset, è poco probabile.

Gli specialisti delle blockchain e gli esperti di marketing avvertono, tuttavia, che ciò potrebbe comportare un cambiamento nelle spese delle imprese e delle pubblicità, con i finanziamenti che saranno destinati invece alle piattaforme blockchain.

Ecco il succo dell’annuncio di Google, da un post su un blog di martedì:

“Nel giugno 2018, Google aggiornerà la Politica sui servizi finanziari limitando la pubblicità di Contratti per Differenza, rolling spot forex e scommesse su spread finanziari. Inoltre, gli annunci pubblicitari relativi ai seguenti argomenti non saranno più permessi:

Criptovalute e contenuti relativi ad esse (compresi, ma non solamente, offerte iniziali di valute digitali, piazze di criptovalute, portafogli di criptovalute e consigli di trading sulle criptovalute)”.

Molti non si sono fatti toccare dalla notizia, notando che comunque quello che serve al momento è una varietà di canali di marketing.

Cécile Baird, cofondatrice di un’agenzia di marketing per startup blockchain e cofondatrice di Blockchain For Good (BC4G), un gruppo di esperti finalizzato a riunire persone in tutto il mondo per esplorare e discutere dello sviluppo delle blockchain, ha twittato:

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seguito da:

Erhan Korhaliller, fondatore ed Amministratore Delegato di EAK Digital, agenzia di PR e marketing specializzata in blockchain, afferma:

“Il divieto di Google, che segue a ruota quello di Facebook sul pubblicizzare le criptovalute, è un colpo solo per i promotori pigri e non dovrebbe impedire ai progetti migliori di ottenere l’attenzione che meritano. Quello a cui probabilmente assisteremo sarà un aumento dei costi della visualizzazione degli annunci sui siti di criptovalute”.

Minaccia deleteria per Google?

Il fan delle criptovalute Dean Fankhauser, fondatore di Tokentalk, una rete per cripto investitori, si chiede se non stiano lavorando ad un’agenda meno visibile.

“Trovo curioso che Facebook, Google, Amazon (NASDAQ:AMZN) ed Apple (NASDAQ:AAPL) non abbiano ancora aderito alle blockchain in modo significativo.

Non solo non le stanno accogliendo, ma sembrano addirittura sulla difensiva nei loro confronti. Non posso evitare di chiedermi se questa sia un’altra eventuale mossa di difesa contro una tecnologia che potrebbe rappresentare più una minaccia che un’opportunità per loro. La loro scusa è che si tratta di uno spazio non regolamentato con troppe truffe.

Una volta regolamentato, mi chiedo se cambieranno opinione”.

Eyal Oster, presidente e fondatore di Momentum, non è d’accordo. Data la natura non regolamentata della maggior parte delle criptovalute e delle ICO, e considerate le mele marce che hanno usato questo ed altri strumenti finanziari per infliggere danni monetari agli investitori in tutto il mondo, è comprensibile ed è un bene che Google stia cercando di proteggere gli utenti da criptovalute truffaldine e ICO disoneste.

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Tuttavia, come con tante altre cose, la due diligence è sempre doverosa:

“D’altra parte, la blockchain e le criptovalute legittime rappresentano delle grandi innovazioni tecnologiche così come i nuovi business model che spingono il valore e la generazione di ricchezza per tutti, come è stato riconosciuto dai presidenti della Securities and Exchange Commission (SEC) e della Commodity Futures Trading Commission (CFTC), che hanno testimoniato davanti alla Commissione Bancaria al Senato [USA]. È dunque importante fare una distinzione tra le iniziative etiche ed innovative e quelle truffaldine”.

In molti cercheranno altre piattaforme per riuscire a raggiungere potenziali investitori. Shmulik Grizim, Amministratore Delegato di LeadCoin ritiene che sia arrivato il momento per un’alternativa blockchain di distruggere il duopolio di Google e Facebook.

Grizim si chiede se proibire la pubblicità all’intero mercato dei consumatori sia davvero la miglior protezione che una potenza centralizzata come Google possa offrire. Fa notare che nel marketing web non esistono vuoti. Se Google e Facebook dovessero abdicare, probabilmente si presenteranno delle soluzioni alternative.

E tra le alternative, alcune saranno veramente basate sulla blockchain.

“La blockchain sta rendendo possibili delle reti decentralizzate dove editori e pubblicitari che non si conoscono fra loro possono operare delle transazioni sicure senza intermediari. La restrizione sembra mirata ai mercati finanziari B2C. In questi mercati purtroppo si possono incontrare dei tentativi di truffa per i consumatori che, a quanto pare, Google sta cercando di impedire”.

Un altro specialista delle blockchain, Adi Ben-Ari, fondatore e Amministratore Delegato di Applied Blockchain, è della stessa idea ma la approfondisce di più. Ritiene che anche se la pubblicità delle criptovalute sparisse dai siti di questi social e colossi della ricerca, ciascuno di loro continuerà a contribuire alla spinta dello sviluppo della fiorente classe di asset delle criptovalute. Dopotutto, sono entrambe piattaforme che rendono possibili e contribuiscono a progetti open source:

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“Il fenomeno delle ICO ha prodotto una quantità incredibile di vera innovazione. Il lavoro che sta dietro a molti dei libri bianchi e dei codici che sono stati pubblicati e resi disponibili consente a tutti di beneficiarne e di assistere a degli avanzamenti. È open innovation all’opera. Google stesso ha contribuito ad alcuni dei più utilizzati e significativi progetti open source”.

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