Ricevi uno sconto del 40%
💎 WSM è in rialzo del +52,1% da quando la nostra AI l'ha scelta a dicembre! Scopri la nostra selezione di titoli premiumSblocca adesso

Il dollaro crolla: nessun aumento dei tassi per ora all’orizzonte

Pubblicato 30.01.2019, 22:14
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex 30.01.2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Il dollaro USA ha registrato un brusco calo mercoledì, dopo che la Federal Reserve ha chiarito di non avere nessuna intenzione di alzare i tassi di interesse a stretto giro. La Fed è da settimane che parla di essere pazienti e ha reso il concetto ufficiale cancellando i riferimenti ad aumenti dei tassi graduali dalla dichiarazione di politica monetaria. Il cambio EUR/USD è schizzato a 1,15 con il cambio USD/JPY che è sceso a 109 in tutta risposta. Si prevede un’ulteriore debolezza nelle prossime 24 ore mentre in Asia ed Europa si accoglierà la notizia. Si tratta di un grosso cambiamento per la banca centrale che ha alzato i tassi a dicembre. Secondo la dichiarazione del FOMC, i membri hanno dichiarato che alla luce degli sviluppi finanziari ed economici globali e alle pressioni inflazionistiche piuttosto contenute, si valuterà con pazienza per decidere che interventi effettuare e quali tassi di interesse saranno appropriati. Inoltre, è stato cancellato il riferimento alla valutazione del rischio. Nella sua conferenza stampa, il Presidente della Fed Powell ha dichiarato che l’economia sta bene, ma ha ammesso che le condizioni per un aumento dei tassi non sussistono. Ha inoltre indicato che ulteriori revisioni al bilancio giungeranno probabilmente dopo l’intervento sui tassi, in quanto non si vuole causare una turbolenza sui mercati. In fin dei conti, i mercati non si aspettavano un aumento dei tassi quest’anno e l’idea è stata confermata dalla politica di Powell. Quando sarà rilasciato il prossimo “dot plot”, potremmo addirittura vedere delle previsioni riviste al ribasso che riflettono in maniera più precisa le aspettative dei mercati.

Intanto le trattative commerciali sono praticamente ferme. Il Presidente Trump è sotto pressione per l’accordo con Huawei, ma non è chiaro quanto sia realmente intenzionato a farlo. USA e Cina intendono tenere uno o due incontri prima della scadenza dell’1 marzo. Tra le valute, i dollari canadesi e australiani hanno registrato le migliori performance. I prezzi del petrolio hanno toccato il massimo di 2 mesi dopo che gli USA hanno imposto delle sanzioni sull’industria petrolifera del Venezuela. Le scorte di greggio sono salite meno del previsto e le scorte di gas sono scese. Se I dialoghi tra USA e Cina si interromperanno potremmo assistere ad ulteriori cali del prezzi del petrolio. Il cambio USD/CAD è sceso sotto 1,32 a 8 pip dal minimo del 2019. I dati sul PIL di novembre saranno rilasciati martedì ed il calo che ci aspettiamo potrebbe fermare l’impennata del dollaro canadese. Il dollaro australiano è schizzato sulla scia di dati migliori del previsto sull’inflazione. Nonostante la crescita dei prezzi al consumo sia rallentata su base annua, il calo è stato inferiore al previsto grazie all’aumento dello 0,5% nella crescita trimestrale. La Reserve Bank ha dichiarato che il prossimo intervento sui tassi sarà al rialzo e l’ultimo report supporta questa visione positiva.

Nessuna sorpresa per il calo della fiducia nella zona euro visto l’indebolimento della crescita. In Germania i prezzi al consumo sono scesi a -0,8%, ed il tasso su base annua è sceso all’1,4%, il minimo da febbraio dello scorso anno. È difficile trovare un motivo che giustifichi la forza dell’euro se si esclude la debolezza del dollaro. Tecnicamente il superamento del cambio EUR/USD del livello di 1,1450 apre la strada ad un’impennata verso 1,1550 ma i dati di giovedì sul mercato del lavoro tedesco e sul PIL del 4° trim. della zona euro non aiuteranno di certo la valuta. Secondo i dati PMI, la crescita occupazionale è ai minimi dal dicembre 2016 e la crescita economica è rimasta debole.

Anche la sterlina è salita grazie ad un dollaro USA più debole, ma resta dietro alle altre principali valute in attesa delle prossime mosse di Theresa May. A meno di 60 giorni dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la Premier May ha 2 settimane per trovare una soluzione alternativa alla questione del confine con l’Irlanda. Ha promesso al Parlamento la possibilità di prendere in controllo sulla Brexit il13 febbraio se non ci saranno progressi significativi su un accordo rivisto. I membri del Parlamento vogliono che la Premier riapra le trattative con l’Unione Europea cambiando le condizioni del confine con l’Irlanda. Purtroppo l’UE, l’Irlanda e diversi altri paesi hanno apertamente respinto la proposta di rinegoziare i termini – la Premier è in contatto con Bruxelles nella speranza di far cambiare idea all’UE, ma se questo non accadrà, l’unica opzione sarà quella di avere il supporto dal Parlamento sulla versione rivista dell’attuale contratto. Comunque vadano le cose, le prossime due settimane saranno davvero dure per la sterlina, e crediamo che ci siano possibilità di ribassi per la valuta, soprattutto contro le altre principali valute.

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.