Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
In chiusura di settimana, la scorsa ovviamente, abbiamo assistito a un deterioramento del sentiment riguardo al Dollaro.
Dopo l’apprezzamento del biglietto verde, con acquisti su debolezza che ha condotto alla rottura di resistenze tecniche chiave in prospettiva medio e lungo termine, c’è stata una brusca frenata.
È interessante tra l’altro evidenziare come i rendimenti a lunga scadenza USA siano scesi e la dinamica che ha portato il 10 anni oltre il 3% è stata “sporcata”.
Chiaramente potrebbe trattarsi solo una pausa temporanea che potrebbe essere interrotta da una lettura al di sopra delle aspettative delle vendite al dettaglio di domani, ma per ora gli acquirenti stanno alla finestra.
Con un calendario economico che oggi non proporrà nulla di rilevante, gli avvenimenti geopolotici potrebbero catturare l’attenzione degli operativi: in primis il governo in formazione qui da noi, mentre la guerra delle tariffe Cina/USA è tornata sotto i riflettori dopo che il presidente Trump ha dichiarato che si sta lavorando con il presidente cinese per trovare una soluzione.
Wall Street chiudeva la sessione di venerdì in territorio positivo a 2728 punti, con i futures che hanno proseguito il rialzo e i mercati asiatici in scia ( Nikkei + 0,6%).
I mercati europei, al contrario, si mostrano decisamente più cauti.
Sul fronte materie prime la scivolata del dollaro sta portando su l’XAU/USD, mentre il Future Petrolio Greggio WTI perde circa lo 0,5% dopo che il dato Baker Hughes ha confermato l’incremento di 10 impianti certificando una pressione produttiva USA in crescita.