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Il mercato azionario ha recuperato quasi totalmente le perdite registrate a inizio settimana. Il motivo? Il gigante immobiliare cinese, Evergrande, ha fatto sapere che intende onorare il pagamento del debito ai propri creditori. Ciò che non è dato sapere è se la società dispone di fondi sufficienti per pagare anche gli interessi sulle obbligazioni denominate in dollari in scadenza tra poco meno di 24 ore.
Il fatto che Evergrande non sia completamente a corto di liquidità ha dato un po' di sollievo ai mercati, facilitando la ripresa delle ultime ore. Anche un riavvio relativamente calmo del mercato cinese – dopo un lungo weekend di vacanza – ha contribuito a lenire il panico. L'indice delle blue-chip CSI 300 ha chiuso la giornata in ribasso dello 0,7%, ma l'indice SSE Composite ha chiuso in rialzo dello 0,4%. Altri listini asiatici, invece, hanno chiuso in rosso come ad esempio l'indice giapponese Nikkei 225, ma in questo caso il motivo è da ricercarsi nella Banca del Giappone che è sembrata leggermente più pessimista sulle prospettive a lungo termine.
Per quanto riguarda i futures sulle azioni statunitensi va detto che nel corso della sessione asiatica sono saliti, idem quelli europei e difatti la salita attuale sta servendo a recuperare quasi totalmente i ribassi di lunedì 20 settembre.
Ma se le preoccupazioni per Evergrande probabilmente rimarranno in sospeso fino a domani, l'attenzione sarà concentrata tutta sulla Fed. Ci si aspetta che la banca centrale degli Stati Uniti dia segnali sull'avvio del tapering, indicando le tempistiche esatte.
Dovesse confermare una riduzione degli acquisti di asset in sé per sé non dovrebbe avere ripercussioni violente sul mercato, ma gli investitori valuteranno con molta attenzione le dichiarazioni del presidente Powell e in particolare cercheranno di capire se porrà delle condizioni per dare il via libera al tapering. Powell potrebbe, ad esempio, dichiarare di voler vedere almeno un altro mese di dati forti sul mercato del lavoro, il ché vorrebbe dire procrastinare le tempistiche d'avvio del tapering.
Secondo gli analisti il momento clou dell'incontro di oggi sarà probabilmente il dot plot aggiornato, che potrebbe rivelare un significativo orientamento da falco qualora la maggior parte dei membri del FOMC prevedesse un aumento dei tassi nel 2022 rispetto al 2023 (data del precedente dot plot).
I rendimenti dei Treasury e del dollaro USA fino a questo momento sono abbastanza stabili. Le aspettative di una Fed più aggressiva hanno sostenuto il dollaro anche a dispetto di una propensione al rischio migliorata. D'altro canto abbiamo uno yen giapponese sotto pressione dall'ulteriore allentamento delle turbolenze Evergrande e dal rafforzamento della politica accomodante da parte della Banca del Giappone.
Tutto potrebbe facilmente cambiare qualora Powell dovesse risultare troppo ottimista durante la conferenza stampa e ciò potrebbe scatenare i timori di una rapida uscita dal QE e di un rialzo dei tassi anticipato.