Lo sconto tariffario è finito, forse riapparirà, ma i mercati sembrano pensare che un ritorno alle tariffe punitive sia finito. In testa c’è il Nasdaq. Per quanto riguarda il Nasdaq, il rally dal suo minimo è riuscito a tagliare tutte le principali medie mobili, con la prossima sfida ai massimi di febbraio. I dati tecnici sono nettamente positivi ed estremamente forti, con volumi in forte accumulo.
Il rally del Russell 2000 si è fermato ai massimi di marzo e al di sotto della media mobile a 200 giorni. Sebbene il trend dei volumi sia positivo, il volume degli scambi è tornato al livello di capitolazione precedente al panico di aprile. L’indice sta sottoperformando rispetto al Nasdaq, ma non è una cosa negativa.
L’S&P 500 ha superato i massimi di marzo, come il Nasdaq, ma sta sottoperformando l’S&P 500. Il volume d’acquisto è forte, e la quotazione è in calo. I volumi di acquisto sono forti e, avendo raggiunto un nuovo massimo di oscillazione, ritengo altamente improbabile un retest del minimo di aprile. L’unico passo successivo è il superamento dei massimi di febbraio.
Le metriche del breading sono più positive. La percentuale di titoli del Nasdaq al di sopra della loro media mobile a 50 giorni è salita ben oltre i massimi degli ultimi sei mesi. Le aspettative sono che l’indice principale (Nasdaq) faccia altrettanto, quindi questa metrica è molto rialzista.
Lo stesso vale per il Nasdaq Summation Index e per le percentuali rialziste, che hanno entrambi interrotto il loro trend ribassista.
L’unica che si sta lentamente trasformando è la Percentuale di titoli del Nasdaq al di sopra della media mobile a 200 giorni. Ha raggiunto i massimi di marzo su livelli tecnici nettamente positivi, ma ha ancora molta strada da fare prima di sfidare i massimi di gennaio.
I mercati appaiono molto più positivi di quanto non fossero da tempo, anche prima dell’annuncio dei dazi da parte di Trump. A breve termine, le cose sembrano un po’ troppo calde, ma qualsiasi ribasso dovrebbe essere visto come un’opportunità di acquisto.