Nato il 1 Gennaio 2017 dall'avvenuta fusione tra la Banca Popolare di Milano e il Banco Popolare (MI:BAMI), viene alla luce in un periodo di fermento per tutto il settore bancario italiano e che influenza anche le banche oltre confine.
E' della settimana passata la notizia che la francese Societe Generale, il quinto gruppo nella classifica dei gruppi bancari per capitalizzazione nella zona UE stilata da Forbes, ha chiuso il bilancio 2016 con una flessione dell'Utile Netto (-3,2%) rispetto al 2015 con 3,87 miliardi ed un Common Equity Tier 1 pari a 11,5%.
Differente la situazione per Credit Suisse Group AG (SIX:CSGN) la quale ha annunciato che ha chiuso l'anno con una forte perdita pari a 2,44 miliardi di franchi; sui conti pesa la multa da versare nelle casse USA per il caso mutui sub-prime di oltre 5 miliardi e il taglio di 5500 posti di lavoro per diminuire i costi in conto economico.
Per il gruppo Unicredit (MI:CRDI) in fase di aumento di capitale la comunicazione dei risultati di chiusura di bilancio presentano una perdita di oltre 11 miliardi e un Common Equity Ratio 1 pari a 7,5% al di sotto dai parametri stabiliti dalla BCE.
Ritornando al neonato Banco BPM (MI:PMII), la fusione ha creato il terzo polo bancario made in Italia (molto importante di questi tempi, si veda il caso Assicurazione Generali (MI:GASI)) con 4 milioni di clienti e 2300 sportelli.
L'unione voluta in modo particolare dai vertici BCE ha comportato la creazione di una S.p.A., al miglioramento della solidità patrimoniale che per entrambe le popolari precedentemente aveva comportato come strategia di risanamento tagli di dipendenti (400) e la chiusura di 122 filiali ed ulteriori future chiusure di ulteriori 48 filiali.
I dati approvati e poi pubblicati l'8 febbraio 2017 dal CdA del gruppo sono inerenti alla chiusura di bilancio del 2016 post fusione, ecco alcuni fondamentali voci e indicatori utili per l'analisi dell'andamento futuro del titolo azionario:
- - Utile Netto € 61,8 milioni;
- - Patrimonio Netto € 943 milioni;
- - Common Equity Ratio 1 48% (26,8% del 2015);
- - Proventi Operativi € 201 milioni ed Oneri € 112 milioni;
- - Margine di Intermediazione € 201 milioni (€ 250 milioni 2015).
Dal grafico 4h si può notare come si siano create delle zone di supporto (2 in evidenza la prima € 2,52 e la seconda a € 2,62) e una zona di resistenza dato dal valore di € 2,7.
Angelo D'Amico