Un rapporto creato su richiesta della commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo affronta il tema delle “valute digitali” o criptovalute.
Il documento intitolato “Valute virtuali e politica monetaria delle banche centrali: le prossime sfide” si propone di presentare un’analisi del fenomeno delle virtual currencies e il loro potenziale impatto sui mercati finanziari e la politica monetaria degli stati, nonché sulla presunta centralità del monopolio bancario sull’emissione del denaro.
Nel rapporto, che contiene un giudizio positivo sul settore, gli autori affermano che:
“Le monete digitali stanno cercando di ottenere il riconoscimento del mercato e dei governi come mezzo di pagamento, costruendo la propria credibilità pubblica attraverso la stabilità e l’implementazione di reti e piattaforme in relazione al loro utilizzo. Mentre governi e banche centrali difficilmente gli concederanno lo status di valuta legale ufficiale nelle singole giurisdizioni, la questione del riconoscimento da parte del mercato rimane aperta e la rapida espansione in tutto il mondo del Bitcoin e di altri progetti di Virtual Currencies, indica che presto questo riconoscimento potrebbe arrivare. E a differenza dei precedenti tentativi di sviluppare valute digitali, gli emittenti di denaro privato contemporaneo sono in grado di garantire una rete globale trasparente per la circolazione delle monete, un algoritmo credibile per la creazione di criptovalute e un meccanismo di transazione relativamente sicuro, veloce e poco costoso.”
Il documento prende atto di come le valute digitali abbiano sia vantaggi che svantaggi, e difficilmente sfideranno il “quasi monopolio” delle banche centrali nel prossimo futuro.
Tuttavia, grazie a “caratteristiche tecnologiche” quali la trasparenza della rete e il potenziale per garantire transazioni transfrontaliere rapide ed economiche, le criptovalute hanno una migliore possibilità di sopravvivenza rispetto ai precedenti tentativi di eludere le valute nazionali. Infatti i vantaggi delle valute sovrane sul denaro privato in passato, derivavano “dall’esternalità della rete e dalla potenziale capacità di affrontare i problemi di asimmetria informativa e selezione avversa”.
Naturalmente, l’era digitale può affrontare queste carenze.
Diversamente dalla maggior parte delle istituzioni finanziarie e politiche, che stanno adottando un approccio “wait and see” (aspetta e vedi), gli autori del rapporto affermano di avere una posizione a metà tra “optimism and excitement” (letteralmente ottimismo ed eccitazione).
“Crediamo, la cosa piaccia o meno, che le valute virtuali rimarranno un elemento permanente dell’architettura finanziaria e monetaria globale per gli anni a venire”.
Cosa consiglia il rapporto?
Gli autori concludono il loro studio affermando che:
“Dato il loro carattere globale e transfrontaliero, si raccomanda che le norme relative alle valute digitali siano armonizzate in tutte le giurisdizioni (esattamente il contrario della situazione odierna). Gli investimenti in titoli virtuali dovrebbero essere tassati in modo simile agli investimenti in altre attività finanziarie.”
Dalla lettura integrale del report, (che consiglio caldamente) si evince l’encomiabile imparzialità di giudizio da parte degli studiosi impegnati nella redazione del documento, imparzialità che certamente deriva dall’assenza di pregiudizi verso quello che è uno dei settori più controversi del panorama politico ed economico attuale.
Mi auguro che questo lavoro possa tornare utile a coloro i quali spesso si lasciano andare a giudizi poco edificanti nei confronti delle valute digitali (giornalisti, economisti, politici), senza in realtà comprenderne a pieno l’essenza.
Ritengo inoltre che questo rapporto sia di fondamentale importanza per le prospettive di crescita del settore.
Intanto ci svela come l’Unione Europea abbia deciso di approfondire il “fenomeno” delle criptovalute, avendo compreso le potenzialità di questa nuova tecnologia.
Poi sono certo che questo lavoro darà luogo a ulteriori approfondimenti nelle varie sedi istituzionali nazionali e internazionali, a partire dal Parlamento e dal Governo italiano, che nel recente passato hanno dimostrato grande sensibilità verso il tema della blockchain e delle criptovalute.
Chiudo con un auspicio: che questa interessante relazione venga letta da tutti i partecipanti al settore e al mercato delle valute digitali e da tutti quei politici che nel prossimo futuro dovranno legiferare in materia.