Dollaro debole. Chi ci guadagna e chi ci perde
La maggioranza delle persone crede che il denaro sia semplicemente, denaro.
Ma ecco la cruda verità:
I soldi sono uno STRUMENTO controllato dai governi.
Loro controllano quanto denaro esiste nel gioco, un po’ come il banchiere del Monopoli: se da più soldi a tutti i giocatori, loro hanno più capitale per puntare sulle proprietà e quindi i prezzi saliranno.
Viceversa, se toglie soldi dal gioco, i giocatori avranno meno da spendere e i prezzi delle proprietà scenderanno.
Suona familiare? Infatti funziona così anche nella realtà.
I governi (attraverso le banche centrali) controllano la quantità di denaro in circolazione e di conseguenza i prezzi delle cose (e le persone):
- Più soldi stampano e più costano le cose
- Meno soldi in circolazione e i prezzi scendono
Queste sono le dinamiche a cui porre attenzione prima di ogni altra cosa.
E mentre i media oggi urlano che i mercati stanno crollando, che il commercio globale è in crisi, che l’inflazione sta uccidendo la classe media e che tutto è fuori controllo... io ti dico questo: il caos non è fallimento.
Il caos è una strategia. Una strategia che passa attraverso lo strumento chiamato “denaro”.
Ma quella che stai vedendo in atto, non è una strategia per “salvare il sistema”.
È una strategia per resettarlo.
Sì, hai capito bene, un reset. Una nuova partita.
Come quando spegni il computer impallato o riavvii un videogioco.
E ogni volta che c’è un reset, qualcosa di nuovo arriva all’orizzonte.
La maggior parte delle persone verrà colpita all’improvviso purtroppo, ma tu potresti essere tra quelli che ne escono indenni, o addirittura vincitori.
Questa potrebbe probabilmente essere l’opportunità più grande degli ultimi 50 anni e l’unica domanda da porsi è: sono pronto per coglierla oppure no?
La storia si ripete (di nuovo)
Quella che sto per mostrarti non è solo teoria economica, è storia.Se guardiamo ai grandi momenti di cambiamento monetario, vediamo un pattern chiaro e che tende a ripetersi ciclicamente:
- 1913: nasce la Federal Reserve.
- 1944: Accordi di Bretton Woods, il dollaro diventa moneta di riferimento globale.
- 1971: Nixon sospende la convertibilità del dollaro in oro.
- 1985: Accordi del Plaza e coordinamento globale per far crollare il valore del dollaro.
- 2025: Accordi di Mar-a-Lago? Un Plaza 2.0 e un bel Reset monetario?
Questi eventi non sono casuali, ma sono piuttosto strategie ben coordinate per riscrivere ogni tot tempo le regole del gioco, e indovina un po’?
Oggi ci troviamo esattamente (e ancora una volta) nell’ennesimo punto di svolta.
Mentre tutto questo accade sotto i nostri nasi, molti investitori stanno ancora inseguendo metriche ormai obsolete. Diversi portafogli iniziano ad andare in sofferenza e crollare, senza che se ne capiscano davvero le cause.
Si urla che Trump stia manipolando i mercati, ed è colpa sua se si stanno perdendo soldi, ma francamente, se c’è qualcuno che perde da un lato, dall’altro c’è qualcuno che guadagna.
E chi sta guadagnando?
Chi capisce cosa succede, chi legge i dati anziché i titoli di giornale.
E chi ha accesso a dati come flussi di liquidità, analisi fondamentali, insight e report aziendali, insomma i numeri… si sta già posizionando.
Non si tratta di avere la sfera di cristallo, ma di usare gli strumenti giusti per leggere ciò che sta già accadendo sotto la superficie.
Personalmente, una delle fonti che sto usando per monitorare questi trend è InvestingPro. Lo uso perché offre un’analisi approfondita su singole aziende e interi settori, con dati macro, insight dei portafogli dei big investor e analisi mirate per appena €0,3 cent al giorno.
Un investimento nel mio caso ampiamente ripagato che mi aiuta a capire dove si sta dirigendo il denaro, risparmiando tonnellate di tempo (e soldi).
Questo è uno di quei vantaggi che oggi può fare una differenza enorme, purché usato con saggezza.
Gli Accordi di Mar-a-Lago: la verità dietro ai dazi di Trump
Arriviamo dunque al fulcro di questo articolo.Molti credono che i dazi imposti da Trump siano solo uno strumento per “riportare la manifattura in America”.
Ma questo è il piano superficiale, la punta dell’iceberg.
La verità è che i dazi sono la leva per abbattere il dollaro, proprio come nel 1985, proprio come avvenne con gli accordi del Plaza.
Gli Accordi di Mar-a-Lago sono ispirati agli Accordi del Plaza, cioè una strategia per coordinare una svalutazione del dollaro con l’obiettivo di riequilibrare il commercio globale e rilanciare la competitività industriale americana.
In altre parole, una manovra che punta a potenziare le esportazioni degli Stati Uniti nel mondo e competere quindi contro la Cina che ormai domina in questo ambito.
I dazi sono lo strumento con cui Trump sta dicendo alle altre potenze mondiali “Ehi, lasciami svalutare il dollaro o altrimenti ti super tasso attraverso i dazi”.
Ecco perché questo continuo tira e molla con tutti: sta semplicemente cercando l’appoggio in questa sua manovra di portata globale.
Ma perché bisogna svalutare il dollaro?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima vedere il concetto di “valuta forte”/debole”.
Una valuta forte è una moneta che vale di più rispetto ad altre valute. Per esempio, se 1 euro vale 1,20 dollari, l’euro è più forte del dollaro (perché servono più dollari per comprare un’unità di euro).
Sorge però un problema a questo punto: i tuoi prodotti diventano più cari per chi vive all’estero e quindi esporterai di meno.
Esempio:
- Un’azienda italiana vende una borsa a 100 euro.
- Se l’euro è forte e €1 = $1,20, allora quella stessa borsa costerebbe 120 dollari a un cliente americano, quindi probabilmente non converrebbe per un americano comprare dall’Europa e quest’ultima non riuscirebbe ad esportare.
- Se invece l’euro fosse debole (€1 = $0,8), la stessa borsa venduta a 100 euro, costerebbe in USA appena 80 dollari, allora gli americani sarebbero più propensi ad importare e per l’Europa sarebbe più facile vendere all’estero.
Una valuta forte rende costose le esportazioni e convenienti le importazioni, come riassunto nella foto qui sotto.

Questo significa però portare fuori soldi dal pase, piuttosto che portarli dentro, e questo è un grande problema.
Ecco dunque che con una svalutazione mirata e coordinata a livello globale, le carte in tavola possono essere cambiate e la situazione, ribaltata.
Il dollaro è troppo forte
Guardando il classico grafico del dollaro, si può notare che la sua forza è sì elevata, ma non poi così tanto.
Questo che vedi qui sopra è il Dollar Index (DXY), che misura appunto la forza del dollaro rispetto le altre valute.
Attualmente oscilla in area 98-110 e anche se non sembra poi così forte rispetto allo storico, si trova comunque quasi ai livelli degli anni 2000.
Se però osserviamo la forza del dollaro aggiustata all’inflazione, il discorso cambia.

Non siamo ai picchi del 1966 e del 1986, ma ci avviciniamo di molto.
Per riportarlo alla media dei 93 (il livello di normalità indicato con la linea tratteggiata nera), dovrebbe calare di un abbondante 20-30%.
Ed è proprio questo l’obiettivo di Trump, su cui torneremo tra poco.
Come abbiamo detto, il paradosso di una moneta troppo forte è che danneggia proprio l’economia che l’ha emette e nel nostro secolo in cui le esportazioni sono cruciali, nessuno vuole una moneta troppo forte.
Secondo diversi indici (incluso quello della Banca dei Regolamenti Internazionali che ti ho mostrato qui sopra), il dollaro è sopravvalutato del 20-30% rispetto alla media storica.
Se andiamo a ritroso, vediamo che dopo gli Accordi del Plaza nel 1985, il dollaro si svalutò del 25% in appena due anni.

Oggi siamo di fronte a un’altra di quelle potenziali inversioni storiche, una "reversion to the mean", cioè un ritorno alla media che ormai è diventato inevitabile se si vuole rilanciare le esportazioni all’estero e far brillare ancora gli USA.
Quando il dollaro scende, gli asset volano
Veniamo ora alla parte più interessante per noi investitori (non che quella prima non lo sia).
Quando il dollaro perde valore tende ad aumentare la liquidità globale, e quando la liquidità sale, gli asset salgono.
La Global Money Supply tende ad essere inversamente correlata al Dollar Index, come puoi vedere anche tu qui sotto.

Questo è quello a cui dovresti porre la massima attenzione perché chi se ne rende conto, capisce che i movimenti di breve termine a ribasso possono in realtà diventare occasioni d’oro a lungo termine.
Quando la liquidità sale e il valore del dollaro perde punti, i mercati finanziari sono inondati di nuova moneta, e gli asset salgono di conseguenza.
Quindi da un lato si perde il potere d’acquisto, ma dall’altro (se ci si posiziona bene sui mercati), lo si può riguadagnare con gli interessi.
Ma attenzione, tutto questo è come l’alta marea: alcune barche salgono più in fretta di altre.
E quale “barca” è la più veloce attualmente?
Bitcoin.
Bitcoin come puoi vedere è l’asset più sensibile alla liquidità, cioè l’asset che si muove più velocemente quando nuova moneta entra sul mercato, ancora più del S&P 500, dell’oro o di qualsiasi indice globale.

E reggiti forte perché secondo i dati storici (lo so, non sono molti su Bitcoin), per ogni calo del 10% del dollaro, Bitcoin può potenzialmente aumentare tra le 2 e le 4 volte.
Almeno in passato è stato così, mantenendo anch’esso una correlazione inversa con l’indice del dollaro.

Quindi storicamente, quando il DXY scende, BTC sale e viceversa.
Questa è una garanzia?
Ancora una volta, ovviamente no. Ma questa correlazione matematica è stata molto salda per più di 10 anni (ed è perfettamente logica se ci pensi).
Ma se storicamente ad un calo del 10% del Dollar Index, abbiamo avuto un x2 di media su Bitcoin, se il target di svalutazione attuale fosse intorno al 20-30% come abbiamo visto poco fa?
Potremmo vedere Bitcoin salire di 4-8 volte!
Cioè rispetto il valore attuale potremmo trovarci entro i prossimi 5 anni un Bitcoin a 400.000 o persino 800.000 dollari.
Ripeto, rispetto i valori attuali (potrebbe anche scendere a breve, chi può dirlo).
Ma comunque sia parliamo di target fattibili e non è un’esagerazione, è pura matematica, la storia che si ripete.
Perché Bitcoin è così veloce?
La risposta è semplice: una supply fissa, contro uno stampaggio di denaro infinito.La crescente domanda dell’asset per via delle sue caratteristiche intrinseche unita alla sua disponibilità fissa di 21 Milioni circa di pezzi, gli permette di aumentare di valore man mano che le valute fiat si svalutano.
La liquidità sale (linea nera), quindi le valute fiat si svalutano e Bitcoin sale (linea verde).

Siamo davanti ad un cambio di paradigma, esattamente come ne abbiamo già avuti in passato. Negli ultimi 300 anni infatti (circa ogni 50 anni), abbiamo assistito ad un cambio di paradigma tecnologico o monetario.
Eventi che hanno cambiato drasticamente la società.
Queste onde hanno sempre generato nuove élite economiche e mandato in bancarotta chi non si adattava.
Anche oggi siamo nel bel mezzo di una di queste onde.
In particolare questo nuovo movimento vede un cambio di paradigma sia monetario che tecnologico, guidato dalla convergenza di Bitcoin e intelligenza artificiale.
Il denaro sta cambiando e così anche l’infrastruttura tecnologica.
La de-dollarizzazione è reale (e sta accelerando)
Abbiamo parlato di cambiamento sistemico e lo stesso vale per le grande egemonie. Non è una novità che gli Stati sovrani si stiano allontanando dal dollaro e che sempre più paesi abbiano aumentato il proprio accumulo di oro.Alcuni esplorano anche riserve strategiche in Bitcoin, quindi la fiducia nel dollaro sta diminuendo e con essa il suo potere globale.
Le cosa stanno cambiando e come ha detto Ray Dalio: “I grandi imperi muoiono lentamente, ma improvvisamente”.
Quindi cosa fare?La chiave è capire cosa comprare e quando
Il gioco è semplice, ma solo se sei pienamente consapevole del cambiamento in atto.
Ecco quindi come si svolge questo gioco:
- Il dollaro viene deliberatamente svalutato tramite interventi globali (Mar-a-Lago Accords).
- La liquidità globale aumenta.
- Gli asset iniziano a salire.
- Gli asset più sensibili (come Bitcoin) salgono prima e più velocemente.
- Chi è posizionato, moltiplica la propria ricchezza, mentre chi dorme perde potere d’acquisto.
Attenzione però che l’orizzonte temporale affinché siano completati questi movimenti è ampio, parliamo di 2-5 anni almeno, quindi c’è tutto il tempo per un bel crollo prima di un’esplosione a rialzo.
Capito lo sviluppo del gioco (e quindi la successione probabile degli eventi), ecco come prepararci a giocare:
- Studia la storia. Tutto parte dalla comprensione di ciò che potrebbe succedere e ciò che è successo in passato. I reset sono ciclici e chi ne conosce il pattern è sempre un passo avanti.
- Segui la liquidità. Non seguire il panico o i titoli di giornale, segui il movimento del denaro. Guarda dove va la liquidità e posizionati lì.
- Diversifica, ma scegli bene. Anche se in questi scenari la maggioranza degli asset sale, non tutti salgono in egual misura: quelli più sensibili alla liquidità (come per esempio Bitcoin) vanno tenuti d’occhio poiché offrono potenzialità maggiori.
- Smettila di fidarti dei media mainstream. I media ti dicono cosa è successo (e spesso anche in modo incompleto o fuorviante), non cosa sta per accadere. Se vuoi sapere cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere, leggi i dati.
- Agisci. Le opportunità non aspettano chi resta a guardare, ma questo già lo dovresti sapere.
La chiave quindi è capire quali asset si muovono più velocemente, e posizionarci.
Basandoci sugli ultimi 15 anni di dati (quindi dalla nascita di Bitcoin ad oggi), ecco come tendono a comportarsi i vari asset:
- Cash: Cala
- Bonds: Generalmente calano anche loro
- Immobiliare: Sale, ma lentamente
- Azionario: Sale moderatamente nel complesso (alcune azioni esplodono)
- Oro: Sale ad un ritmo sostenuto
- Bitcoin: Vola come un razzo
Non ti sto dicendo di mettere tutti i tuoi risparmi su Bitcoin.
Non sono il tuo consulente finanziario.
Ma ti sto dicendo di capire cosa sta succedendo.
Guarda i dati, studia i pattern (consapevole che non è detto che si ripetano, anche se tendono a farlo) e prendi decisioni studiate.
Conclusione: il reset è un’opportunità, non un disastro
La narrativa comune è che stia per arrivare un grande crash, una crisi, un disastro apocalittico.Ma questa è solo una parte della storia, quella brutta, quella che frenerà la maggioranza delle persone dal posizionarsi e sfruttare l’onda imminente.
Quello che sta accadendo non è una catastrofe, è una transizione, un passaggio da un vecchio sistema monetario a uno nuovo.
E come sempre nella storia, chi si adatta vince, mentre chi ignora o non agisce, perde.
Il più grande trasferimento di ricchezza della nostra epoca è già iniziato e tutti i giocatori si stanno già posizionando intorno al tavolo.
La domanda è:
Vuoi guardare la partita da spettatore... o giocarla?
(P.s. Ho parlato di tutto questo in un video, lo trovi qui sotto)