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Il prolungamento dei tagli alla produzione OPEC è davvero deciso?

Pubblicato 26.04.2017, 14:58
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 26.04.2017

Manca un mese al vertice OPEC del 25 maggio, durante il quale i ministri decideranno se estendere o meno la durata dell’accordo sui tagli alla produzione in corso. Ci sono diversi segnali che indicano che l’accordo verrà esteso per almeno altri tre mesi. Tuttavia, ci sono diversi motivi che non danno la decisione così per certa.

Un prolungamento dell’accordo causerebbe un’impennata a breve termine del prezzo del petrolio facendolo stabilizzare intorno ai 50 dollari al barile. Un’eventuale decisione contro l’estensione dei tagli causerebbe un crollo dei prezzi molto forte.

Diversi eventi hanno indicato di recente la possibilità di un prolungamento dei tagli:

  1. Il ministro saudita del petrolio Khalid al-Falih (il membro più influente all’interno dell’OPEC) ha dichiarato in conferenza stampa ad Abu Dhabi la scorsa settimana che, nonostante “il forte impegno dimostrato negli ultimi tre mesi”, i paesi OPEC e non-OPEC non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati per quanto riguarda i livelli delle scorte. Al-Falih aveva precedentemente dichiarato che l’obiettivo dell’OPEC era quello di portare le scorte globali ai livelli della media quinquennale. Alla fine di febbraio le scorte nei paesi OCSE si attestavano a 336 milioni di barili al di sopra dell’obiettivo. Questo fa pensare che l’Arabia Saudita cercherà di far prolungare i tagli per un periodo dai 3 ai 6 mesi.
  2. I ministri dell’energia dei paesi del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Oman) hanno dichiarato di aver raggiunto un accordo preliminare per estendere i tagli alla produzione in corso. Il Bahrein e l’Oman non sono membri dell’OPEC, ma hanno aderito ai tagli insieme agli altri 9 paesi non OPEC lo scorso dicembre. Questo accordo preliminare sembra un tentativo di influenzare gli altri paesi aderenti all’accordo generale. Tuttavia, i dettagli dell’accordo preliminare non sono stati ancora resi noti.
  3. Durante il vertice della scorsa settimana tenuto dal Comitato Tecnico riunitosi a Viennacon esponenti dei paesi OPEC e non-OPEC è stato auspicato un prolungamento dei tagli per ulteriori sei mesi dopo la scadenza di giugno. I rappresentanti di Kuwait, Venezuela, Algeria, Russia e Oman hanno valutato i livelli di produzione di tutti i partecipanti ed hanno concluso che, nonostante il livello di rispetto dell’accordo sia migliorato negli ultimi due mesi, l’accordo necessita di essere esteso affinché possa avere effetti sul prezzo del petrolio.

D’altra parte, sembrerebbe che alcuni principali produttori siano scettici circa l’estensione dell’accordo. Questi rischi provengono da alcuni dei più grossi produttori e potrebbero mettere a repentaglio il successo di un accordo per prolungare i tagli alla produzione.

  1. Il ministro per l’energia russo Alexander Novak ha reso noto che prenderà parte al prossimo vertice dell’OPEC per discutere della proroga dei tagli alla produzione, ma non ha ancora indicato se la Russia veda o meno la necessità di prolungare l’accordo. La partecipazione della Russia è stata fondamentale per l’accordo OPEC lo scorso novembre. Allora, la Russia aveva accettato di tagliare 300.000 barili al giorno prima ancora che gli altri produttori non-OPEC si dicessero d’accordo con i tagli alla produzione. Ci sono state tensioni tra Russia ed Arabia Saudita dal momento che negli ultimi mesi la Russia non ha implementato del tutto i tagli previsti e sarà una vera sfida per Novak convincere le compagnie russe ad accettare di prolungare i tagli. Al momento, il consenso e il rispetto dell’accordo da parte della Russia costituiscono la principale minaccia ad un’estensione del patto per la riduzione della produzione.
  2. L’Iraq, il secondo produttore OPEC, è stato molto critico nei confronti dell’accordo iniziale per il taglio della produzione ed ha cercato invano di esserne esentato. Inizialmente, il paese ha tagliato la produzione nei primi mesi dell’anno. Tuttavia, a marzo l’Iraq ha aumentato la produzione. Convincere l’Iraq a firmare un’estensione dell’accordo per altri tre o sei mesi sarà difficile ma cruciale. Le politiche dell’OPEC si basano sull’ottenere il pieno consenso. Il leader della coalizione irachena recentemente ha dichiarato: “l’Iraq ha il diritto di sperare in un’esenzione da parte degli altri stati membri dell’OPEC”. Al momento solo la Nigeria e la Libia sono stati esentati dai tagli alla produzione dell’OPEC e l’Iran ha un carico minore. Sarà arduo per il paese negoziare un’esenzione, ma l’insistenza dell’Iraq potrebbe non fare avere all’OPEC il pieno consenso.

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