Dal rapporto sul lavoro USA pubblicato venerdì è emerso che a giugno c’è stato un rimbalzo del ritmo della creazione di posti di lavoro, che ha attenuato le preoccupazioni degli investitori dopo lo scivolone preoccupante di maggio. A giugno l’economia statunitense ha creato 222 mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, rispetto alla cifra, rivista al rialzo, del mese scorso, pari a 152 mila unità. Ciò nonostante, l’assenza di una pressione netta sulle retribuzioni ha smorzato l’ottimismo del mercato. A giugno, le retribuzioni orarie medie sono cresciute del 2,5% (rispetto al 2,6% previsto), rispetto alla cifra di maggio, rivista al ribasso, pari al 2,4%.
Venerdì saranno diffuse le cifre sull’inflazione di giugno; stando all’ultimo sondaggio, l’inflazione primaria dovrebbe essere scesa all’1,7% a/a dall’1,9% del mese precedente, sulla scia del calo dei prezzi dell’energia. L’indice core dovrebbe rimanere stabile all’1,7%.
Dopo essersi attestata allo 0,5% a/a a maggio; venerdì prossimo saranno diffusi anche i dati sulle retribuzioni reali settimanali medie. All’inizio dell’anno, l’indicatore è risultato negativo, in calo rispettivamente dello 0,6% e dello 0,5% a gennaio e febbraio, per poi rimbalzare allo 0,6% ad aprile, evidenziando il lavoro delicato della Fed. Infatti, il ritmo solido delle assunzioni non si è tradotto in retribuzioni nominali più alte per gli americani; se si osserva il dato adeguato all’inflazione, il quadro è ancora più cupo: dallo scorso agosto c’è stato un rallentamento significativo della crescita delle retribuzioni reali. Sospettiamo che la Fed voglia una ripresa solida delle retribuzioni reali prima di accelerare il ritmo del restringimento. Ciò assicura, infatti, la solidità del mercato del lavoro, che sarebbe così in grado di far fronte a condizioni monetarie più rigide.
Il biglietto verde non si è mosso granché dopo il rapporto sul lavoro di venerdì. Il dollaro è salito dello 0,22% contro lo yen giapponese e dello 0,12% contro il dollaro canadese.
Gli investitori cercavano un nuovo catalizzatore. Dovranno però aspettare ancora, visto che il rapporto non ha consentito di abbassare il livello d’incertezza.