Malgrado l’assenza di dati economici dalla Nuova Zelanda, la scorsa settimana il kiwi (NZD) si è rafforzato in modo consistente contro l’USD. I guadagni, però, sono riconducibili soprattutto alle vendite globali del biglietto verde e non a un rinnovato interesse per il dollaro neozelandese.
Anche la caccia a rendimenti più elevati e il calo delle attese di un rialzo del tasso della Fed per l’anno in corso hanno aiutato il kiwi a fare meglio delle altre valute.
Questa ripresa dell’NZD potrebbe, però, essere passeggera visto che, alla prossima riunione in programma il 10 agosto, la RBNZ dovrebbe tagliare il tasso OCR di 25 punti base, portandolo al 2%.
La banca centrale potrebbe essere in procinto di tagliare il tasso dopo il deludente rapporto sull’inflazione riferito al secondo trimestre.
Nel secondo trimestre l’IPC primario è sceso inaspettatamente, scivolando allo 0,4% su base sia trimestrale, sia annuale, deludendo le previsioni del mercato e della RBNZ. Per il secondo trimestre, il mercato aveva previsto un rilevamento pari allo 0,5% a/a e la banca centrale si aspettava un rialzo dell’IPC pari allo 0,6% a/a.
L’inflazione “tradable” (interna) è scesa all’1,5% a/a, rispecchiando l’inatteso rialzo del kiwi negli ultimi mesi, mentre quella “non tradable” è cresciuta dell’1,8% a/a, perché sul mercato immobiliare continuano ad aumentare i prezzi.
Inoltre, qualche settimana fa la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) ha pubblicato un aggiornamento economico, il comunicato, molto accomodante, spalanca la porta a un taglio del tasso ad agosto.
La RBNZ ha sottolineato che sono calate le prospettive di crescita, nonostante la politica monetaria molto accomodante, la “fragilità dei mercati finanziari globali” e le continue incertezze sulle prospettive future.
Ciò che è più importante, la banca centrale è sembrata piuttosto scontenta rispetto alla forza del kiwi, infatti il tasso di cambio su base ponderata per l’interscambio è risultato del 6% superiore a quanto previsto nel comunicato di giugno.
Ci aspettiamo quindi, che, alla riunione di agosto, la RBNZ taglierà il tasso OCR di altri 25 punti base; il tasso scenderebbe quindi al 2%, nonostante gli effetti negativi che ciò avrebbe sul mercato immobiliare.
Il rialzo dei prezzi nel settore immobiliare è stato alimentato, infatti, dal contesto di tassi bassi e un altro taglio del tasso farebbe sicuramente aumentare le pressioni al rialzo su questi prezzi.
Ciò nonostante, la banca centrale neozelandese aveva segnalato l’intenzione di adottare misure separate per frenare la bolla immobiliare, ricorrendo a restrizioni sui prestiti e rendendo più severe le regole sul rapporto mutuo concesso/valore dell’immobile.
In termini tecnici, la coppia NZD/USD ha testato la resistenza a 0,7182 costituita dal 61,8% della linea di Fibonacci (sulla svalutazione di luglio) e ora si dirige verso il 50% della linea a 0,7139.
Poiché un taglio del tasso è altamente probabile, la coppia verosimilmente tornerà rapidamente verso 0,6950, soprattutto se la RBNZ diffonderà un comunicato con toni da colomba per enfatizzare l’impostazione accomodante della banca centrale.