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Il titolo di Procter & Gamble è sopravvalutato?

Pubblicato 10.01.2020, 14:13
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Il titolo del colosso globale dei prodotti di consumo, Procter & Gamble (NYSE:PG), ha vissuto un 2019 straordinario. Gli investitori hanno fatto schizzare il titolo al massimo storico dopo aver visto cinque trimestri consecutivi di crescita esplosiva ed aver formulato forti aspettative per quest’anno.

Il titolo del principale produttore al mondo di prodotti per la casa ha segnato un’impennata a 126,60 dollari il 2 dicembre, dopo un’inversione di rotta straordinaria negli ultimi 18 mesi. Ieri ha chiuso a 122,51 dollari, con un rimbalzo di circa il 37% sullo scorso anno.

P&G Weekly Price Chart

Negli ultimi due anni, il produttore del detersivo per piatti Fairy, dei tovaglioli Bounty e del dentifricio Oral-B ha continuato ad aumentare le vendite, grazie ad innovazione, marketing e ad una struttura organizzativa semplificata.

Ad ottobre P&G ha riportato che le vendite organiche, che escludono elementi come acquisizioni ed oscillazioni monetarie, sono schizzate del 7% nel primo trimestre fiscale, dimostrando che la compagnia sta mantenendo lo slancio dopo aver replicato la crescita delle vendite organiche più rapida in oltre un decennio segnata nel trimestre precedente.

Ma il ritmo della crescita che P&G sta dimostrando è insolito per una compagnia che produce prodotti di consumo quotidiani in categorie in cui la concorrenza è intensa ed i margini sono bassi. Da un grande colosso dei beni di consumo come P&G non sarebbe giusto aspettarsi un trimestre forte ogni volta.

Nello stesso periodo, il produttore dei Kleenex e degli Huggies Kimberly-Clark (ha visto una crescita delle vendite organiche del 4%, mentre Reckitt Benckiser (NYSE:RBGLY), produttore britannico dei prodotti Lysol e Woolite, ha riportato una deludente crescita organica di solo l’1,6%.

Questi timori hanno spinto alcuni investitori a mettere in discussione la ricca valutazione di P&G e la sua capacità di offrire ulteriori rialzi dopo questo rally tanto veloce e possente.

Oggi, P&G è scambiato a 23,42 volte gli utili forward rispetto alla sua media quinquennale di circa 20. Nell’ultimo decennio, il titolo non ha mai visto un multiplo così alto. Per fare un confronto, si prevede che sia Alphabet che Facebook vedano un aumento dei loro profitti di oltre il 20% rispetto alla crescita a cifra singola di P&G. Questi titoli tech ad alta crescita sono scambiati a circa 24 volte gli utili forward.

Un altro fattore che potrebbe far perdere slancio al titolo di P&G è che, per via della sua natura difensiva, ha attirato un sacco di denaro quest’anno tra i timori di una recessione globale e la paura per lo scontro commerciale USA-Cina. Una volta risolti questi attriti, o diminuiti i rischi per la crescita, gli investitori potrebbero riprendere a spostare i fondi su asset più rischiosi, danneggiando il titolo di P&G.

P&G: il titolo di beni di consumo “più underweight”

Queste preoccupazioni potrebbero essere valide per gli investitori a breve termine, ma noi pensiamo che misurare la performance del titolo di P&G in base a questi indicatori non offra un quadro reale del potenziale di crescita della compagnia. Ciò che sta alimentando questi rialzi del prezzo è il successo della compagnia nella sua strategia di inversione di rotta per far fronte ai cambiamenti delle necessità dei consumatori ed avere un vantaggio sui concorrenti.

Sotto la guida dell’amministratore delegato David Taylor, la compagnia di Cincinnati ha ridotto la sua gamma di marchi da 175 a 65, focalizzandosi sulle 10 categorie di prodotti in cui i margini sono più alti. Nel corso di tale processo, ha eliminato anche 34.000 posti di lavoro tramite una serie di acquisti e rilevazioni di marchi, nonché di chiusure di impianti, riducendo i costi di oltre 10 miliardi di dollari.

Queste misure stanno chiaramente aiutando la compagnia a chiedere prezzi più alti per i suoi prodotti malgrado l’ambiente inflazionario vantaggioso. P&G ha cominciato ad adottare dei graduali aumenti dei prezzi l’estate scorsa, dopo non essere riuscita a rivitalizzare la crescita facendo l’opposto. Il cambiamento della strategia di prezzo sarà completato entro febbraio e potrebbe spingere i prezzi tra il 4% ed il 10% su prodotti come quelli dei marchi Pampers, Bounty, Charmin e Puffs.

Goldman Sachs, alzando il rating sul titolo di P&G l’anno scorso, ha cercato di placare i timori di una sopravvalutazione facendo notare il forte slancio di crescita delle vendite organiche della compagnia che potrebbe proseguire nei prossimi tre anni. Scrive in una nota Goldman:

“Riteniamo che ci sia un ruolo all’interno dei portafogli degli investitori per una compagnia di consumo globale liquida come questa e va ricordato che PG resta la compagnia di prodotti di consumo confezionati globale quotata negli USA ed a mega capitalizzazione più “underweight” tra le società di investimento a capitale variabile”.

Morale della favola

Il titolo di P&G resta uno dei nostri preferiti tra le compagnie di prodotti di consumo confezionati. È uno dei maggiori pagatori di dividendi negli Stati Uniti, con un dividendo annuo di 2,98 dollari ad azione ed un rendimento del 2,6%, ed una storia difficile da eguagliare. Il produttore dei pannolini Pampers alza infatti i dividendi da 62 anni di fila. Ora che la crescita è tornata in carreggiata, gli investitori dovrebbero aspettarsi degli aumenti dei dividendi più sostanziosi e riteniamo che ci siano pochi motivi per abbandonare questa potenza dei prodotti di consumo, anche nel caso in cui dovesse incontrare una certa debolezza.

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