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In attesa di Powell i fan dell’oro vogliono sapere: si arriverà a 1.500 dollari?

Pubblicato 10.07.2019, 13:23
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Il classico antidoto per gli investitori dell’oro: proprio quando si pensa che niente possa fermare l’impennata del metallo prezioso, all’improvviso la corsa rallenta e potrebbe essere il momento di scaricarlo piuttosto che caricarlo.

Gold 60-Min Chart

Con i future dell’oro a poco meno di 1.395 dollari l’oncia al momento della scrittura, non c’è ancora la minaccia che possa succedere, considerato che per il massimo di quasi sei anni di 1.439,99 dollari segnato una settimana fa manca solo un 3%.

Sebbene un ritorno a 1.400 dollari possa non essere un problema, quello che resta un enigma è capire se il livello di 1.500 dollari ed oltre - il preferito dai fan dell’oro - sia ancora raggiungibile.

Questo dipenderà soprattutto da quello che dirà la Fed sui tassi, a cominciare dai due giorni di testimonianza del presidente Jerome Powell davanti al Congresso, al via oggi.

Lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com suggerisce ancora una probabilità del 100% che la Fed tagli i tassi dal 2,25%-2,5% al 2%-2,25% il 30-31 luglio.

Tuttavia, alcuni operatori dei mercati hanno ridotto le aspettative al proposito dopo la crescita dell’occupazione di ben 224.000 unità a giugno che ha indicato che l’economia potrebbe essere troppo forte per un allentamento. Le previsioni erano di un aumento di sole 160.000 unità.

La testimonianza di Powell sarà esaminata con la lente d’ingrandimento alla ricerca di indizi sui tagli dei tassi

La testimonianza di Powell sarà scrutata parola per parola dai trader dell’oro alla ricerca di eventuali indizi su come il capo della Fed voterà durante il vertice di questo mese del Federal Open Market Committee.

Oltre alla testimonianza di Powell al Congresso, l’altro principale fattore per l’oro questo mercoledì sarà la pubblicazione dei verbali del vertice di giugno della banca centrale. I verbali indicheranno più chiaramente cosa ha spinto i membri del comitato a votare come hanno fatto quando hanno deciso di lasciare invariati i tassi il mese scorso.

A giugno, il FOMC ha eliminato la parola “paziente” dalla dichiarazione che solitamente pubblica dopo il vertice mensile, segnalando agli investitori che, anziché essere reattiva ai prossimi dati, potrebbe scegliere un’azione preventiva per mantenere l’espansione da record di quasi un decennio dell’economia USA.

In un recente discorso, Powell ha inoltre affermato che “un’oncia di prevenzione vale più di una libbra di cure”, segnale che la banca centrale potrebbe essere incline ad un cosiddetto taglio per sicurezza per affrontare un potenziale rallentamento economico.

Tuttavia, se il passato ci insegna qualcosa, allora la Fed è nota per preferire la cautela, il che significa che potrebbe effettuare il taglio minimo di 25 punti base che i mercati si aspettano a luglio, giusto per vedere come andrà l’occupazione USA questo mese. Sebbene alcuni trader dell’oro si aspettino una riduzione di 50 punti base, sono pochi quelli che ci credono veramente.

L’analista di Investing.com Jesse Cohen scrive:

“Powell potrebbe rafforzare le aspettative dei mercati di un taglio dei tassi o limitarle”.

“Il livello di certezza che la Fed tagli i tassi a luglio è tutt’altro che giustificato, perciò secondo me Powell respingerà il messaggio cauto che i mercati hanno messo in conto”.

Altri banchieri della Fed prenderanno la parola questa settimana: il Presidente della Fed di New York John Williams, il Presidente della Fed di St. Louis James Bullard, il Presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic, il vice Presidente per la supervisione della Fed Randal Quarles, il Presidente della Fed di Richmond Thomas Barkin ed il Presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari.

Tra tutti, i commenti più seguiti saranno quelli di Bullard, unica voce fuori dal coro durante il vertice di giugno della Fed, quando la banca ha deciso di lasciare invariati i tassi. Nel complesso, il Presidente della Fed di St. Louis è uno dei membri più cauti del FOMC.

L’oro arriverà a 1.500 dollari, il problema è capire quando

Bank of America Merrill Lynch (NYSE:BAC) afferma di essere rialzista sull’oro a 1.500 dollari ed oltre, ma preoccupata per i rischi a breve termine legati ai metalli preziosi.

In un commento alla fine della scorsa settimana, la banca di Wall Street ha spiegato:

“La Fed che diventa più cauta proprio mentre gli ostacoli macroeconomici globali si intensificano dovrebbe spingere il metallo prezioso a 1.500 dollari l’oncia nei prossimi dodici mesi. Tuttavia, siamo piuttosto preoccupati per la rapidità con cui il mercato ha rivalutato la probabilità di tagli dei tassi da parte della banca centrale statunitense”.

“Eventuali rinvii di un allentamento delle condizioni monetarie, potenzialmente esacerbati da un summit del G20 costruttivo, potrebbero spingere giù il prezzo dell’oro sul breve termine”.

Gli esperti di strategie dei metalli preziosi di UBS sono d’accordo:

“Qualche anno e parecchie false partenze dopo, pensiamo che il macro-contesto cominci a spostarsi in modo più convincente a favore dell’oro ... sebbene la sua traiettoria difficilmente sarà una strada dritta verso il rialzo”.

UBS si aspetta che l’oro chiuda l’anno sotto i 1.400 dollari ed arrivi a 1.450 dollari nel 2020.

Solo tra il 2021 ed il 2023 prevede che il prezzo chiuda a 1.500 dollari o poco più.

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