Buongiorno ai Lettori di Investing.com,
L'impatto di una possibile maggiore inflazione negli Stati Uniti si è riversato sui mercati nel pomeriggio di ieri, spingendo il dollaro verso un nuovo apprezzamento.
L'indice dei prezzi alla produzione (PPI) è stato maggiore del previsto e anticipa i dati sui prezzi al consumo, il CPI, che dovrebbe balzare al 2,9%.
Vista la sorpresa rialzista del PPI, il CPI potrebbe superare il 3 per cento e sarebbe la prima volta dal 2011.
Visto che i mercati vivono di aspettative, ciò porta a pensare che la Fed avrà effettivamente bisogno di portare avanti due ulteriori rialzi dei tassi entro la fine dell’anno.
Attenzione però, perché questa forza del dollaro è controbilanciata da rendimenti obbligazionari che non salgono.
Le obbligazioni a 10 anni non si muovono e la curva dei rendimenti continua ad appiattirsi.
Poi chiaramente abbiamo i timori di un'escalation nella guerra commerciale tra USA e Cina, che molto probabilmente stanno spingendo gli operatori finanziari a considerare il Dollaro un asset rifugio.
Notevole la performance del biglietto verde contro lo yen giapponese, ma perdono terreno anche l'euro, la sterlina e l’{{|xauusd}}. Il sentiment è migliorato nel corso della notte, con un rimbalzo dei futures americani nel corso della sessione asiatica.
Ricordiamoci che la giornata odierna sarà importante anche per il Regno Unito perché verrà pubblicato il tanto atteso “libro bianco” ovvero il documento ufficiale che servirà per concordare l’uscita dall’Unione Europea.
Wall Street chiudeva la giornata di ieri al ribasso, con l’SP 500 -0,7%, ma con i futures che come detto hanno guadagnato terreno ( S&P e-mini + 0,4%) i mercati asiatici sono saliti ( Nikkei + 1,2%) mentre gli europei sembrano faticare un po’.
Sul fronte materie prime i mercati stanno cercando di stabilizzarsi dal brusco calo (il più grande in due anni) del Future Petrolio Brent, petrolio che sta cercando un rimbalzo ma il trend rialzista sembra perdere smalto.
Sul fronte macro economico la produzione industriale dell'Eurozona delle ore 11 dovrebbe mostrarci un incremento dell'1,2% su base mensile e la proiezione annuale + 2,1% (da + 1,7% del mese scorso).
Alle 13:30 attenzione ai verbali della BCE e viste le varie indiscrezioni degli ultimi giorni sarà interessante leggerle con estrema attenzione.
Ma il grande catalizzatore della giornata odierna è rappresentato senz’altro dal CPI USA: come detto atteso un + 2,9% (da + 2,8%), che se confermato sarà notevole anche in virtù del fatto che i salari non stanno salendo come dovrebbero.
Il dato core dovrebbero portarsi al + 2,3% (da + 2,2%).