Ho parlato nell’analisi di ieri, di 2 fenomeni che stanno interessando il momento attuale di mercato, ovvero inflazione elevata ed inversione della curva. Sul primo ne abbiamo già discusso in passato, vediamo ora il secondo aspetto, ovvero l’inversione della curva.
Parliamo tecnicamente di inversione della curva dei rendimenti, quando il rendimento del Titolo di Stato americano a breve termine (2 anni o 3 mesi) supera il rendimento del titolo di Stato a lungo termine (10 anni).
Nell’immagine sopra, vediamo come in tempi recenti sia accaduto nel 2019 e quest’anno. La tesi che molti sostengono, è che solitamente quando si verifica un fenomeno simile, l’Economia finisce in recessione, quanto c’è di vero in questa affermazione? Scopriamolo…
Ho “allargato” (vedi sotto) l’immagine vista prima, arrivando fino al 1975, perciò notiamo che in questo periodo, si sono verificate 7 inversioni (quando la linea blu finisce sotto il livello zero).
Come possiamo notare, i periodi recessivi (linee grigie) sono effettivamente seguiti sempre a distanza di qualche tempo, quindi potremmo rispondere “SI” alla domanda sopra, ma cerchiamo di essere più precisi.
I periodi evidenziati in grigio, sono effettivamente ripotati anche nella tabella sopra, ovvero le ultime 6 recessioni (la settimana a questo punto dovrebbe arrivare tra qualche mese) si sono sempre verificate, e lo hanno fatto a distanza (in media) di 19 mesi dall’inversione della curva.
Questo significa che se l’inversione è avvenuta a marzo 2022, potremmo aspettarci un periodo recessivo verso la fine del 2023.
Ma come sempre, lato investitore, mi chiedo...E i mercati in tutto questo? Che effetto hanno avuto i periodi recessivi?
Per farlo come sempre, andiamo a vedere l’indice S&P 500, riportato sotto. Ho evidenziato con le frecce i periodi corrispondenti alle diverse recessioni, e nella tabella che segue, ne ho riportato le performance:
Risultati S&P 500 periodi recessivi:
Sembrerebbe (uso il condizionale) che investire in tempi di recessione non sia conveniente, dal momento che mediamente le performance sono negative per un 5%.
Ma come sempre, dobbiamo fare un passo in più, perché ci sono almeno 3 considerazioni importanti da fare:
- Nei risultati della tabella sopra, NON sono tenuti in conto i dividendi (che mediamente cubano un 3% annuo). Infatti sotto ho messo un confronto tra l’indiceS&P 500 normale (senza dividendi, linea blu) e lo stesso indice “total return” (quindi dividendi inclusi). Se considerassimo questa variabile quindi i risultati migliorerebbero notevolmente
- Cosa hanno fatto i mercati subito prima e subito dopo i periodi recessivi? Se allargassimo il nostro orizzonte temporale potremmo subito scoprire che i risultati sono decisamente positivi (dovresti praticamente avere un timing pessimo per investire nel momento in cui l’economia va in recessione ed uscirne appena finisce)
- Se riguardiamo la tabella sopra, vediamo che “l’evento” destabilizzante che porta le performance in negativo, è legato soprattutto alla crisi subprime, con una performance negativa di oltre il 37%. Un caso storicamente molto raro, senza il quale i dati sarebbero decisamente più positivi
Conclusioni
In qualche analisi precedente, ho detto che è SEMPRE un buon momento per investire, a patto di farlo con intelligenza, conoscenza della storia, gestione della propria emotività ed adeguata pazienza. Con questi 4 elementi a nostro favore, qualsiasi recessione o calo di mercato dovremo affrontare, sarà ampiamente superabile ed anzi, potrebbe trasformarsi nell’ennesima occasione da non sprecare.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico