Lunedì mattina, al rientro dei trader dal weekend, la questione del bilancio italiano è tornata in primo piano. L’indice FTSE MIB ha ceduto un altro 1,80%, toccando i 19.962 punti, livello minimo da aprile 2017. Sul mercato delle obbligazioni, la tendenza rialzista in atto da venerdì dei rendimenti dei titoli di Stato italiani ha subito un’accelerazione. I rendimenti dei titoli a 2 anni sono saliti di 19 punti base, all’1,54%, quelli dei decennali di 20 punti base, al 2,83%. In tale contesto, la moneta unica ha perso lo 0,30%, ritornando sotto la soglia a 1,15, invece il dollaro si è apprezzato in modo generalizzato. Come sempre durante le fasi di avversione al rischio, le valute ritenute porti sicuri sono state le uniche in grado di tenere. L’USD/CHF si è consolidato intorno a 0,9920, mentre l’USD/JPY tiene intorno a 113,70.
Il vice-premier italiano Di Maio continua a ignorare la punizione dei mercati e rimane fedele alla sua linea in vista della scadenza dell’UE. In un’intervista al Corriere della Sera, Di Maio ha anticipato che i cittadini dell’UE esprimeranno la loro insoddisfazione circa i piani d’austerità dell’Unione, dichiarando che “in tutti i paesi ci sarà un tale terremoto contro l’austerità che le regole cambieranno il giorno dopo le elezioni (del parlamento UE nel 2019)”. Lunedì il costo per assicurare l’esposizione al debito italiano rimane grossomodo invariato, i CDS a 5 anni si stanno stabilizzando sui 221 punti base.
Crediamo che il calo dell’EUR/USD sarà contenuto. L’Italia ha fatto valere il suo punto di vista sull’austerità e crediamo che l’UE l’abbia recepito. L’Italia ha già mostrato che c’è spazio per le negoziazioni, la scorsa settimana il ministro dell’Economia Tria ha detto che dal 2020 l’Italia intende tagliare il suo deficit di bilancio. Ovviamente serviranno sforzi da entrambe le parti, ma è possibile arrivare a un compromesso. L’EUR/USD ha stornato i rialzi di giovedì e ora si sta dirigendo verso il supporto più vicino, che giace a 1,1464 (minimo del 4 ottobre).