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6 anni fa il greggio superava i 100 dollari, cosa lo tiene così basso ora?

Pubblicato 30.07.2020, 16:31
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 30.07.2020

Oggi, 30 luglio, sono passati esattamente sei anni da quando il greggio di riferimento USA, il WTI, ha superato per l’ultima volta i 100 dollari al barile. Sei anni prima, 12 anni fa, il WTI aveva raggiunto l’apice il 3 luglio 2008, con il prezzo spot sopra i 145 dollari al barile.

Al momento, il prezzo del WTI è appena sopra i 40 dollari. Quali fattori stanno tenendo i prezzi tanto bassi?

WTI Crude Futures Monthly Chart

Grafico mensile future greggio WTI

Quando i prezzi del greggio sono bassi, si parla spesso di un esubero della materia prima, ossia si produce più di quanto si consuma. In altre parole, le scorte sono superiori alla domanda, quindi il prezzo scende. Il greggio viene immagazzinato ed i produttori devono chiedere di meno per il loro prodotto. Ma in realtà non è così semplice.

Anche alcuni consumatori stanno facendo scorta

La curva scorte-domanda non è direttamente collegata al prezzo del greggio, perché a volte i dati sulla domanda sono superiori alla reale quantità di greggio che viene usata. Questi dati possono essere elevati perché comprendono il greggio che viene acquistato per essere conservato.

Ad esempio, la Cina è il più prolifico importatore al mondo di greggio al momento. Sebbene la sua economia di fatto utilizzi parecchio greggio, spesso il paese ne conserva grandi quantità sia tramite il governo comunista che tramite le aziende (che alla fine devono obbedire al governo). Dal momento che una quantità significativa del greggio che la Cina importa in un dato mese va a finire nelle scorte, il paese non accetta di pagarlo ad una cifra tanto alta come se ne avesse assoluto bisogno. Allo stesso modo, se la Cina riesce ad ottenere un prezzo più basso, molto probabilmente deciderà di comprarne di più da mettere in magazzino.

Picco del greggio e picco della domanda

Parte del motivo per cui il prezzo era schizzato così tanto nel 2008 era una teoria sul picco del greggio diventata popolare all’epoca. Questa teoria, diffusa da Matthew Simmons nel suo libro del 2006 Twilight in the Desert, affermava che c’era molto meno greggio disponibile sottoterra di quanto si pensasse. In particolare, Simmons sosteneva che le riserve petrolifere dell’Arabia Saudita fossero minori di quanto dichiarato. Quando una materia prima vitale scarseggia, diventa costosa, perciò il prezzo del greggio finì per salire. Alla fine, venne fuori che Simmons si sbagliava.

Oggi, l’idea del picco del greggio non è più popolare, ma lo è quella del picco della domanda. Le previsioni a lungo termine prevalenti sul mercato del greggio indicano che ci sarà molta meno domanda della materia prima nei prossimi decenni, in base alle stime sugli sviluppi futuri del settore.

Qualcuno crede che i veicoli elettrici saranno la forma dominante di automobili e camion entro il 2040 o il 2050, che le energie rinnovabili e gli impianti nucleari renderanno datata la produzione di energia da greggio e gas e che plastiche e fertilizzanti saranno prodotti con meno greggio, grazie al riciclaggio ed alle nuove innovazioni. Anche se non sappiamo se queste teorie si realizzeranno, di fatto tendono a trascinare giù i prezzi del greggio.

I timori di una recessione pesano sui prezzi

All’inizio dell’estate del 2008, quando il WTI era al picco, la recessione era dietro l’angolo, ma in pochi lo immaginavano.

Il prezzo del greggio era alto soprattutto per la promessa del futuro. Solo due mesi dopo, l’economia globale cominciò a collassare. Ma, il 3 luglio, quando il greggio era al massimo, nessuno sapeva cosa stava per succedere. Il settore petrolifero, i grandi consumatori di greggio (come le raffinerie) ed i trader ne erano del tutto all’oscuro.

Nel 2018 e nel 2019, le previsioni economiche erano zeppe di stime su un’imminente recessione e questi avvertimenti si basavano generalmente sulla paura di una guerra commerciale globale o di curve del rendimento invertite. In realtà, è stata una pandemia globale e la reazione alla crisi sanitaria ad avere infine causato un downturn economico proprio quando nessuno se lo aspettava.

L’OPEC non è più lo stabilizzatore dei mercati come lo era un tempo

Nel luglio del 2014, il prezzo del WTI era ancora sopra i 100 dollari, perché nessuno credeva davvero che ci sarebbe stato un esubero di produzione. Anche se l’allora ministro del petrolio saudita Ali al-Naimi aveva affermato solo qualche settimana prima di essere desideroso di vedere una sovrapproduzione di greggio da parte dell’OPEC, c’era ancora l’idea che il prezzo della materia prima non potesse crollare.

Meno di sei mesi dopo, il WTI perse oltre metà del suo valore. Dal 2016, l’OPEC ed il suo gruppo ausiliario, l’OPEC+, hanno tentato di far salire i prezzi varie volte ma i loro sforzi si sono dimostrati davvero poco efficaci. Già prima della diffusione del coronavirus, i prezzi a tripla cifra sembravano lontani anni luce, nonostante gli sforzi dell’OPEC+.

I veri dati sulla produzione sono complicati

Il maggior cambiamento della produzione di greggio negli ultimi anni è stato il boom della produzione di scisto USA. Al momento, gli USA producono circa 11 milioni di barili al giorno, dato che si attestava a 13,1 milioni di barili prima che la pandemia di coronavirus colpisse l’economia. Confrontiamolo con gli 8,7 milioni di barili al giorno che gli USA producevano (in media) nel 2014 o con i 5 milioni (in media) del 2008.

Allo stesso tempo, la produzione del Venezuela è scesa drasticamente, soprattutto perché il paese non può permettersi di produrre il suo stesso greggio. La produzione della nazione è calata a 280.000 barili al giorno da una media di 2,3 milioni di barili al giorno del 2014 e di 2,34 milioni di barili al giorno del 2008.

L’Iran non sta producendo molto, perché è gravato da sanzioni. I suoi numeri attualmente sono 2 milioni di barili al giorno, contro i 2,76 milioni del 2014 ed i 3,88 milioni del 2008.

Nel complesso, il mondo produce più greggio oggi per via dei nuovi pozzi che sono stati attivati, insieme alle nuove tecnologie ed innovazioni. Una paura che non esiste al momento è quella di una carenza di greggio. Piuttosto, chi compra e vende greggio si preoccupa per una mancanza di domanda, e le cose stanno così dalla seconda metà del 2014. Ecco perché i prezzi non tornano a tripla cifra da ormai sei anni.

Ma la migliore lezione degli ultimi dodici anni è questa: non possiamo prevedere il futuro.

Ultimi commenti

Ci hanno richiuso in casa, ci riempiono di panico, fanno un terrorismo sociale di prima grandezza, nessuno spende ,nessuno si muove ,tutti hanno paura di morire,( come se questo improvvisamente fosse possibile evitare) e poi vi domandate perché il petrolio e le vendite di auto e i viaggi ecc...sono cadute ?? Ma mi domando ,siete scemi ,cosa non avete capito ???
La battaglia tra le compagnie americane che fanno lo shale oil e il mondo arabo-russo, che cercava il prezzo basso per sbatterle fuori mercato, è stato il primo elemento. Poi c'è stato il calo dei consumi causa covid19
magari era troppo alto a 100 e ora è il prezzo più "giusto"
La speculazione prima a rialzo ed ora a ribasso molto semplice
che articolo. i cinesi comprano per via dei prezzi convenienti e mettono in magazzino. quindi perché il Brent e wti sono crollati se la Cina compra? insomma poi tutte queste scorte non ci sarebbero state visto che la Cina immensamente grande compra. ultima osservazioni: ancora si vedono auto tir navi aerei con combustibile. trovare un auto elettrica in giro e come trovare un ago in un pagliaio. le ibride hanno bisogno sempre del carburante. mah. io la vedo così.
la banale formula domanda /offerta? tutti intelligentoni...tutti complottisti.ma la realtà ve la dimenticate???
GMBardi ha già detto tutto ... qui si sta parlando di un arco temporale di 30 e più anni, la % di veicoli elettrici al momento è a cifre irrisorie (ampiamente sotto a 1%), dire che il prezzo spot del petrolio è bloccato dalla crescita delle rinnovabili non ha MINIMAMENTE senso in questo momento storico. L'unica cosa che frena il prezzo del barile è semplicemente la sovrabbondanza dell'offerta rispetto alla domanda, domanda che al momento è chiaramente ostacolata dal timore del ritorno della pandemia ... ne più ne meno. Se dovessero trovare un vaccino efficace tempo 1-2 mesi il barile tornerebbe sopra ai 50$-55$. Aggiungo anche che l'uomo userà fino all'ultima goccia presente sul pianeta e che non escluderei nemmeno un ritorno alle 3 cifre in un lontano futuro quando davvero ci sarà scarsità di questa risorsa.
Concordo.
che ne dite, forse....il prezzo del petrolio è così basso perché i produttori vogliono rendere meno conveniente lo sviluppo dell'elettrico????
La "società" non è ancora pronta, ma soprattutto non è dotata delle infrastrutture necessarie, per switchare sulle rinnovabili (seppur progressivamente in crescita nel rapporto vs combustibili fossili)..Le strategie a lungo termine di sviluppo delle rinnovabili delle più importanti società energetiche, che stanno cominciando a dichiarare che intendono concentrarsi maggiormente sulla produzione di energia a basse emissioni di carbonio nel prossimo futuro, sono comunque sull'arco temporale dei prossimi trent’anni, Ergo, saremo dipendenti per un bel po' ancora dal petrolio. Non tornerà a tre cifre, ma il prezzo del petrolio ha ancora un buon margine di risalita nel medio periodo.
il prezzo è stato ammazzato dallo shale gas e dal fatto che gli USA sono sempre più autosufficienti
ma la domanda più importante è qualìè il vero valore del petrolio in questa nuova economia che si va sempre più a sopraffare dalle fonti rinnovabili?
Domanda interessante...il successo delle fonti rinnovabili dipenderà dalle politiche green (ma poi bisognerà recuperare gettito fiscale). Dare un prezzo è difficile, visti i numerosi elementi che concorrono alla formazione dello stesso. Probabilmente, se si scenderà sotto i costi di produzione x tempo prolungato, vi sarà un buon rimbalzo poi.
se non si può prevedere il futuro, perche non si evitano gli articoli?
 sarebbe stato molto più saggio scrivere che la quotazione del petrolio è stata sostenuta per la quotazione di Aramco. Poi se dobbiamo legarci alla logica si potrebbe parlare di un calo dei consumi oppure di uno spostamento verso le energie rinnovabili.... se poi dovessimo vederla complottisticamente ..... la casta fa un po' quello che desidera
perché tutti dobbiamo mangiare...
 giustamente .... ma la distribuzione del cibo non sarà mai equa... questa la mia previsione
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