Rassegna giornaliera sul mercato forex, 13 maggio 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Lunedì mattina la Cina ha annunciato nuovi dazi su 60 miliardi di prodotti statunitensi, causando un crollo delle borse e delle valute. Il Dow Jones Industrial Average è sceso di oltre 600 punti mentre il NASDAQ e l’S&P 500 sono crollati al minimo di 6 settimane. La Cina ci ha impiegato un po’ a rispondere e a decidere di applicare nuovi dazi su 60 miliardi di dollari di importazioni USA, contro l’aumento dei dazi su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Sebbene coinvolgano dei volumi minori, i dazi cinesi saliranno quasi nella stessa maniera, dal 10% al 20-25%. Gli aumenti scatteranno dal 1° giugno, ma la Cina spera ancora di raggiungere un accordo; tuttavia il Presidente Trump è decisamente meno motivato del Presidente Xi e il tono dei suoi tweet e la minaccia di nuovi dazi non fanno certo ben sperare.
Da notare nella giornata di lunedì è stato il fatto che, malgrado il crollo delle borse, il calo dei rendimenti dei titoli di stato e il calo dei prezzi del petrolio richiamano un’avversione al rischio, ed escludendo il calo iniziale del cambio USD/JPY a 109, la reazione del mercato valutario è stata relativamente contenuta. Le tensioni commerciali tra USA e Cina stanno sbollendo e i cambi USD/JPY, AUD/USD e NZD/USD sono scesi meno dell’1%. Sebbene il sell-off di tutti e tre i cambi sia iniziato il mese scorso, tra la decisione della settimana scorsa di applicare nuovi dazi e oggi abbiamo visto solo uno spostamento di 100 pip. Questo ci dice che o queste valute sono sovra vendute, o che gli investitori non credono che l’economia USA possa gestire una crescita più lenta e prezzi più elevati dalla Cina, o ancora che gli investitori stanno aspettando di vendere a livelli più elevati. In ogni caso, a meno che non ci sia un improvviso miglioramento delle relazioni commerciali, il rischio è di ribassi per valute e borse. Se il Dow dovesse superare 25.300, potrebbe facilmente scendere a 24.000, e in questo caso, il cambio USD/JPY scenderà sotto 109 con ulteriori perdite per AUD e NZD.
Gli ultimi dati sul mercato immobiliare australiano sono stati deludenti. I mutui casa sono scesi del 2,8%, contro le previsioni di un calo dello 0,5%, mentre i prestiti per nuovi investimenti sono crollati del 2,7%. I report di questa settimana sulla fiducia di imprese e consumatori probabilmente mostreranno dei dati non proprio esaltanti e, se la crescita occupazionale dovesse rallentare, allora c’è da aspettarsi un taglio dei tassi di intereresse a giugno o a luglio al massimo. Il dollaro australiano è sceso più del dollaro neozelandese perché l’Australia è più sensibile al calo della crescita cinese, ma l’avversione al rischio interessa entrambe le valute. Nonostante i dati eccezionalmente positivi della scorsa settimana sull’occupazione, il cambio USD/CAD ha ripreso a salire mentre i prezzi del petrolio scendono.
La valuta più resiliente è l’euro, grazie al miglioramento dei dati tedeschi che gli investitori sperano venga confermato dai dati di questa settimana. In agenda per martedì i dati sulla produzione industriale della zona euro e il sondaggio dello ZEW tedesco. Per entrambi i dati si attendono letture positive in quanto sono stati rilevati prima del crollo delle borse e dell’incrinarsi dei rapporti commerciali USA-Cina. Anche la sterlina sarà sotto i riflettori questo martedì, mentre si attendono i dati sul mercato del lavoro. A differenza dei dati della zona euro, qui il rischio è di ribasso. Il settore manifatturiero, quello dei servizi e quello edile hanno riportato una crescita debole dell’occupazione, e se anche l’aumento della retribuzione media settimanale rallenterà, allora il cambio GBP/USD potrebbe scendere sotto 1,29.