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La crescita rallenta? Molti credono che il Top in Cina e Usa sia stato raggiunto

Pubblicato 21.07.2021, 10:28
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Il culmine cinese e statunitense della ripresa economica è stato raggiunto ?

In molti pensano che sia così e, nello stesso tempo, credono che la ripresa non sia così forte e continua come si è voluto far credere. Un boom economico, più ipotizzato che realizzato, che si sta sgonfiando. E forse, è quanto sapeva il presidente della Fed Powell nel suo fermo ribadire (anche in questi giorni) la provvisorietà dell’inflazione in rialzo.

Oggi i dati macroeconomici ci svegliano dall’illusione e ci riportano alla realtà.

Si è iniziato con il PIL cinese che a fronte di aspettative che proponevano un 8,1% ha evidenziato un dato ridotto al 7,9% con un precedente del 18.30%.

Si è continuato con i dati Usa:
Ø  Indice di filadelfia sulla produzione crollato a 21,6 da 30,7 e con aspettative pari a 28.
Ø  Successivamente la produzione industriale mensile che ha riportato uno 0,4% a fronte di attese dello 0,6%.
Ø  La produzione su base annua è stata in picchiata: il 9,48% contro il 16% precedente.
Ø  Si è concluso con la produzione manifatturiera mensile negativa a -0.1%.

Questo significa che la situazione non è così rosea e che l’economia ha avuto il suo rimbalzo, dovuto all’artiglieria pesante messa in campo da governi e banche centrali, ma senza ottenere il risultato definitivo sperato: una crescita solida che potesse continuare sulle proprie gambe.

L’inflazione cresce (5,4% negli Usa) e l’economia annaspa. Si potrebbe ipotizzare che quella a cui stiamo assistendo sia l’ultima stagione degli utili in continua crescita (per di più già scontati dal mercato).

Il futuro, probabilmente, ci prospetta risultati meno positivi e maggiori difficoltà aziendali.  Abbiamo già assistito ad una crescente difficoltà delle aziende nel reperire materie prime; difficoltà che hanno provocato un aumento dei prezzi e hanno costretto molte aziende a ridurre la produzione e a rallentare il lavoro.
La domanda sorge spontanea.

Tale difficoltà è stata frutto di una inaspettata, quanto improvvisa, ripresa economica che ha spiazzato gli attori economici o è stata la conseguenza di un preciso calcolo di chi pensava che la crescita fosse provvisoria, non matura e, soprattutto, non sostenuta da una domanda finale inadeguata e disomogenea ?

Se meglio analizziamo  la crescita economica è facile dimostrare come si sia evoluta a macchia di leopardo; ad esempio, l’Europa è rimasta nelle retrovie con dati che ancora oggi sono deludenti e con un primo trimestre che ci ha consegnato una crescita negativa.

È altrettanto facile verificare come le vendite al dettaglio abbiano avuto alcune fiammate di speranza, ma mai confermate nei dati successivi. È sempre mancata quella continuità che potesse consentire di guardare al futuro con ottimismo. Senza considerare un potere d’acquisto in occidente decisamente in diminuzione.
Tutto questo fa credere che, nonostante l’euforica narrazione delle autorità,  in tanti fossero convinti della non sostenibilità della crescita economica, per lo meno a certi ritmi. 

QE continuo, acquisto di titoli di ogni tipo, debito in continua crescita, assistenzialismo in continuo aumento (e sarebbe bene ricordare Adam Smith riguardo alle conseguenze dell’eccesso dell’utilizzo delle risorse in investimenti improduttivi) saranno sufficienti per creare un’altra crescita drogata, fittizia, priva dei presupposti necessari ? E se si, fino a quando? E a che prezzo ?

Personalmente, non credo. Questa volta dovranno inventarsi altro. Gli effetti di quanto messo in campo fino ad oggi, risultano essere sempre meno incisivi e l’imbuto si sta stringendo irrimediabilmente. La storia, in ogni caso, ci insegna che, prima o poi, il riequilibrio fisiologicamente si ricompone; si manifesta quando meno te lo aspetti e si realizza in modo irreversibile; accadrà anche questa volta.

Ed è una certezza. L’incognita resta il quando. Fino a quando riusciranno a tenere in piedi un castello di carta sempre più fragile ?

Ultimi commenti

Analisi eccellente, pare che il gioco sia sempre lo stesso: drogare una ripresa anemica, in un contesto globale totalmente incerto, per far crescere (solo) l'industria finanziaria ... che poi farà utili anche con i crolli, addirittura auspicati. I danni per l'economia reale e lo scollamento dalla stessa sono ormai totali. Un'economia delle catastrofi, verrebbe da dire.
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