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La riunione del FOMC ha cambiato ben poco, confermando ciò che sapevamo già da tempo. Va detto tuttavia che è stato utilizzato un linguaggio leggermente più aggressivo e si è fatto cenno a quello che ora dovrebbe risultare rialzo dei tassi dicembrino garantito (salvo catastrofi). La reazione del mercato è stata quella di ridurre il rischio, con l'aumento della curva dei rendimenti obbligazionari e il rafforzamento del dollaro. Inoltre, l'annuncio ha ridato slancio allo yen, mentre i mercati azionari sembrano prendersi una pausa di riflessione dopo l’esuberante rimbalzo settimanale. Tutto ciò si traduce in un freno alla propensione al rischio che si nota anche sui mercati valutari. Un altro elemento contro la propensione al rischio è giunto dalla Cina, coi prezzi alla produzione della scorsa notte che hanno evidenziato ulteriore frenata. L' IPC cinese è stato in linea con le aspettative (+ 2,5% in dato atteso, + 2,5% la rilevazione passata) mentre il PPI è sceso al 3,3% (+ 3,3% atteso, + 3,6% il precedente).
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri in territorio misto, con il Dow leggermente positivo (di soli 10 tick) mentre l’S&P 500 ha chiuso -0,3% a 2807 punti. I mercati asiatici sono stati colpiti dall’avversione al rischio con il Nikkei -1,1% e lo Shanghai Composit -1,4%, anche gli indici europei stanno risentendo della debolezza. Dicevamo delle valute: il dollaro è il più forte tra le coppie principali, ma attenzione anche alla sovraperformance dello yen. Nelle materie prime prosegue l’indebolimento dell’oro, mentre il petrolio continua ad arretrare.
Sul fronte macro economico oggi ci si concentrerà sulla crescita economica del Regno Unito, segnatamente col PIL del 3° trimestre. Il consenso prevede un miglioramento del PIL pari a + 0,6% nel terzo trimestre (in aumento rispetto alla crescita del + 0,4% nel secondo trimestre). Si prevede che la produzione industriale britannica scenda su base mensile dello 0,1%, mentre la proiezione annuale dovrebbe crescere dello 0,4%. Per quanto riguarda gli USA attenzione al PPI che dovrebbe attestarsi al + 2,5% (in calo dal + 2,6% del mese scorso). Infine attenzione al sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan che dovrebbe mostrare un leggero calo a 98,0 (dal 98,6 dello scorso mese).