Nonostante abbiano abbassato le previsioni su crescita e inflazione ed alzato quelle sulla disoccupazione, i policymaker della Federal Reserve ieri hanno espresso chiaramente il maggior accomodamento monetario possibile.
La maggioranza non si aspetta alcun aumento dei tassi di interesse quest’anno e solo uno nei prossimi tre anni. Il Federal Open Market Committee (FOMC) ha inoltre deciso di dimezzare i bond in suo possesso a maggio a 15 miliardi di dollari al mese e di chiudere del tutto il programma di riduzione a settembre.
Non è stata una sorpresa poiché la Fed da gennaio non fa che parlare di pazienza e di una pausa negli aumenti dei tassi.
Ma ora sembra che i policymaker si stiano facendo in quattro per accontentare i mercati e questo, insieme alla riduzione delle previsioni, ha spaventato un po’ gli investitori, spingendo giù dello 0,4% l’indice Dow Jones Industrials.
Il punto per loro sembra essere che la crescita sta rallentando e che, malgrado le continue rassicurazioni da parte del Presidente Jerome Powell nelle sue conferenze stampa secondo cui va tutto bene, la Fed è preoccupata.
Il vertice di questa settimana ha compreso la sintesi delle previsioni economiche (SEP) trimestrale, previste dai membri del Federal Open Market Committee e che di recente sono state controverse. Il famoso grafico “dot plot” ha mostrato che 11 policymaker su 17 si aspettano che l’attuale tasso di interesse di riferimento compreso tra il 2,25 e il 2,5% resti invariato alla fine dell’anno. Nel 2020 e nel 2021 la maggioranza prevede il tasso più alto tra il 2,5 e il 2,75.
Gli operatori dei mercati sono meno ottimisti. Dopo che il FOMC ha pubblicato i dati, i future dei fondi Fed hanno alzato la posta per un taglio dei tassi, anziché un aumento, a dicembre, al 29,0%, su di 7 punti rispetto al giorno prima e di 11 punti dalla settimana precedente, mentre la probabilità di mantenere i tassi invariati è crollata di quasi 15 punti sulla settimana al 65,6%.
Nel frattempo, la stima media dei membri sulla crescita del PIL per quest’anno è stata abbassata al 2,1% dal 2,3% delle previsioni di dicembre, anche se il range è stato ridotto all’1,6-2,4% dal 2,0-2,7%.
L’inflazione, misurata dall’indice PCE, il preferito dalla Fed, si stima all’1,8%, in calo dall’1,9% di dicembre, mentre l’inflazione core (che esclude i prezzi di alimentari ed energetici) rimane invariata al 2,0%.
I membri del FOMC hanno alzato le previsioni medie sulla disoccupazione dal 3,5% al 3,7%, rispetto al 3,8% di febbraio. “Potrebbe volerci del tempo prima che le prospettive su occupazione ed inflazione richiedano un cambiamento della politica monetaria”, ha commentato Powell durante la conferenza stampa.
Il presidente ha aggiunto che le proiezioni - e in particolare il grafico “dot plot” - sono solo uno degli input per le decisioni di politica monetaria. “Non sono un piano della commissione”, ha affermato. La commissione prende in considerazione vari scenari e le opinioni dei singoli cambiano ad ogni vertice.
La SEP è stata introdotta sulla scia della crisi finanziaria per rassicurare il pubblico del fatto che i tassi fossero stabili, ma qualcuno ora pensa che crei confusione nei punti di inflessione come quelli visti verso la fine dello scorso anno, quando i membri possono cambiare idea più spesso.
Rispondendo ad una domanda, Powell ha affermato che la riduzione del bilancio, quando terminerà a settembre, lascerà un bilancio di circa 3,5 mila miliardi di dollari che, ha spiegato, rappresenta solo il 17% del PIL USA, in calo del 25% dal picco.
Il FOMC ha specificato che cambierà gradualmente la composizione dei bond passando ad una proporzione maggiore di titoli di stato rispetto ai titoli garantiti da ipoteche, consentendo a 20 miliardi di dollari di questi ultimi di scadere ogni mese per essere reinvestiti in Buoni del Tesoro con varie scadenze. Ma la commissione apporterà degli aggiustamenti al livello finale ed alla composizione ottimale nei prossimi vertici.