Per oggi, martedì 29 maggio, è prevista la hard fork di Ethereum Classic (ETC). Ma anziché creare una moneta “sorella” di questa discendente della piattaforma Ethereum (ETH) originale, la fork di oggi vedrà la rimozione della cosiddetta “difficulty bomb” dalla rete principale di Ethereum Classic al blocco 5.900.000, che secondo quanto reso noto dagli sviluppatori servirà a risolvere i problemi relativi alla redditività del mining e che potrebbe altrimenti diminuire le ricompense future per i miner della criptovaluta.
Cos’è una difficulty bomb e perché è stata inserita?
Rimuovendo il codice responsabile del meccanismo noto come “difficulty bomb”, spiega Alexey Bashlykov, responsabile della tecnologia di Zerion, gli sviluppatori della rete ETC estraggono un algoritmo che rende il mining di ogni blocco successivo al 5.900.000 sempre più difficile. Inoltre, è una caratteristica che farebbe aumentare esponenzialmente il rigore del mining di ogni blocco successivo ad un livello tale da rendere praticamente inutile alla fine fare mining per avere un profitto.
Il meccanismo è stato inserito dagli sviluppatori dell’Ethereum originale, che avevano pianificato di passare ad un certo punto dal protocollo Proof of Work (POW) al Proof of Stake (POS). La difficulty bomb sarebbe servita a favorire questo passaggio.
Bashlykov fa notare che Ethereum è ancora intenzionato a farlo. Gli sviluppatori della criptovaluta passeranno a Casper, un protocollo POS che renderà più difficile il mining malevolo.
Gli sviluppatori di Ethereum Classic, tuttavia, hanno scelto un’altra strada, afferma Bashlykov. Hanno deciso di attenuare la “difficulty bomb” e di continuare con il Proof of Work, almeno per il momento.
Quali sono i motivi alla base della decisione di una hard fork? Bashlykov ritiene che gli sviluppatori di ETC non si fidino di algoritmi di approvazione alternativi (come il POS) mentre secondo loro il POW funziona bene. Ovviamente, non tutti sono d’accordo su questo punto all’interno del mondo della valuta alternativa e in realtà molti (compresi gli sviluppatori di ETH) concordano nell’affermare che è già stato dimostrato che nemmeno il POW è perfetto.
Secondo Bashlykov, ha senso in questo momento restare fedeli al protocollo POW.
“Non stiamo parlando di un enorme consumo di energia, e seguire sempre il protocollo non è previsto neanche dall’Equilibrio di Nash. E poi manca una conclusione, il che significa che non si può mai essere certi di nessuna situazione. Ma funziona, e nessuno sa quali problemi inattesi potrebbe comportare un nuovo protocollo di approvazione. Per ora, la community di Ethereum Classic ha deciso di essere più conservatrice, il che è abbastanza coerente con la loro idea iniziale. Al momento, è difficile dire se si tratti o no di una buona decisione”.
Vincono tutti
Ci sono dei fattori tecnici dietro alla hard fork di cui gli investitori dovrebbero essere consapevoli? Michal Zajda, coordinatore di aeternity, la piattaforma blockchain 3.0, afferma che ci sono due cose che spiegano l’evento di oggi.
La prima, al blocco 5.900.000, è la soluzione tecnica che rettificherà ed allevierà le difficoltà del prossimo livello di mining. Il secondo elemento di questa hard fork è più ideologico, in quanto ha a che fare con il consenso degli azionisti, spiega Zajda. Secondo lui Ethereum Classic sta ancora una volta mettendo in evidenza la sua filosofia conservatrice restando fedele all’algoritmo di approvazione POW.
“L’approvazione rappresenta il cuore di ogni blockchain e il più delle volte definisce la natura di una data criptovaluta. Mentre gli algoritmi Proof-of-Work sono semplice energia per i cambi di influenza, le soluzioni Proof-of-Stake potrebbero dimostrare degli agganci più complessi”.
Sonia Miles-Khan, cofondatrice e direttrice operativa di Watermelon Block, un’app operata dalla tecnologia blockchain, concorda nel dire che la nuova fork è progettata per rimuovere una limitazione del mining esistente. Ma fa notare che non si tratta di niente di insolito:
“Queste fork sono comuni nelle blockchain open-source e non è la prima che avviene su una blockchain basata su Ethereum. Quando si tratta di monitorare lo stato di salute di una blockchain, vengono [di solito] usati vari metodi di ‘proof’”.
Altre fonti evidenziano come i miner siano la spina dorsale degli ecosistemi PoW di una valuta digitale, in particolare di ETC. Giocano un ruolo essenziale nella nascita e nella crescita di ETC. Rimuovere la “difficulty bomb” aprirà la strada all’espansione del piano d’azione della valuta alternativa, riflettendo di conseguenza l’interesse dei miner, degli investitori e della community di ETC.
In altre parole, si tratta di una potenziale vittoria per tutti gli interessati. E sarà probabilmente ben accolta visto il recente crollo della moneta.
Ironicamente sia per Ethereum che per Ethereum Classic, Matt Engel, leader della community di Achain Global, fa notare che entrambe le valute sono diventate centrali per la questione della scalabilità e per discutere dei prossimi passi verso la correzione.
“Con il fiasco di Crypto Kitty dello scorso anno, una singola dApp [applicazione decentralizzata] è riuscita a intasare l’intera rete Ethereum in modo così grave da ridurre la sua fruibilità. Quindi, con questa sfida e con l’esempio pratico di quanto possa essere distruttiva, la questione della scalabilità sulla blockchain è uscita alla ribalta”.