Martedì l’azionario globale è salito in modo generalizzato nonostante l’escalation del conflitto commerciale fra la Cina e gli USA.
In Giappone, il Nikkei ha guadagnato l’1,41% e il più ampio indice Topix si è impennato dell’1,81%.
Nella Cina continentale, il CSI 300 è lievitato del 2,01%.
Anche le borse europee sono positive. Il rinnovato interesse per gli asset rischiosi suggerisce che gli investitori si stanno stancando di questa situazione e prestano meno attenzione ai tweet e ai commenti pubblici di Donald Trump.
Sul mercato forex, la propensione al rischio ha contribuito al rialzo di Aussie e Kiwi.
Durante la seduta asiatica, l’AUD/USD ha guadagnato lo 0,25%, superando al rialzo la soglia a 0,72. La coppia NZD/USD è salita dello 0,20%, ma fa fatica a consolidarsi sopra il livello a 0,66.
La moneta unica è piatta e consolida i rialzi di ieri.
Dal punto di vista tecnico, la coppia non è riuscita a sfondare la resistenza a 1,1731 (61,8% di Fibonacci sulla svalutazione in atto fra maggio e agosto) per tre volte.
Sembra dunque sempre più probabile un ritracciamento verso l’area a 1,16.
Nel Regno Unito, i partecipanti al mercato restano ottimisti sui negoziati sulla Brexit. Dopo aver guadagnato lo 0,70% lunedì, la coppia GBP/USD si è stabilizzata intorno a 1,3140.
Da metà agosto, la coppia ha guadagnato più del 4% sull’ipotesi che il Regno Unito riuscirà a concludere un accordo decente con l’UE.
Qualsiasi notizia negativa – un ritardo nei negoziati o qualche concessione importante dal Regno Unito – innescherebbe forti vendite sulle coppie denominate in GBP.