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La solida propensione al rischio sostiene il rally globale delle borse

Pubblicato 03.06.2020, 10:26
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Il PMI servizi cinese ha fatto registrare il primo aumento da gennaio, al ritmo più veloce dall’ottobre del 2010, mentre il PIL australiano si è contratto dello 0,3% nel primo trimestre, leggermente meno del -0,4% stimato dagli analisti; stando ai dati API, la scorsa settimana le scorte di greggio USA sono diminuite di 500.000 barili. I dati più ufficiali, che diffonderà oggi l’EIA, dovrebbero confermare l’inaspettato calo delle scorte USA, a fronte della previsione degli analisti, che si aspettano un aumento pari a 3 milioni di barili.

Martedì la Germania ha annunciato un pacchetto di salvataggio da 100 miliardi di euro e ha approvato aiuti per 9 miliardi di euro per Lufthansa, facendo salire il DAX del 3,75%.

I dati economici migliori delle attese, insieme all’ottimismo per la riapertura delle aziende e per il supporto fiscale e monetario senza precedenti, continuano ad alimentare la propensione al rischio degli investitori, facendo confluire capitali verso gli asset rischiosi e le valute.

Il rally globale delle borse non mostra dunque segni di cedimento. I mercati azionari statunitensi hanno guadagnato sulla scia della brillante seduta europea di martedì.

Le azioni asiatiche hanno ampliato i rialzi. Il Nikkei e l’ASX 200 sono avanzati rispettivamente dello 0,86% e dell’1,59%, il Composite di Shanghai (+0,51%) e l’Hang Seng (+1,20%) hanno guadagnato nonostante le proteste a Hong Kong.

Anche l’attività sui futures del FTSE (+1,10%) e del DAX (+1,33%) fa presagire un avvio rialzista per la seduta di mercoledì. Il notevole recupero dei titoli del comparto energetico e delle materie prime dovrebbe continuare a fornire un discreto supporto all’indice delle blue chip britannico, e intanto si riprendono anche i finanziari.

Il dollaro USA continua a perdere terreno, spingendo le altre valute principali ai massimi da tre mesi. Il rendimento dei decennali USA ora ha superato la resistenza critica dello 0,70%, con gli investitori a caccia di asset più rischiosi e più redditizi.

L’EUR/USD ha sfondato la resistenza a 1,12, il cable ha toccato quota 1,2610 e l’USD/JPY ha finalmente ceduto ai corti sull’USD, superando la resistenza a 108,00 e compiendo un rally sugli stop sopra questo livello, scambiando a 108,84 per la prima volta da aprile.

Franco svizzero e oro mantengono comunque i guadagni, nonostante la resilienza della propensione al rischio. Il metallo prezioso è in agguato, nel caso di un improvviso capovolgimento della propensione al rischio globale; secondo alcuni investitori, l’attuale rally del mercato sarebbe, infatti, eccessivo, per cui dovremmo assistere quanto prima a una correzione.

In prospettiva, importanti dati ed eventi economici dovrebbero spingere o smorzare la propensione al rischio.

Sul fronte dei dati, gli investitori oggi monitoreranno le cifre definitive sui PMI servizi di maggio. I PMI manifatturieri diffusi all’inizio della settimana hanno riservato per lo più sorprese al rialzo, soprattutto nelle economie europee più colpite, come Francia, Italia e Spagna. Rilevamenti altrettanto positivi potrebbero far sperare in una ripresa migliore di quanto previsto in precedenza, con le economie che stanno entrando nella fase di normalizzazione.

Oltremanica, invece, il PMI britannico sui servizi, che dovrebbe essere balzato da 13,4 a 28,0 punti a maggio, potrebbe deludere le attese degli analisti, dal momento che nel Regno Unito il lockdown per il Covid è iniziato con un paio di settimane di ritardo rispetto all’Europa continentale, e gli investitori dovrebbero mostrarsi più pazienti, in attesa di un miglioramento dei dati nelle prossime settimane.

Negli USA, il rapporto ADP sull’occupazione dovrebbe segnalare la perdita di altri 9,5 milioni di posti di lavoro nell’ultimo mese – cifra di gran lunga migliore rispetto al calo di 20 milioni registrato ad aprile – ma comunque preoccupante per la salute del mercato del lavoro statunitense. Poiché tutto si base sulle aspettative, un dato superiore alle attese dovrebbe sostenere l’idea che la ripresa post-Covid sarà più forte di quanto stimato in precedenza; una sorpresa negativa, però, potrebbe avere l’effetto contrario, mettendo di malumore gli investitori, ricordando loro che la crisi non è ancora finita e facendoli tornare con i piedi per terra.

Altrove, la Banca del Canada (BoC) dovrebbe mantenere il suo tasso overnight invariato al minimo storico dello 0,25%. Grazie al supporto derivante dall’aumento dei prezzi del petrolio, la BoC potrebbe aspettare di vedere l’impatto dei tassi vicini allo zero prima di intervenire di nuovo. L’USD/CAD è in calo, sulla scia del diffuso indebolimento dell’USD e del costante recupero dei prezzi del petrolio. La coppia sta testando al ribasso la media mobile a 200 giorni (1,3490). Gli indicatori tecnici puntano a condizioni di mercato ipervenduto, pertanto su questi livelli una certa correzione farebbe bene. Ma noi rivediamo il nostro outlook di medio termine per il loonie, da negativo a neutrale, a patto che, con la ripartenza delle economie, continui la costante ripresa dei prezzi del petrolio.

Il greggio WTI sta testando i $38 al barile. Questa settimana l’OPEC e la Russia dovrebbero annunciare altri tagli alla produzione, fino a 9,7 milioni di barili al giorno, quindi il 10% circa della produzione globale di petrolio. Tuttavia, poiché il calo della produzione e il miglioramento della domanda globale sono già ampiamente scontati, a breve potrebbe esaurirsi il potenziale al rialzo. L’annuncio di nuovi tagli alla produzione potrebbe quindi generare qualche presa di profitto prima del livello decisivo dei $40. Si osserva un supporto nell’area dei $35/33 al barile.

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