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La tua piazza di cripto è sicura? 4 segnali di pericolo e come difendersi

Pubblicato 13.02.2018, 14:00
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Man mano che l’universo delle criptovalute si espande e gli scambi sul fiorente mercato delle valute alternative aumentano, si sono sviluppati anche una serie di rischi inerenti ad essi.

Abbiamo parlato ampiamente di valute truffa e dell’aumento delle regolamentazioni governative.

Non altrettanto della legittimazione delle piazze di valute digitali, anche se attacchi hacker di alto profilo e crolli sulle piazze si ritrovano spesso al centro della scena (sebbene tali eventi spingano al ribasso i prezzi delle monete virtuali, almeno a breve termine).

Nel corso della breve storia degli scambi di criptovalute, ci sono stati alcuni incidenti che giustificano la due diligence degli investitori in merito alla piazza su cui pensano di operare.

Forse il crollo più significativo è quello che ha coinvolto Mt.Gox, una piazza di Bitcoin con sede a Tokyo dove è avvenuto un tonfo fraudolento del Bitcoin a un centesimo nel 2011, dopo che un hacker avrebbe utilizzato le credenziali del computer violato del revisore contabile della piazza per trasferire illegalmente un grosso numero di Bitcoin a se stesso.

Sebbene gli scambi sulla piazza fossero stati alla fine ripresi, nel 2014 Mt. Gox è stata chiusa dando la colpa agli hacker per altre ingenti perdite.

Meno di un anno dopo, nel 2015, Bitstamp è andato offline per via di un possibile attacco.

La piazza di Bitcoin con sede in Regno Unito e Slovenia ha vissuto una situazione simile nel febbraio 2014, andando offline nel corso di un’indagine per violazione della sicurezza.

Dopo l’interruzione del servizio, tuttavia, la piazza si è ripresa tornando in attività.

Nel 2017 la piazza di cripto-mining NiceHash con sede in Slovenia, ha rivelato che i suoi sistemi di pagamento erano stati violati e che erano stati rubati 64 milioni di dollari in Bitcoin.

Ciononostante, dopo una breve sospensione, le attività sono tornate alla normalità.

BTCUSD 60-Minute Chart

Proprio questo mese, BitGrail, una piazza italiana meno nota, ha annunciato di essere stata hackerata, perdendo quasi 195 milioni di dollari delle criptovalute possedute dai suoi clienti, soprattutto di Nano di cui secondo la piazza sono stati rubati 17 milioni di token.

Le successive dichiarazioni, oltre alla conseguente attività della piazza, potrebbero tuttavia indicare che la piazza avrebbe gestito male gli asset dei clienti e avrebbe cercato di nasconderlo con la notizia di una violazione.

Allo stesso modo, più di recente, la piazza Binance di Hong Kong ha bloccato gli scambi per via, ha dichiarato, di un aggiornamento del sistema, anche se molti temono che ci sia stato un attacco o qualcosa di peggio, la prolungata chiusura ha spinto i clienti a prelevare i fondi.

E ieri, Coinprism, una piazza di Dublino, ha annunciato che chiuderà l’attività il 31 marzo 2018, il motivo di tale decisione resta poco chiaro.

Quindi come fa chi è interessato al trading o all’accumulo di valute digitali ad individuare le piazze problematiche prima di iniziare gli scambi o a mettersi al riparo da possibili problemi di sicurezza?

Esiste un modo per sapere in anticipo se una piazza potrebbe implodere? Come si legge in un recente tweet di un acquirente scettico:

Problemi tecnici

Dror Medalion, Amministratore Delegato e co-fondatore di bitJob, una piazza P2P decentralizzata per studenti per lavori online a breve termine, evidenzia che al momento vediamo un sacco di piattaforme di trading che presentano bug ricorrenti o piazze che vengono davvero attaccate o che non riescono a rispettare gli impegni dei clienti. Tutte queste mancanze possono renderle il bersaglio preferito dagli hacker, soprattutto di attacchi DDoS:

“Uno degli attacchi più popolari è il DDoS, che punta a bloccare temporaneamente un sito caricando i suoi server con richieste infinite in un tempo brevissimo. Gli utenti devono essere molto attenti nel trading negli ambienti di criptovalute. Non dimentichiamo che non sono regolati. Molte piattaforme offrono ai trader un’esperienza molto sicura e facile, ma a volte non è semplicemente possibile sapere cosa succede dietro le quinte, quali problemi tecnici, politici o di affari si stanno presentando senza che gli utenti se ne accorgano”.

Xiahong Lin, fondatore di Bodhi, una piattaforma decentralizzata di previsioni sui mercati e in particolare su quello cinese, spiega che la principale priorità nel determinare su quale piazza operare è garantire prima la sicurezza dei propri token.

Il metodo migliore per salvaguardare la sicurezza dei propri asset digitali è non depositare alcun token sulle piazze. Afferma:

“Mantenere il controllo dei propri cripto-asset su un portafoglio locale o su un portafoglio hardware è molto più sicuro che consentire ad una piazza di controllarli. Nell’eventualità che la piazza venga attaccata, non sarete vulnerabili se i vostri fondi sono conservati sul vostro sistema personale. Se volete conservare i vostri cripto-asset su una piazza, sarebbe saggio iniziare con una che offre protezione per eventuali perdite di fondi, come i conti garantiti dalla FDIC per le piazze statunitensi. Questo consente alle piazze centralizzate di aggiungere ulteriore valore per i loro utenti. Le piazze che non offrono alcuna protezione sono di per sé rischiose”.

In alcuni casi, l’impatto delle regolamentazioni in un determinato paese può comportare un’improvvisa chiusura di una piazza. Medalion spiega che questa forma di “crollo” è generalmente del tutto inaspettata e non può essere sempre prevista.

La protezione migliore in questo caso consiste nel mantenersi aggiornati con le notizie al riguardo e con le politiche di regolamentazione sia nel paese di residenza che in quello dove ha sede la piazza scelta. Mette in evidenza come l’importanza di questo aspetto non possa mai essere sottolineata abbastanza.

Piazza depositaria o non depositaria?

Una considerazione rilevante che tutti gli investitori dovrebbero fare è: affidare gli asset digitali ad una piazza depositaria o non depositaria? Un accordo depositario significa che i token verranno custoditi nella piazza, mentre se si opta per una piazza non depositaria, le monete saranno lasciate in custodia solo al titolare. Il titolare si prende la responsabilità dei propri fondi salvando le chiavi private su portafogli non depositari.

Nolan Bauerle, direttore di ricerca di CoinDesk, nota:

“La prima domanda da porsi è se utilizzare una piazza depositaria o non depositaria. Le preoccupazioni per ciascuna sono diverse. Le piazze non depositarie che non custodiscono le chiavi private sono di solito piazze cripto-cripto. I segnali di avvertimento per le piazze depositarie di criptovalute legali iniziano dalla loro politica di congelamento: quale percentuale di chiavi private nascondono da internet?"

Ritiene che il peggiore attacco di BTC mai avvenuto sia quello che ha interessato Mt. Gox, che conservava la maggior parte di chiavi private in un portafoglio violato da un hacker.

Dror Medalion fornisce un altro dettaglio degno di nota:

Un’ultima cosa a proposito del livello di sicurezza della piattaforma. Gli utenti devono assicurarsi che ci sia una registrazione 2FA (con autenticazione a 2 fattori) e che il dominio sia memorizzato nei segnalibri, per evitare qualsiasi tentativo di phishing.

Sebbene le criptovalute siano una classe di asset in via di sviluppo, è certo che man mano che progrediscono lo faranno anche il miglioramento e il progresso della sicurezza.

Ciononostante, come con qualsiasi altro asset di investimento, la protezione migliore resta una furba due diligence ed una profonda conoscenza dello strumento e dell’ambiente di investimento.

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