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L’aumento dei tassi è solo uno dei rischi del mercato azionario

Pubblicato 21.06.2022, 13:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La Fed alza i tassi ma resta dietro la curva dell’inflazione

Mercoledì 15 giugno, la Federal Reserve ha aumentato i tassi di 75 punti base in un range tra 1,50% e 1,75%. La banca centrale non alzava i tassi di tre quarti di punto dal 1994. La Fed considera l’IPC core il dato più affidabile sull’inflazione in quanto alimentari ed energetici sono molto volatili. Ad una lettura core del 6%, il minimo del range dei tassi è un quarto del dato di inflazione preferito dalla Fed.

Il dato core potrebbe essere un miraggio nel contesto attuale, a causa dei significativi aumenti dei prezzi di alimentari ed energetici dovuti alla guerra in Ucraina, che ha cambiato la natura di questi mercati. La guerra crea un problema dal lato dell’offerta per l’economia. Gli strumenti della banca centrale tendono ad essere efficaci sulle dinamiche economiche dal lato della domanda.

La morale della favola è che con un tasso di interesse a breve termine tra l’1,50% e l’1,75%, la banca centrale è molto indietro rispetto alla curva inflazionaria, e questo può solo esacerbare la condizione economica.

Azioni che non crollano, ma scendono

Gli indici dei mercati azionari hanno mostrato massimi e minimi più bassi nel 2022. La pressione al ribasso ha iniziato ad intensificarsi a metà giugno.

Fonte: Barchart

Il grafico mostra l’S&P 500, l’indice di mercato USA più diversificato, al massimo storico di 4.818,62 il 4 gennaio. A 3.675 il 20 giugno, l’indice ha visto una correzione del 24%, con le vendite che sono ripartite con slancio dopo i dati sull’IPC.

NASDAQ Composite Daily Chart

Fonte: Barchart

Il tecnologico NASDAQ Composite ha raggiunto il picco prima dell’S&P 500, raggiungendo un massimo storico di 16.212,23 il 22 novembre 2021. Il NASDAQ si è attestato a 10.798 il 20 giugno, in calo del 33,3% dal picco di novembre, in quanto l’indice dei titoli tech ha perso circa un terzo del suo valore.

Dow Jones Daily Chart

Fonte: Barchart

Il DJIA potrebbe essere l’indice con la migliore performance, ma è sceso da 36.952,65 del 5 gennaio a 29.889 il 20 giugno, con un calo del 19,1%. L’azionario è sceso negli ultimi mesi, ma le vendite sono schizzate dopo gli ultimi dati sull’inflazione e dopo l’aumento dei tassi della Fed.

Intanto, i future dei bond trentennali sono scesi al minimo di 131-01 il 16 giugno, il minimo da gennaio 2014. I tassi dei mutui a 30 anni erano sotto il 3% alla fine del 2021 e sopra il 6% a metà giugno 2020. Un mutuo di 300.000 dollari costa più di 750 rispetto a sei mesi fa.

L’indice VIX è in salita ma non schizza

In passato, i trend dei mercati orso sono solitamente terminati dopo un brutto periodo di capitolazione in cui molti operatori dei mercati sono scappati verso le uscite di emergenza. Prima degli ultimi dati sull’IPC, il mercato azionario era in calo.

L’indice VIX riflette la volatilità delle azioni dell’S&P 500. La volatilità implicita è la prima a determinare le opzioni dei prezzi put e call, e le opzioni sono un’assicurazione sui prezzi. Il VIX tende a salire quando le azioni scendono in quanto gli operatori dei mercati proteggono i portafogli con un’assicurazione sui prezzi.

Mentre il livello base del VIX è salito nell’ultimo mese, l’indice non è schizzato, e ciò vuol dire che il mercato azionario non ha registrato una capitolazione generale.

VIX Weekly Chart

Fonte: Barchart

Il grafico mostra che la capitolazione del mercato azionario di marzo 2020 ha portato l’indice VIX al livello di 85,47. A 30,36 il 20 giugno, l’indice della volatilità è elevato ma non ad un livello che indica che il mercato azionario è vicino al minimo di una capitolazione.

L’aumento dei tassi è solo una parte del problema

La Fed e le altre banche centrali sono in una posizione scomoda in quanto devono affrontare un’inflazione dettata dal lato dell’offerta mentre hanno a disposizione solo strumenti per combattere l’inflazione dal lato della domanda. Inoltre, il calo delle azioni e del PIL nel Q1 aumentano le possibilità che si verifichi una recessione se l’inflazione continuerà a spingere i prezzi. La stagflazione è una brutta bestia.

L’aumento dei tassi pesa sul mercato azionario, ma la guerra in Europa, le tensioni tra le potenze nucleari mondiali e le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, con la prima economia mondiale divisa sulla politica, hanno alimentato una grande incertezza sui mercati in tutte le classi di asset.

Il calo dei mercati azionari e obbligazionari non ha segnalato alcuna capitolazione, il che potrebbe essere il fattore più ribassista per i mercati. Il VIX sopra il livello dei 30 non indica che i partecipanti al mercato siano in preda al panico.

L’aumento dei tassi è solo uno dei problemi che il mercato azionario statunitense sta affrontando in questo giugno 2022. È probabile che l’orso continui a guidare le azioni fino a quando il mercato non riuscirà a stabilire quello che potrebbe essere un minimo storico. Il modello più ribassista per le azioni potrebbe essere la continuazione di una situazione di “schiaccia la talpa”, in cui i nuovi minimi portano a rally che lasciano il posto a minimi più bassi.

Fate attenzione al mercato azionario, perché l’aumento dei tassi di interesse è uno dei tanti problemi che le azioni dovranno affrontare in questa metà del 2022.

Ultimi commenti

Molto interessante con osservazioni acute. In particolare l inflazione lato domanda e lato offerta. Anche analisi del VIX niente male.
oko9en,4evia della Navicella 10 (quartiere Celio)
Ci dovevate pensare prima caro incompetente! Al posto di essere AVIDI e continuare a tifare per QE e tassi a zero nelle fasi espansive, dovevate essere rigidi e chiedere con forza alle BANCHE centrali di svegliarsi! Ora e' TARDI
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