Le borse asiatiche hanno aperto la settimana contrastate. In Cina e Giappone i mercati sono rimasti chiusi per festività, l’ASX 200 ha guadagnato l’1,13%, invece a Hong Kong la borsa ha ceduto il 4% circa, sui timori che Donald Trump imponga nuovi dazi sulle esportazioni cinesi.
Con gli investitori già bombardati da dati economici deboli e utili societari scadenti sull’onda del rigido lockdown economico a livello globale per la crisi innescata dal coronavirus, il riaccendersi delle tensioni commerciali non farà che attenuare ulteriormente le speranze degli investitori in una sana ripresa globale una volta superata la crisi.
Donald Trump, che ha subito un durissimo colpo dai mercati azionari in vista delle elezioni presidenziali di quest’anno, dovrebbe trovare l’equilibrio fra l’incolpare la Cina per il virus e il convincere l’opinione pubblica a votare per lui, fornendo una base solida per la ripresa dell’economia.
Nel frattempo, sulla scia del fermo delle attività, c’è stato un crollo della produzione nelle fabbriche asiatiche e stamattina i dati PMI riferiti ad aprile per l’Europa dovrebbero confermare la peggiore contrazione mai rilevata; inoltre, il dato sugli ordini industriali negli USA, in uscita nelle prossime ore, dovrebbe mostrare una flessione del 9,2%.
Venerdì, il rapporto sull’occupazione USA dovrebbe rivelare un crollo senza precedenti nelle buste paga. Le buste paga non agricole dovrebbero diminuire di 21 milioni di unità. Le preoccupazioni per le cifre sul lavoro negli USA dovrebbero pesare sull’umore degli investitori per tutta la settimana, frenando l’acquisto di asset rischiosi.
Gli investitori potrebbero dunque dimenticare rapidamente la generosità dei pacchetti fiscali e monetari per circoscrivere le vendite sull’azionario.
Con l’aumento dei rischi di coda e il deterioramento della propensione degli investitori, le borse negli USA e in Europa si preparano a un avvio negativo. I futures sul FTSE sono scivolati dello 0,63%, quelli sul DAX sono in calo del 3,42%.
L’S&P500 continuerà probabilmente a cedere i rialzi verso la media mobile a 50 giorni, pari a 2.745 punti.
Sul mercato valutario, cresce la domanda di sicurezza sulla scia dei dati economici danneggiati dal coronavirus e delle rinnovate tensioni commerciali fra USA e Cina. Il dollaro USA trova richieste migliori in Asia, lo yen e il franco svizzero si sono rafforzati, mentre l’oro rimane richiesto sotto i $1700 all’oncia.
L’EUR/USD trova una solida resistenza vicino alla media mobile a 100 giorni (1,0976). I nuovi flussi verso l’USD, motivati dalla ricerca di sicurezza, dovrebbero incoraggiare un ritorno verso il livello a 1,08, pari al 38,2% del ritracciamento sull’ultimo rimbalzo.
Il cable, dal canto suo, è scivolato sotto il livello a 1,25 sulla scia del dollaro forte e potrebbe ampliare le perdite verso quota 1,2375, la media mobile a 50 giorni, dove ci aspettiamo di vedere un supporto.
Il greggio WTI trova offerte vicino ai $20 al barile; in prospettiva, le rinnovate tensioni commerciali fra USA e Cina dovrebbero gettare un’ombra sulla ripresa economica. Il prezzo del barile potrebbe tornare nell’area dei $15/10.
Infine, la decisione di Warren Buffett di continuare a tenersi stretto montagne di contante e liquidare i titoli delle compagnie aeree non ha contribuito a migliorare l’umore, mentre altri dati societari getteranno luce sulla portata dei danni economici per le società. E i risultati potrebbero non essere incoraggianti come quelli dei giganti della tecnologia diffusi la settimana scorsa.