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Le tensioni asiatiche spingono in alto il prezzo del petrolio

Pubblicato 16.10.2017, 10:58
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Nella notte i soldati Iracheni hanno assunto il controllo della città petrolifera di Kirkuk.


Le tensioni asiatiche spingono in alto il prezzo del petrolio in questo inizio di settimana.

In particolare in Iraq, il secondo produttore di greggio più grande dell'OPEC, l'esercito nazionale ha preso il controllo del distretto industriale di Kirkuk e della raffinerie petrolifere.

Il governo centrale non ha infatti alcuna intenzione di rinunciare ad un sito strategico come quello di Kirkuk, un città dominata dal popolo kurdo che nello scorso mese di settembre ha votato per veder riconosciuta la propria indipendenza.

Le aree controllate dalla etnia kurda dell'Iraq sono tra le più produttive del paese e contengono la gran parte delle infrastrutture energetiche.

Le tensioni in atto hanno il solo ed esplicito fine di ottenere il possesso dei giacimenti petroliferi, senza altre motivazioni politiche o economiche; per questo motivo non si prospetta una soluzione alla vicenda in tempi brevi, aumentando le possibilità di assistere ad un escalation delle quotazioni dell’oro nero.

Questa non è però l’unica ragione che ha sostenuto il prezzo del petrolio in questa mattinata; anche la vicenda delle possibili sanzioni statunitensi all'Iran ha giocato un ruolo significativo.

Venerdì scorso infatti il presidente degli Stati Uniti Trump si è rifiutato di certificare formalmente il rispetto dell’accordo sul nucleare da parte di Teheran, in vigore dal 2015.

Va ricordato che durante il precedente ciclo di sanzioni contro l'Iran, erano state tagliate le forniture di greggio di circa 1 milione di barili al giorno.

Analisi tecnica

Analizzando il grafico del crude oil su time frame giornaliero, il trend è ora impostato dal lato rialzista, dopo la formazione di tre minimi decrescenti nel corso della prima metà dell’anno.

Il quadro tecnico suggerisce la possibilità che i prezzi possano raggiungere il prossimo importante livello di resistenza, posizionato in area 61,50 dollari al barile (massimi dal 2015).

Filippo Giannini - TradingFacile.eu

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