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L’indice Dow aveva davvero bisogno di una catena di farmacie al posto di GE?

Pubblicato 21.06.2018, 12:50
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

La commissione del Dow ha rimosso General Electric (NYSE:GE) dall’indice di 30 componenti a mega-capitalizzazione, sostituendolo con Walgreens Boots Alliance (NASDAQ:WBA), una catena di farmacie.

Quello che stupisce non è l’evento in sé — lo avevamo previsto il giorno prima dell’annuncio — ma piuttosto il sorprendente ed inaspettato sostituto scelto dalla commissione.

In una dichiarazione rilasciata insieme all’annuncio martedì, David Blitzer, presidente della commissione, ha affermato che “il cambiamento apportato al DJIA rende l’indice un indicatore migliore dell’economia e del mercato azionario”, aggiungendo che “il DJIA diventerà più rappresentativo del settore dei beni di consumo e di quello sanitario dell’economia statunitense”. Ma il settore sanitario non manca tra le componenti del Dow, né quello della distribuzione.

Una catena di farmacie rappresenta davvero il giusto sostituto di un conglomerato multinazionale un tempo tanto potente? E soprattutto, rappresenta in modo adeguato l’attuale stato dell’economia USA e la varietà delle compagnie scambiate sul mercato azionario generale?

Tra i titoli del settore sanitario sul Dow troviamo Johnson and Johnson (NYSE:JNJ), Merck (NYSE:MRK), Pfizer (NYSE:PFE) e UnitedHealth (NYSE:UNH). Anche i titoli della distribuzione sono ben rappresentati. Sono presenti Coca-Cola (NYSE:KO), McDonald’s (NYSE:MCD), Walmart (NYSE:WMT), Nike e Home Depot (NYSE:HD). Alcune compagnie, come Procter & Gamble (NYSE:PG), rientrano in entrambe le categorie.

Qualcuno potrebbe dire che la scelta sia stata dettata dalla recente attività di fusioni ed acquisizioni che sta stringendo i mercati USA. Walgreens Boots Alliance, con una capitalizzazione di mercato attuale di 63,62 miliardi di dollari, rappresenta la fusione di successo di due compagnie la cui holding ha cominciato gli scambi negli Stati Uniti l’ultimo giorno del 2014. Questo potrebbe spiegare perché hanno scelto di non includere CVS Health (NYSE:CVS), una compagnia più grande.

Quest’ultima al momento è impegnata in un complicato accordo per la fusione con Aetna (NYSE:AET), che sta vedendo una forte opposizione da parte della American Medical Association. CVS, con una capitalizzazione di mercato di 71,95 miliardi di dollari ed azioni scambiate a 71,60 dollari, avrebbe più senso per quanto riguarda il peso. Ma l’incertezza relativa alla fusione la rende una scelta sbagliata per la commissione del Dow, che cerca una stabilità della compagnia.

Tuttavia, questa aggiunta aiuta il Dow a rappresentare meglio l’economia americana del XXI secolo? Secondo noi no.

Aggiungere altri rappresentanti della distribuzione, un settore che ha visto una certa difficoltà nella new economy, non prepara il Dow al futuro. Ci saremmo aspettati che l’indice Dow usasse questa opportunità per fare un bel salto in avanti. Invece ha semplicemente fatto passare il seguitissimo indice dal rappresentare la “vecchissima” economia manifatturiera USA a qualcosa di meno vecchio. Potremmo chiamarla l’economia di metà-fine XX secolo.

WBA Weekly 2015-2018

Walgreens ha ripreso con la crescita degli utili negli ultimi due trimestri sulla scia della ripresa dell’intero settore della distribuzione, dopo un anno di stallo nel 2017. Tuttavia, la riga dei risultati ha visto un calo negli ultimi due anni, per registrare una stabilizzazione solo nei primi due trimestri dell’anno fiscale 2018 (settembre-agosto). Nessuna crescita da questo punto di vista, finora. E le azioni in generale sono scese, a prescindere dal fatto che il titolo fosse salito dopo l’annuncio.

Considerato quanto sia stato solido il settore tecnologico USA nello scorso decennio, nonché la sua enorme e crescente presenza all’interno dell’economia americana - rappresenta attualmente circa il 25% della capitalizzazione di mercato totale dell’indice S&P 500 - non sarebbe stato più sensato scegliere qualcosa che avrebbe potuto bilanciare più accuratamente il peso del Dow 30?

Anche se Apple (NASDAQ:AAPL), IBM (NYSE:IBM), Intel (NASDAQ:INTC) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) fanno parte del Dow, questi quattro titoli tech insieme hanno un peso di solo il 13,5% sull’indice. Per bilanciare l’indice al fine di rappresentare più adeguatamente la direzione dell’economia USA avrebbero dovuto essere aggiunti più titoli del settore tecnologico.

Storicamente, la commissione del Dow è nota per le sue scelte conservatrici, quindi forse la scelta di una catena di farmacie non dovrebbe poi sorprendere così tanto. Ciononostante, se l’economia americana si sta evolvendo, continuare ad essere troppo conservatori potrebbe significare non tenere il passo.

Al momento, con Pfizer scambiato a 36,5 dollari (il titolo più economico dell’indice), ma con una capitalizzazione di mercato straordinaria di 211,87 miliardi di dollari, non ci sono altri candidati all’esclusione dall’indice Dow nell’immediato futuro. Se la commissione vuole davvero riflettere il mercato azionario statunitense e l’economia del paese, allora dovrà inventarsi una soluzione più creativa.

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