Un saluto a tutti e ben tornati in questa rubrica dedicata alle mie analisi di mercato. In questo primo appuntamento settimanale, in via esclusiva, voglio condividere un’analisi/riflessione estratta dal mio blog, in quanto la trovo molto interessante. Prima di entrare nel vivo dell’analisi come al solito vi ricordo che qualora aveste delle domande o semplicemente un’opinione da esprimere potete usare la sezione sottostante dei commenti, in cui possiamo interagire più attivamente. Potete anche sfruttare quello spazio per richiedere un’analisi su un titolo di vostro interesse qualora vi apprezziate il mio approccio all’analisi dei titoli (per non perdervi le mie analisi cliccando il pulsante “segui” riceverete una notifica nel momento di pubblicazione di un mio nuovo articolo). Inoltre di recente ho aperto un blog, i cui dettagli a riguardo sono presenti nel mio profilo Investing. Aggiungo infine che le prossime analisi su titoli minoritari, anziché proporle nei commenti come ho spesso fatto, le troverete nel mio “classico stile” sull’appena citato blog. Veniamo ora al vero contenuto di quest’articolo.
Il maltempo e il caldo eccezionale possono determinare un'inflazione più persistente in Italia?
Nelle ultime settimane si sente spesso parlare in modo alternato di fenomeni estremi di maltempo e caldo da record lungo tutto la penisola, ma oltre ad arrecare danni a persone, infrastrutture, ecc... questi fenomeni colpiscono anche i vari raccolti, di frutti ed ortaggi mettendo in difficoltà l'intero settore dell'agricoltura. Ora la domanda che mi frulla per la testa è: questi fenomeni sull'agricoltura possono avere delle ripercussioni a livello inflattivo, quindi comportare dei prezzi di molti prodotti in sostenuto aumento vista la poca offerta sul mercato?
D'altronde si sa, la legge di mercato vede un incontro tra domanda ed offerta che va a definire il prezzo di scambio, un aumento di domanda o una riduzione dell'offerta possono creare delle fluttuazioni al rialzo del prezzo del bene oggetto dello scambio. Secondo i dati rilevati dalla Coldiretti quest'anno è aumentato del +20% il consumo di frutta e verdura in Italia (soprattutto legato alle elevate temperature, le quali rendono più attraente il consumo di tali prodotti per trovare un fresco e dissetante ristoro), tuttavia allo stesso tempo si registrano colture di molti prodotti agricoli in seria difficoltà sia per il caldo che rovina il periodo di maturazione dei vegetali, sia per le violente grandinate e i forti venti che hanno devastato principalmente il Nord. Nonostante i tentativi di riparare le coltivazioni dal sole cocente, in molti casi si parla di un raccolto scarso o comunque notevolmente danneggiato, con una buona parte che non potrà essere venduta. Un esempio è dato dalle coltivazioni di angurie meloni: certe aziende sono arrivate a registrare una perdita che sfiora il 90% del raccolto, indicando un serio allarme, oltre che a dei prezzi molto alti per tali prodotti. Infatti quest'anno i prezzi delle angurie vede un aumento del +22% rispetto allo scorso anno e i meloni addirittura arrivano a +67%. Altri aumenti consistenti si registrano per carote (+70%), patate (+80%), pere (+85%) albicocche (+22%) e pomodori (+19%).
Se quindi uniamo questi aumenti consistenti di prezzo, derivanti dall'offerta ridotta, ad una domanda in aumento, abbiamo entrambe le componenti citate per creare un consistente aumento dei prezzi e mantenerlo tale per un periodo di tempo anche prolungato, stabilendo un grosso interrogativo rispetto al futuro dell'inflazione, in particolare quella alimentare (che già è molto alta, oltre il 10% nel nostro paese).
A mio avviso questa dinamica crea due effetti:
1. colpisce le famiglie in modo più consistente, in quanto i salari non sono in aumento ma ancora una volta i prezzi per i beni di consumo (in particolare di prima necessità) non accennano fermarsi, determinando delle spese più elevate a livello familiare; così facendo la riduzione del potere d'acquisto, i tassi di interesse alti, i salari che non aumentano e i prezzi che continuano a salire non creano un clima roseo per la lotta all'inflazione;
2. determina un'inflazione molto più resiliente e appiccicosa, più difficile da far scendere, e rappresenta inoltre un ostacolo allo sviluppo del paese questo tipo di elevata inflazione.
Di converso, a smorzare un po' la situazione ci sono latticini e carni in leggera flessione di prezzo ma pur sempre alti rispetto a un anno fa, così come la pasta che segna anno su anno un +13.5% al chilogrammo. Inoltre torna a far discutere la benzina, dopo i recenti rialzi dell'oro nero.
Siamo lontani dall'aver sconfitto l'inflazione.
Voi come la pensate? Mi farebbe molto piacere leggere la vostra opinione qui nei commenti!
Buon trading!
Disclaimer: il presente articolo non ha alcuna finalità di consulenza finanziaria e non rappresenta un consiglio su come investire o disinvestire i propri soldi. La consapevole valutazione dell'investitore non può essere in alcun modo sostituita, alla luce del personale profilo di rischio e della possibilità di perdere il proprio denaro.