Dopo aver segnato un nuovo massimo plurimensile lunedì, la sterlina britannica si è stabilizzata intorno a $1,3785.
Dall’inizio dell’anno la sterlina britannica e la moneta unica si muovono fianco a fianco; ciò suggerisce che il mercato era più concentrato sulla situazione legata a Trump che sul divorzio fra l’UE e il Regno Unito.
A nostro avviso, al momento si sottovalutano i rischi della Brexit e gli investitori sembrano aver dimenticato che l’UE ha il coltello dalla parte del manico e che sta assumendo una posizione più dura rispetto alle trattative sulla transizione.
Stamattina saranno rese note le cifre sull’inflazione di dicembre. Non si prevedono grosse sorprese: il dato primario dovrebbe scendere al 3% a/a dal 3,1% di novembre.
L’indice di fondo, che esclude gran parte delle componenti volatili, dovrebbe attestarsi al 2,6% a/a, in calo rispetto al 2,7.
Nonostante il miglioramento delle prospettive d’inflazione, è improbabile che la BoE intervenga a breve, giacché si prevedono solo due o tre rialzi nei prossimi 36 mesi.
Pertanto restiamo prudenti circa un ulteriore apprezzamento della GBP.