Il Parlamento britannico ha respinto sonoramente l’accordo faticosamente raggiunto da Theresa May con l'UE. La sconfitta era ampiamente prevista, ma la dimensione è un schiacciante schiaffo alla leadership della May ed evidenzia la necessità del piano B. La reazione sulla sterlina suggerirebbe che la speranza in una forma molto più morbida di Brexit, associata alla probabile estensione all'articolo 50. Ma la grande domanda che ci si pone è cosa succederà qualora dovesse subentrare un periodo di incertezza politica qualora la mozione di sfiducia presentata da Corbyn venisse approvata nella giornata odierna.
Anche se il Regno Unito ha stabilito per legge che entro il 29 marzo (con o senza un accordo) lascerà l’Europa, probabilmente si procederà speditamente verso un’alternativa. Un "no deal" è ancora una possibilità, ma ora ci sarà sicuramente interesse affinché ciò non avvenga. Tornando alla mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, probabilmente non passerà e il governo andrà alla ricercar di una via più accomodante che possa ottenere la maggioranza alla Camera di Comuni (dove, bisogna ricordarlo, circa il 70% dei parlamentari è a favore della permanenza del Regno Unito nell'UE).
Lontano dal Regno Unito le fluttuazioni nella propensione al rischio virano verso una discrete positività mentre il dollaro è in territorio misto. Ulteriori stimoli fiscali dalla Cina per combattere il recente rallentamento hanno contribuito a sostenere un rimbalzo del petrolio e delle azioni.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri al rialzo, l’S&P 500 +1,0% a 2.610 punti, mentre i futures hanno confermato con circa un +0,2%. I mercati asiatici sono stati incerti sul come interpretare le notizie Brexit, con il Nikkei -0,5% ma con lo Shanghai Composite sostanzialmente piatto. I mercati europei sono altrettanto combattuti, mentre nel forex l’euro è la valuta meno performante delle majors. Nelle materie prime la relativa debolezza del dollaro sta sostenendo l’oro e l'argento, mentre il petrolio greggio dopo il rimbalzo di ieri resta abbastanza stabile.
Sterlina ancora protagonista della giornata odierna, con l'inflazione relativa al mese di dicembre. Dato in pubblicazione alle 10:30 e l’indice principale dovrebbe scendere al +2,1% (da +2,3% a novembre) e si tratterebbe del livello più basso di inflazione da gennaio 2017, mentre il core dovrebbe rimanere a +1,8% (+1,8% a novembre). Le vendite al dettaglio USA delle ore 14:30 saranno un altro movers importantissimo e dovrebbe mostrare un aumento ex-auto del +0,1% nel mese di dicembre (+0,2% mese su mese a novembre), se confermato sarebbe comunque un dato positivo. Le scorte di petrolio dovrebbero confermare un altro calo di -3,0 milioni di barili (-1,7 milioni di barili la scorsa settimana), mentre le scorte di distillati dovrebbero aumentare di +1,5 milioni di barili (+10,6 milioni la scorsa settimana) e le scorte della benzina di +3,0 milioni (+8,1 milioni la scorsa settimana).