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Giornata cruciale per il Dollaro: NFP meno importanti dei salari. O tutto o niente

Pubblicato 02.02.2018, 10:16
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
TYZ24
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Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

Il dollaro, dopo il primo appuntamento FED (l’ultimo targato Yellen) ha confermato una sostanziale ripresa delle quotazioni soltanto rispetto allo Yen mentre rispetto alle altre majors continua a perdere terreno o comunque a mantenersi debole.

Ciò è da considerarsi sicuramente un segnale di preoccupazione da parte degli investitori, preoccupazione che i dati occupazionali in pubblicazione oggi pomeriggio non siano così forti da sostenere l’inversione del trend ribassista.

Il dubbio non riguarda tanto la creazione di nuovi posti di lavoro, ricordiamoci infatti che a dicembre i libri paga non agricoli si attestarono a 148.000 ovvero un valore estremamente inferiore alle attese.

Per gennaio è probabile un rimbalzo, anche importante, ma va detto che la maggior parte degli indicatori principali anticipatori degli NFP non sembrerebbero supportare tale ipotesi. Le aspettative indicherebbero un minimo di 180.000 posti di lavoro, ma non escludiamo che si possa balzare nuovamente oltre le 200 mila unità.

Al di là degli NFP l’obbiettivo sarà focalizzato sulla crescita dei salari e sul tasso di disoccupazione.

Si prevede un tasso di disoccupazione invariato, mentre la crescita dei salari potrebbe rallentare dopo un aumento di 2 mesi consecutivi. In un contesto di debolezza del dollaro, dove gli orsi non aspettano altro per azzannare la preda, una crescita dei salari inferiore alle aspettative con eventuale aumento del tasso di disoccupazione diventerebbe disastrosa. Ovviamente ben altro discorso qualora i salari, meglio ancora se il dato combinato, dovessero aumentare per il terzo mese consecutivo: a quel punto le prospettive inflazionistiche della FED, viste al rialzo, troverebbero supporto e il Dollaro potrebbe invertire la rotta.

A tal proposito non scordiamoci che i rendimenti dei Titoli di Stato stanno salendo. Un rialzo che sta portando, come detto, il Future US 10-Anni T-Note anni verso l’area chiave collocata tra 2,80 e 3%.

Un’area che andrebbe a facilitare un sostegno del biglietto verde, un’area che potrebbe guidare l’equity verso nuove poderose correzioni. Sul fronte azionario, difatti, stiamo registrando dei campanelli d’allarme con degli scivoloni – non ultimo quello di ieri – che potrebbero suggerire variazioni di sentiment.

Ma si sa, se salgono i rendimenti obbligazionari la liquidità tende a concentrarsi verso gli asset “di qualità”.

Quindi massima attenzione ai dati di oggi, perché ci potranno dire che ne sarà del Dollaro, che ne sarà dell’obbligazionario, che ne sarà dei mercati in generale.

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