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Mercati finanziari e incertezza: ripresa globale ancora in salita

Pubblicato 08.05.2020, 10:42
Aggiornato 19.11.2019, 12:30
Investing.com

Nonostante il calo della pandemia delle ultime settimane e la ripresa parziale delle attività industriali, i segnali provenienti dalle piazze di negoziazione ci dicono che la fumata bianca per la ripresa dei mercati dovrà sempre attendere. I mercati finanziari dell’era Covid-19 sanno bene che la ripartenza del sistema industriale non sarà sufficiente a garantire una ripresa a pieno regime del sistema economico. Servono certezze, da parte di Stati e banche centrali, che, nonostante in parte siano già arrivate, lasciano sempre forti dubbi sul futuro.

E’ comprensibile che ci sia grande voglia di recuperare almeno in parte le perdite subite nei mesi sin qui trascorsi, specialmente per coloro che a causa del recente crollo hanno perso una buona percentuale del proprio patrimonio. Il consiglio degli esperti però, è quello di prestare molta attenzione alla selezione di nuovi titoli da inserire in portafoglio. L’entusiasmo di voler vedere i listini prendere nuovamente quota non deve distogliere lo sguardo dalla situazione che vivremo nei prossimi mesi. Particolare attenzione servirà per non farsi trarre in inganno da quei titoli il cui prezzo sembra ancora “troppo basso”. A questo proposito è sempre bene farsi questa domanda: “Prezzi troppo bassi rispetto a cosa?” Rispetto a quattro mesi fa? Certo, rispetto alla quotazione di inizio anno i prezzi sono sicuramente più bassi. La sostanziale parte di discesa probabilmente c’è stata, ma ciò non significa che il ribasso sia necessariamente concluso. In borsa tutto è possibile, lo sappiamo. Potremmo anche vedere nel giro di pochi giorni i principali indici recuperare il 30%, ma quanto è probabile? In realtà, non molto.

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Tuttavia, la buona notizia è che non tutti i settori hanno risentito alla stessa maniera del forte crollo dei mercati. Nonostante la maggior parte dei titoli non sia riuscita ancora a riprendersi, ci sono settori a cui questa pandemia ha permesso di mostrare tutta la propria forza e invulnerabilità.

La forte pressione fatta sul settore Farma-Biotech per la ricerca del vaccino ha reso questo il “settore anti-covid” per eccellenza. Le aziende di questo comparto sono volate in borsa anche a causa della forte speculazione che ha ricoperto l’intero ambiente. Serviranno attente valutazioni per individuare quali aziende beneficeranno di questa situazione nel lungo periodo.

Inoltre, il settore agroalimentare, il settore delle telecomunicazioni e il settore della sicurezza informatica hanno recuperato le perdite in maniera abbastanza rapida.

In conclusione, andando ad analizzare in modo approfondito i vari settori è possibile trovare aziende che nel lungo periodo ne usciranno ancora più forti mentre altre vedranno l’inizio di una forte crisi che ne determinerà il periodo futuro. Infine, ci saranno settori che con la ripresa graduale dei consumi e della produzione riusciranno a ripartire seppur con qualche livido. Per quanto riguarda la ripartenza globale dei mercati, la sensazione è che ci sia da attendere ancora un po'.

Le conseguenze di questa pandemia sull’economia reale non hanno ancora dato modo di manifestarsi completamente. Supporre che la scoperta del vaccino restituirà la vita di prima, non tiene conto purtroppo, di quelli che sono stati gli effetti economici di questa pandemia. Certamente una volta trovata la cura potremo tornare ad esser liberi di muoverci e a riprendere definitivamente la nostra vita sociale. Tuttavia, gli effetti del virus sull’economia avranno bisogno di molto più tempo per essere “smaltiti”.

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La speranza di tutti risiede nell’efficacia di manovra delle banche centrali e degli stimoli fiscali dei vari Stati. Sicuramente si ripartirà, ciò che invece presenta minori certezze è quanti ripartiranno da subito e quanti ripartiranno per poi fermarsi nuovamente a causa dei fallimenti che purtroppo diverse imprese subiranno. Questi mesi di inattività hanno bloccato la produzione, ma non i costi fissi che ogni azienda ha continuare a pagare. E’ ormai chiaro che affinché l’economia possa riprendere il suo corso è necessario fornire liquidità alle imprese. Ma questa liquidità da dove proviene? O dalla banca centrale o dallo Stato. In entrambi i casi si tratta di denaro concesso a prestito, con un tasso di interesse vantaggioso, ma sempre di debito si tratta. Per completezza va ricordato che in questi giorni si sta valutando anche l’opzione di contributi a fondo perduto per alcuni settori, i quali faciliterebbero la ripresa. Ciò nonostante, la grande maggioranza di liquidità che verrà immessa nel sistema creerà nuovo debito. Questa pandemia ha evidenziato con molta forza i settori in grado di andare avanti in situazioni macroeconomiche avverse e quelli invece che in tali circostanze facciano maggior fatica. Dunque, seppur in un primo momento le iniezioni di liquidità nel sistema economico consentiranno la ripresa, solamente i business realmente sostenibili resisteranno nel lungo periodo.

La situazione di breve periodo è ancora più compromessa, se pensiamo alle recenti accuse fatte dal presidente statunitense Donald Trump nei confronti della Cina. Infatti, dopo aver dato lo stop ai finanziamenti verso l’OMS, accusato di aver insabbiato la diffusione del virus, la nuova accusa è ora verso la Cina, accusata questa volta di non esser stata in grado di gestire l’emergenza e di aver omesso informazioni che avrebbero aiutato la lotta a questa pandemia. Le minacce verso la Cina non finiscono qui. Il “Dragone rosso” è stato accusato informalmente da Trump di aver creato o modificato questo virus in laboratorio. Accuse molto pesanti. Tutto questo rumore forse per non ammettere di aver sottovalutato la potenza del virus sin dall’inizio. Ma il reale motivo per l’accesa reazione di Trump non interessa ai mercati, i quali come sempre parlano con i numeri che in questi casi fanno molto male. La “ciliegina sulla torta” è stata la minaccia di mettere nuovi dazi qualora la Cina non onori l’accordo firmato lo scorso gennaio, non mostrando nessuna clemenza per il periodo vissuto.

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Un forte uragano in un mare che da mesi è già in piena tempesta.

Questa breve analisi fa capire che l’incertezza che da molte settimane è presente sui mercati è lontana dall’andarsene in modo definitivo. La gran voglia di ripartire, specialmente per coloro che a causa di questo crollo finanziario hanno perso molto, rischia di essere un’arma a doppio taglio. Se le situazioni sopra descritte dovessero continuare a peggiorare, se l’incertezza si facesse sempre più forte, i prezzi che vediamo adesso sarebbero ancora “troppo bassi”? O li vedremo con occhi diversi?

Forse, il momento migliore per comporre nuovamente il nostro portafoglio potrebbe non essere ancora arrivato. Se non si è convinti che le aziende su cui vogliamo posizionarci possano avere un futuro prospero, aspettare una sostanziale e decisa ripresa dei mercati è il modo più saggio per tutelare il proprio portafoglio in un periodo caratterizzato da forti cambiamenti.

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