Mercati in rialzo ma i dati gridano recessione

Pubblicato 26.03.2025, 02:21


La seduta di Martedì 25 marzo, si è conclusa con una moderata tenuta per i principali indici statunitensi, in un contesto dominato da segnali contrastanti tra tregua commerciale e deterioramento macro. Lo S&P 500 ha archiviato la giornata a 5.776,65 punti, mentre il Nasdaq ha chiuso a 20.287,83. Il Russell 2000, indice rappresentativo delle small cap americane, ha guadagnato terreno chiudendo a 2.095,38 punti. Nonostante i recenti progressi, nessuno degli indici ha segnato nuovi massimi assoluti, segno che il mercato rimane cauto e selettivo nel posizionamento.


La notizia di un ammorbidimento nella politica tariffaria statunitense ha offerto una parziale distensione ai mercati. L’amministrazione USA ha scelto un approccio più mirato, abbandonando per ora l’ipotesi di dazi generalizzati. Un segnale positivo, ma che difficilmente potrà cancellare gli effetti psicologici accumulati nelle scorse settimane.
I dati di aprile saranno determinanti: è probabile che mostrino un indebolimento nella fiducia di imprese e consumatori, riflettendo le tensioni recenti.

Tutti i principali modelli previsionali — USA, Eurozona e Cina — convergono verso uno scenario di rallentamento economico. In questo contesto, risulta difficile sostenere una posizione long strutturale sull’azionario americano. Il mercato potrebbe trovare un punto di svolta solo in presenza di sorprese positive, come una revisione significativa dei dazi o un miglioramento inatteso nei dati macro USA.
Al momento, la posizione strategica rimane neutrale sull’equity, con preferenza per il comparto obbligazionario statunitense in ottica difensiva.

Il dollaro statunitense ha mostrato segni di stabilizzazione dopo settimane di debolezza. Il trade short USD — finora sostenuto dalla fragilità macro americana — sembra aver perso momentum, anche alla luce dell’imminente ribilanciamento valutario di fine mese.
I modelli tecnici stanno attivando segnali di vendita su GBP/USD, EUR/USD e AUD/USD, suggerendo un possibile minimo di breve periodo per il dollaro.
Azionario USA: il tech continua a trainare, ma occhio ai fondamentali
I titoli tecnologici si confermano il motore del mercato. Chiusure solide per:

  • Amazon (NASDAQ:AMZN): $205,71
  • Apple (NASDAQ:AAPL): $223,75
  • Adobe (NASDAQ:ADBE): $403,60
  • Tesla (NASDAQ:TSLA): $288,14
  • Microsoft (NASDAQ:MSFT): $395,00
  • NVIDIA (NVDA): $120,00 (dopo il frazionamento azionario)


Il mercato continua a premiare le large cap a elevata capitalizzazione e basso debito, in particolare quelle con esposizione globale e capacità di innovazione. Tuttavia, la sostenibilità di questi prezzi dipenderà dalla capacità delle aziende di difendere margini e guidance in un contesto macro incerto.

Dopo un avvio d’anno brillante per l’azionario europeo — trainato da stimoli fiscali e aspettative basse — emergono segnali di rallentamento anche nel vecchio continente. I modelli proprietari iniziano a indicare un deterioramento per l’Eurozona, che potrebbe risentire a sua volta della debolezza americana. Gli spread creditizi restano compressi, vicini alla soglia critica dei 100 punti base. Storicamente, spread contenuti sono compatibili con una buona performance dell’azionario. Tuttavia, un loro eventuale allargamento potrebbe segnalare l’avvicinarsi di una fase recessiva.


L’attuale scenario impone disciplina e selettività.
La strategia più efficace resta quella di un posizionamento tattico e flessibile, pronto ad adattarsi a eventuali cambi di rotta macro o geopolitici anche con strumenti di copertura.


Gianluca Masia – Analista Finanziario
Le opinioni espresse sono a scopo informativo e non costituiscono sollecitazione all’investimento.

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