Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Quando c'è un forte cambiamento nel sentiment sulle principali notizie geopolitiche, i mercati possono muoversi rapidamente.
Allo stesso modo una reazione istintiva tende a durare brevemente prima di una nuova stabilizzazione.
La reazione alla guerra commerciale USA-Cina ha colpito duramente la propensione al rischio ad inizio settimana e ha visto un significativo spostamento verso asset rifugio. Tuttavia già vediamo come i mercati si stiano nuovamente assestando cercando rimbalzi significativi.
I rendimenti obbligazionari sono cresciuti, lo yen giapponese ha liquidato i guadagni messi a segno prepotentemente la scorsa notte e le azioni americane hanno ripreso vigore.
Avendo raggiunto il 2,85% ieri, il rendimento del T-Bond a 10 anni è nuovamente superiore al 2,90% mentre il dollaro USA rimane forte per il semplice fatto che i differenziali di rendimento continuano a muoversi a suo favore.
Per farla breve, la propensione al rischio sta risalendo, ma in tema di curva dei rendimenti USA dobbiamo dire che procede a strappi con dei movimenti che non depongono a favore di una forza del biglietto verde a medio-lungo termine.
Nonostante ciò l’indice del dollaro sta premendo sui massimi di 95.15 registrati a ottobre / novembre del 2017.
La domanda che ci si pone è se con una stabilizzazione dei mercati il dollaro, che è stato recentemente considerato come porto sicuro, continuerà a rafforzarsi o meno.
La rottura EUR/USD sotto 1.1500 potrebbe rappresentare un indicatore molto importante, specie sul breve termine e sul fronte valutario l’attenzione sarà sempre focalizzata sul meeting a Sintra dove i governatori delle banche centrali parleranno a turno.
Wall Street ha chiuso la giornata di ieri al ribasso, con l’SP 500 -0,4% (dopo aver perso fino a -1,1% in mattinata) mentre i future sono scresciuti + 0,2% nel corso della sessione asiatica.
Anche i mercati asiatici hanno registrato un forte rimbalzo con il Nikkei + 1,2%, mentre i mercati europei appaiono più cauti.
La propensione al rischio e un dollaro più forte non promettono nulla di buono per l'XAU/USD che è ancora in difficoltà, mentre scorte in netto cali (API report) hanno contribuito a sostenere il petrolio.
Come detto a livello di calendario macro economico oggi l’attenzione andrà riposta soprattutto al forum dei banchieri centrali che si sta tenendo a Sintra, dove dalle 15:30 parleranno Jerome Powell (la Fed), Mario Draghi (ECB), Haruhiko Kuroda (BoJ) e Philip Low (RBA).
Attesa pertanto volatilità per il dollaro, l'euro, lo yen e il dollaro australiano.
Poi passeremo alle vendite di abitazioni esistenti delle ore 16 che dovrebbero crescere a 5.52m (da 5.46m il mese scorso). Le scorte di petrolio alle 16:30 dovrebbero darci una contrazione di -2.7m (da un calo di -4.1m di barili la scorsa settimana), mentre i distillati dovrebbero effettuare una scivolata -0.6m di barili (da -2.1 m della scorsa settimana) e anche le scorte di benzina sono destinate a calare -1,0 milioni di barili (-2,3 milioni la scorsa settimana).
Attenzione, a inizio di sessione asiatica, il PIL Q1 della Nuova Zelanda delle ore 24:30 per il quale ci si aspetta un + 0,5% (+ 0,6% precedente).