Nel mondo degli investimenti, guardare ai grafici è un po' come leggere il meteo: ciò che sembra una tempesta perfetta potrebbe rivelarsi solo una pioggia leggera (o viceversa).
Premio al rischio sull’equity: un viaggio nell’abisso
Il primo grafico, mostra il "Prospective Equity Risk Premium" (ERP), ossia la differenza tra i rendimenti attesi delle azioni statunitensi e quelli dei Treasury (tanto per chiarire: i titoli di Stato che dovrebbero essere la scelta più noiosa e sicura sul mercato).

Il dato più interessante? Negli ultimi anni, il premio al rischio è scivolato sotto lo zero, segnalando che, almeno su un orizzonte di 5-10 anni, i Treasury potrebbero offrire rendimenti superiori a quelli azionari.
Cosa significa tutto questo? In teoria, gli investitori dovrebbero essere incentivati a scegliere asset più rischiosi (le azioni) per ottenere rendimenti più alti. Ma quando il premio al rischio diventa negativo, il messaggio è chiaro: il mercato azionario non vale il rischio aggiuntivo. E non parliamo di un’anomalia momentanea: questa è una tendenza che si sta consolidando dal 2021, con poche speranze di inversione nel breve termine.
Ironia della sorte, questo dato arriva mentre gli investitori cercano disperatamente di trovare alternative ai Treasury, con i loro rendimenti che, pur in aumento, restano influenzati da un’inflazione che continua a mordere.
Gestori: una sovraesposizione pericolosa?
Passiamo al secondo grafico, che analizza le posizioni dei gestori di fondi nei future sull’equity statunitense.
Qui la storia cambia tono, ma non direzione: i gestori sono attualmente più sovraesposti rispetto alla media storica, avvicinandosi a livelli che solitamente indicano euforia di mercato. Tradotto in termini più semplici, si sta creando una situazione in cui le aspettative di rialzo sembrano già prezzate.
La linea tratteggiata che segna la deviazione standard ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere: ogni volta che le posizioni si sono avvicinate ai limiti superiori, il mercato ha generalmente reagito con un ridimensionamento (leggi: correzione o peggio). Eppure, qui siamo, ancora una volta, a giocare con il fuoco.
Conclusione: investitori tra incudine e martello
La combinazione di questi due indicatori dovrebbe preoccupare anche gli investitori più ottimisti. Da un lato, il premio al rischio suggerisce che il gioco potrebbe non valere la candela per le azioni rispetto ai Treasury. Dall’altro, l’elevata esposizione nei future segnala che il mercato è già fortemente sbilanciato su aspettative positive.
Quindi, cosa fare? Per ora, sembra che la strategia migliore sia quella di tenere i piedi ben saldi a terra e prepararsi a una possibile turbolenza. Perché se c’è una cosa che questi grafici ci insegnano, è che il mercato non perdona mai l’eccessiva sicurezza (o l’ingenuità).
Una cosa è certa: con dati come questi, il 2025 non promette di annoiarci.
Abbiamo preparato un video a riguardo lo trovate qui sotto, inoltre ci vediamo al webinar del 22 gennaio alle ore 18 qui su Investing.com!