C’era una volta un uomo che sfidò Wall Street.
Sfidò le banche.
Sfidò l’intero mercato.
E vinse.
Sto parlando di Michael Burry, uno di quegli investitori controversi, che parla poco e agisce molto.
Magari lo conosci come Christian Bale in The Big Short, ma oggi non parliamo del film.
Oggi parliamo del vero Burry, l’uomo che nel 2008 ha previsto il crollo immobiliare quando nessun altro ci credeva.
L’uomo che ha scommesso su GameStop prima che diventasse la rivoluzione Reddit.
L’uomo che ha anticipato l’inflazione americana post-Covid quando tutti i “professionisti” dicevano che era solo “transitoria”.
E oggi ancora una volta fa qualcosa di eclatante che merita di essere analizzato.
Ancora una volta controcorrente?
Michael Burry non è solo un investitore, è un vero e proprio pensatore laterale, uno che non ha sicuramente paura di andare controcorrente.Quel tipo di investitore che studia il rumore del mondo e sa distinguere la musica dal caos.
Lui non è uno di quelli che cerca follower su Twitter e non fa grandi interviste.
Semplicemente agisce, nel silenzio e nell’ombra.
Possiamo vedere cosa fa dai 13F che ogni trimestre mostrano i movimenti del suo portafoglio.
E l’ultimo 13F, quello relativo al primo trimestre del 2025, ha fatto tremare chiunque sappia leggere tra le righe.

Fonte: Dashboard Investors Investing PRO
Che cosa vedi?
Se la risposta è “nulla”, vedo solo un’azione… beh è la risposta giusta.
Nulla.
Analizzando il suo portafoglio su Investing PRO (che permette appunto di monitorare i big investor e vedere come si muovono e su cosa puntano), si può vedere che tutto ciò che aveva in portafoglio, ora non c’è più.
Sparito.
Da 77 milioni a 13: il crollo (voluto) del suo portafoglio
Facciamo un salto indietro.Alla fine del 2024, Michael Burry aveva un portafoglio di circa 77 milioni di dollari.
Una selezione di titoli accurata, prevalentemente tech cinesi: Alibaba, JD.com, Pinduoduo, Baidu, e altri.
Tutto questo era perfettamente coerente con la sua strategia a lungo termine: una scommessa sulla ripresa della Cina, un’economia in difficoltà, ma piena di potenziale.
Burry aveva scelto aziende leader, sottovalutate e che aspettavano solo una riaccensione dei motori.
Ma poi arriva il 2025 e boom: il suo portafoglio passa da 77 a 13 milioni.
Ha venduto tutto.
Tutto, tranne un titolo: Estée Lauder.
E non finisce qui.
Perché oltre ad uscire dal mercato, Burry ha iniziato a scommettere contro gli stessi titoli che deteneva fino a pochi mesi prima.
Sì, hai letto bene, ci ha scommesso contro.
Infatti si è riempito di put options (strumenti finanziari che guadagnano se il prezzo delle azioni scende), put options proprio contro le aziende su cui aveva puntato tutto: Alibaba, JD, Pinduoduo, Baidu, e in più anche Nvidia e Trip.com.

Fonte: 13F Scion Asset Management
Insomma una manovra chirurgica e radicale, ma anche estremamente coraggiosa.
Ma perché questa virata improvvisa?
Tre mesi.Questo è tutto ciò che è bastato a Burry per cambiare completamente la sua visione?
Gennaio, febbraio, marzo 2025. Tre soli mesi. Ma perché? Cosa è cambiato?
Nel suo nuovo mandato, Trump ha lanciato una guerra commerciale con la Cina: tariffe del 67% su un’ampia gamma di prodotti importati a cui la Cina ha risposto immediatamente con un 125%.
Gli USA a loro volta hanno alzato il tiro, con un impressionate 145%, per poi accordarsi ad un 30%.
E cosa fa Burry? Analizza. Calcola. Reagisce.
Magari ha capito che quelle aziende non sono più semplicemente “tech stock” ma sono diventate pedine di una guerra politica?
Forse è proprio questo che l’ha indotto a fare retro-front e puntarci contro.
Il contesto è potenzialmente cambiato e quando la narrativa cambia, Burry è il primo ad adattarsi.
La lista dei nuovi “nemici”
Vediamo dunque contro quali aziende Burry sta puntando:- Alibaba – regina dell’e-commerce cinese e pioniere dell AI, ora intrappolata tra regolamenti e sanzioni.
- JD.com – Vittima collaterale della logistica e della guerra commerciale.
- Pinduoduo – L’app “social commerce” amatissima dai giovani cinesi e in tutto il mondo con il suo prodotto “Temu”, ma ora esposta al rischio reputazionale.
- Baidu – Un Google (NASDAQ:GOOGL) cinese con enormi investimenti in AI, ma frenato dall’ambiente ostile.
- Nvidia – Sì, proprio lei, la stella assoluta dell’AI che innova giorno dopo giorno e contro cui solo un pazzo (o un coraggioso?) potrebbe puntare.
- Trip.com – Azienda di fama mondiale del turismo digitale, ma con quartier generale a Shanghai, anch’essa entrata nel suo mirino.
Queste sono le aziende contro cui si è posizionato.
Aziende che comunque sono ancora in una situazione di forte svalutazione rispetto il loro valore atteso, come visibile anche su Investing PRO.

Fonte: Dashboard Investing PRO
Ma che conservano delle previsioni di crescita interessanti, soprattutto se il mercato cinese dovesse ripartire forte.

Fonte: Dashboard Investing PRO
Dando un’occhiata ai singoli grafici, il forte sconto è ancora più visibile.

Grafico Alibaba

Grafico Baido

Grafico JD.com
Ma attenzione, Michael Burry non è un hater.
Ha tenuto queste aziende per 2 anni e probabilmente la sua visione a lungo termine non è cambiata.
Non le vuole nemiche, le vuole probabilmente perdenti, temporaneamente.
L’unica sopravvissuta: Estée Lauder
E poi c’è lei, l’unico titolo rimasto nel portafoglio di Burry: Estée Lauder.Ma perché?
Francamente questa non è un’azienda che metterei in portafoglio, e basta vederne velocemente due dati per capirlo.

Fonte: Analisi Salute “EL” Investing PRO

Fonte: Analisi Proiezioni “EL” Investing PRO
Ma sicuramente Burry ha visto qualcosa che ci sfugge, magari potremmo essere di fronte alla famosa teoria dell’indice del rossetto?
Quando l’economia va male, le persone non smettono di spendere, ma ridimensionano: invece del SUV, si comprano un rossetto.
Un piccolo lusso che ti fa sentire meglio senza colpire troppo il portafoglio.
Ovviamente scherzo, dubito che Burry si sia basato su questo, sarebbe fin troppo semplice la cosa.
La verità è che Estée Lauder ha passato momenti durissimi:
ricavi in calo, utili negativi, domanda debole in Asia e non solo.
Il titolo ha perso oltre l’80% dal 2021.

Grafico EL
Ma allora perché Burry è ancora posizionato?
Perché come abbiamo detto è un investitore molto particolare. Ama le occasioni, gli “scarti del mercato”, quelli che tutti hanno abbandonato.
Lui li guarda e si chiede: “C’è ancora un po’ di valore da spremere?”
È la vecchia strategia del “cigar butt” cioè trovare quel mozzicone abbandonato per terra, che ha ancora un tiro buono. E guadagnarci.
Estée Lauder oggi non è per niente attraente, però è sottovalutata.
E con un piano di ristrutturazione, nuovi manager e brand fortissimi (MAC, La Mer, Clinique), potrebbe effettivamente risalire, e posso scommettere che appena lo farà, Burry venderà.
Ma le cose potrebbero essere già cambiate
Tutti amano leggere i 13F di Burry e degli altri grossi investitori di Wall Street, ma dobbiamo stare attenti, soprattutto per personaggi come Michael.
Infatti:
- I dati sono vecchi: Il 13F è pubblicato 45 giorni dopo la fine del trimestre.
Quindi per quanto ne sappiamo Burry potrebbe aver già chiuso i Put ed aver riacquistato le aziende menzionate prima. - Burry è un “trader” nel corpo di un value investor: Studia come Buffett, ma agisce come uno squalo di Wall Street. Compra. Vende. Pivota di continuo.
Quindi se pensi di copiarlo come magari si può fare con Buffet (che invece tende a tenere i business in portafoglio più tempo), potresti essere in ritardo.
Per questo è importante prendere con le pinze quello che leggiamo sul 13F di personaggi come Burry, e concentrarci piuttosto a capire come prendono le scelte che fanno.
Analizzando i loro portafogli negli anni, possiamo capire come si muovono, come reagiscono agli eventi del mercato e quindi come appunto “scelgono”.
Personalmente mi piace molto studiare i portafogli dei big del calibro di Buffet, Burry, Ackman o Pabrai, prima di prendere delle decisioni di acquisto.
Integro Investing PRO nella mia strategia proprio perché mi permette di analizzare e filtrare i portafogli di mio interesse in base a tonnellate di indicatori, semplificando enormemente il mio lavoro e rendendolo più veloce ed efficiente.
Se ti interessa approfondire Investing PRO, lo puoi trovare qui.
Potrebbe tornare long (o magari lo è già)?
Ecco dunque il paradosso che abbiamo menzionato: domani potremmo leggere un nuovo 13F e scoprire che Burry è tornato a puntare su Alibaba. Magari dopo che le tensioni si saranno allentate un po’.
Dopotutto ha tenuto quelle aziende per due anni, e il fatto che le abbia scaricate oggi non significa che non le ricomprerà domani (o che magari siano già tornate nel suo portafoglio).
Cosa possiamo imparare?
Il punto non è mai prevedere il futuro, ma sapersi adattare.Il punto è saper cambiare idea e cogliere le finestre temporali che ci si presentano per fare meglio.
Essere abbastanza umili da ammettere che ciò in cui credevamo ieri, oggi magari non funziona più. Ma anche abbastanza coraggiosi da agire di conseguenza.
Il mondo premia chi sa adattarsi, chi pensa in modo indipendente e agisce.
Chi, come Burry, ascolta sé stesso anche quando il resto del mondo ride o da del pazzo.
E forse la vera lezione è proprio questa: non devi essere sempre nel giusto.
Devi solo essere disposto a muoverti prima degli altri e se necessario, cambiare il tiro.
Non copiare Burry, Buffet o qualsiasi altro grosso investitore.
Studiali, comprendili e poi scegli per te.
Perché il tuo miglior investimento non sarà mai un’azione…
…sarà sempre il tuo modo di pensare.
Un abbraccio,
Stefano