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Morning adviser, dietrofront dei mercati

Pubblicato 26.03.2013, 09:16
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
FTSE Mib giù del 2,5%, Ibex del 2,27%, Dax e Cac40 rispettivamente a -0,51% e -1,12%, FTSE 100 a -0,22% e Dow Jones a -0,44%.

E’ sufficiente gettare lo sguardo a questi numeri per capire la giornata che si è vissuta ieri sui mercati finanziari, un lunedì nero che verrà sicuramente ricordato.

Tanto più se si pensa che l’accordo che si era trovato nella notte tra domenica e lunedì sul salvataggio di Cipro, che prevede un’iniezione di liquidità da parte della Troika di 10 miliardi di euro a fronte di un diretto contributo di azionisti, obbligazionisti e depositanti non garantiti per il salvataggio delle banche, aveva instillato entusiasmo generale provocando la rapida risalita del cambio Eurodollaro fino a quota 1,3050 e l’apertura positiva dei listini azionari.

E’ bastato però che, dopo la comprensibile e momentanea euforia, gli operatori metabolizzassero tutti i difetti e i rischi dell’operazione di bailout cipriota per causare massicce vendite di euro e di stocks europee.

Il “modello Cipro”, è innegabile, cela delle legittime preoccupazioni di contagio sistemico acuite peraltro da dichiarazioni non certo brillanti come quelle del neo Presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem che ha perfino accennato alla possibilità di un’estensione di questa risoluzione ad altri paesi europei, salvo poi correggere il tiro e rivendicare l’eccezionalità di quanto deciso, evidentemente circoscritto alla realtà cipriota caratterizzata da un’incredibile relazione tra la ricchezza che produce e le dimensioni del suo malato sistema bancario.

La partecipazione degli azionisti e in secondo luogo degli obbligazionisti al sostegno di un istituto bancario, e quindi non solo agli utili ma anche alle perdite, di per sé può rappresentare un corretto modello di risoluzione delle crisi (come avviene in un sistema di libero mercato per una qualsiasi altra azienda non bancaria), dal momento che protegge i cittadini contribuenti dagli oneri del salvataggio delle banche (cosa che purtroppo dal 2008 non è avvenuta praticamente mai) per disastri non di certo provocati da quest’ultimi.

Decisamente più allarmante è invece il contributo dei correntisti, seppur tecnicamente non garantiti dalla legislazione UE per i depositi superiori ai 100 mila euro: il prelievo forzoso sui depositi della Bank of Cyprus oltre tale soglia sarà verosimilmente del 30%.

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E’ il valore simbolico di questa tipologia di intervento perciò a creare forti tensioni, immediatamente scontate dai prezzi; i potenziali rischi di effetto a catena che causerebbero le famose “corse agli sportelli” dei correntisti che evidentemente perderebbero la sicurezza di vedersi corrisposti i propri risparmi per intero, sono infatti reali così come le implicazioni che ne deriverebbero e che in primo luogo si estrinsecherebbero in imponenti spostamenti di capitali dagli istituti di credito dei paesi a rischio (Sud Europa) verso quelli ritenuti sicuri (Nord Europa), con i primi che si troverebbero a rischio liquidità che quindi acuirebbe la stretta del credito al sistema produttivo e deprimerebbe ancor più la già inesistente ripresa economica.

La pericolosissima spirale che è vicina ad innescarsi è perciò il vero market driver ora e non sono sufficienti certo le dichiarazioni che provengono dalla BCE circa la prosecuzione dell’ELA (Emergency Liquidity Assistance) verso le banche cipritote, a poterla svilire.

Il cambio Eurodollaro è in qualche modo il termometro di quanto sta avvenendo: il ribasso di 2 figure di ieri è stato certamente eccezionale, anche banalmente paragonato al range medio di escursione giornaliera del suo prezzo, ma ancora una volta non è stato in grado di rompere con decisione i supporti venutisi a creare in area 1,2850, livello peraltro tecnicamente molto importante anche per il transito di un importante indicatore come la media mobile semplice a 200 periodi sul grafico giornaliero.

La tenuta, se dovesse proseguire oggi, deve comunque essere letta in una paradossale forza dell’euro nei confronti del dollaro americano seppur i motivi risultino sempre più difficilmente spiegabili, laddove neanche a fronte di notizie così sconvolgenti il cambio converge verso livelli certamente più equi nel medio periodo.

Ora però la divergenza tra i fondamentali macro tra Europa e Stati Uniti potrebbero acuirsi (dimostrazione sono i recenti PMI a stelle e strisce), così come profonda rischia di essere la discrepanza tra i due sistemi finanziari come banalmente si può notare tra lo spread dei CDS bancari tra le due macroaree.

Gli attuali livelli del cambio sono estremamente delicati e probabilmente risulteranno come il principio del percorso di ribasso del valore della moneta unica nei confronti del greenback.

EUR/USD
Price action eccezionale quella del cambio principe, prima sugli scudi nella mattinata fino ad un valore di 1,3050 e poi sprofondato di due figure fino a minimi a 1,2830. Il perforamento della media semplice giornaliera a 200 periodi è stato ancora una volta parziale e non in grado di portare il prezzo quanto meno sui primi e importanti supporti in area 1,2810. L’oscillatore stocastico, ancora su time frame daily, risulta peraltro ancora orientato al rialzo ed evidentemente in divergenza con il prezzo. Scendendo su time frame a 4 ore e orario è visibile un pennant ribassista che potrebbe manifestarsi al cedimento prima di 1,2860 e poi sul break dei minimi a 1,2830 per target immediato a 1,28. Un superamento del livello di 1,2885, coincidente con il passaggio della media mobile a 21 periodi su grafico orario, potrebbe riportare il prezzo a retest in area 1,2940 e 1,2965 in estensione.

USD/JPY
La divergenza tra prezzo e oscillatore stocastico evidenziabile su time frame giornaliero si è ieri dimostrata efficace superando il suo cruciale test, quello cioè rappresentato dalla media mobile esponenziale a 21 periodi passante per 94,60, fino al raggiungimento dei minimi a 93,50. Molto potente anche in questo caso è stato il break dei minimi, successivo alla contrazione di volatilità, a 94,15, che diventa ora il benchmark di supporto per il cambio, alle prese del test della media a 21 su grafico orario che se superato potrebbe dapprima condurre a 94,50 per rivisitazioni di 95,10. Se si trattasse di pullback potremmo assistere invece ad una ripresa dei minimi.

EUR/JPY
Il cuneo di continuazione rialzista visibile ormai da tempo sul grafico giornaliero è stato ieri fortemente messo in discussione, sul contemporaneo storno dei cambi originali Eurodollaro e UsdJpy. Il rettangolo che si era venuto a creare su time frame ridotti, ciclicamente molto preciso, tra il 124 e il 122 è stato con precisione rotto al ribasso per tentativi di rottura della figura più grande fino a minimi addirittura a 120. Il rientro nel cuneo potrebbe permettere la ripresa del 122 e successivamente del 122,50, mentre un pullback sul pivot a 121,65 consentirebbe la ripresa dei minimi con tentativi di affondo verso il primo target ribassista di riferimento a 119,20.

GBP/USD
Non subisce una particolare battuta di arresto la risalita del cable, come dimostra il solo avvicinamento alla trendline rialzista di congiunzione dei minimi crescenti a partire dall’1,4850. Non siamo giunti infatti su supporti rilevanti al ribasso con il prezzo che potrebbe tentare la ripresa dell’importante 1,5220 per ritorni sui massimi relativi a 1,5270. Il break del livello dinamico passante per 1,5150 potrebbe invece essere foriero di un importante ribasso verso l’1,5070.

AUD/USD
Praticamente immune dal pesante ribasso di ieri questo cambio che è andato a stabilizzarsi attorno all’1,0450 per potenziali riprese bullish in grado eventualmente di violare i massimi recenti per approdi verso l’1,0515. L’arresto a 1,0480 potrebbe portare a un pattern di inversione di doppio minimo per i supporti dapprima a 1,0450 e 1,0420 poi.

Ger30
Precisa la price action dell’indice tedesco, rimbalzato ieri perfettamente a 8,030 per poi stornare violentemente in maniera altrettanto precisa sul decisivo supporto a 7.855. Importante, per una view più ampia del prezzo, è la media a 21 giornaliera in queste ore testate e potenzialmente in grado di permettere ripresa delle quotazioni. I livelli statici, naturalmente i più importanti in ordine gerarchico, sono il 7.921 su cui il prezzo potrebbe rimbalzare per riprendere i minimi che se rotti farebbero approdare a 7.785 e avviare un percorso ribassista potenzialmente ampio. Il superamento di 7.921 invece sarebbe indicativo per il 7.955.

Davide Marone
DailyFX Analyst




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