L’inizio del 2019 è stato stellare per Netflix (NASDAQ:NFLX). Malgrado il pessimismo degli investitori che pesa sui mercati in generale, le azioni del colosso dello streaming sono già schizzate di quasi il 21% quest’anno, superando tutti gli altri titoli tech ad alta crescita nello stesso periodo.
Soprattutto, il titolo ha segnato un’impennata del 37% dal fondo toccato il 24 dicembre, dopo aver perso quasi il 43% del suo valore nel diffuso allontanamento dal rischio avvenuto nel semestre precedente, un forte selloff che non ha risparmiato nessuno dei famosi titoli FAANG.
La portata della ripresa di Netfix suggerisce che gli investitori credano fermamente che il titolo sia stato ingiustamente punito durante questa correzione e che i solidi fondamentali della compagnia restano intatti.
Ciò che differenzia Netflix dalle altre compagnie di contenuti di intrattenimento è il suo prezzo basso, l'aggressiva creazione di contenuti e la forte attrattiva globale. Questi tre fattori dovrebbero mantenere gli investitori fiduciosi sul colosso dello streaming, anche se il macro-ambiente non è più favorevole per i titoli ad alta crescita.
L’ultimo esempio del suo predominio è rappresentato dall’uscita a metà dicembre di “Bird Box”. L’horror, con Sandra Bullock, è diventato talmente popolare da essere ora un fenomeno culturale e social. In effetti, Netflix raramente rilascia i dati sulle visualizzazioni dei propri contenuti, ma nel caso di “Bird Box”, la storia di una madre che cerca di proteggere i propri figli da una forza omicida, la compagnia ha reso noto che ben 45,3 milioni dei suoi 137 milioni di account ha guardato almeno il 70% del film nella prima settimana di uscita, un record.
Un’altra uscita di dicembre su Netflix, il film messicano “Roma”, ha vinto due Golden Globe domenica, come miglior film straniero e miglior regista. Questa vittoria ha contribuito a spingere il titolo lunedì. Il film viene anche considerato uno dei migliori candidati per la vittoria dell'Oscar come miglior film straniero.
Si riducono le probabilità ribassiste
Secondo noi, successi simili fanno diminuire le probabilità ribassiste di Netflix, possibilità che si basavano sulle massicce spese della compagnia per il marketing e i contenuti. Gli orsi di Netflix affermano che la spesa per i contenuti della compagnia (che raggiungerà i 12 miliardi di dollari, si stima, per lo scorso anno) semplicemente non sia sostenibile. E se l’economia dovesse andare male e i mercati del credito si inasprissero, potrebbe essere difficile per Netflix finanziare il suo ambizioso budget per i contenuti.
Ma finora la più grande rete di pay-TV online al mondo ha battuto le aspettative. Continua ad aggiungere abbonati ad un ritmo che sorprende persino molti dei suoi fan più rialzisti.
Nel terzo trimestre, Netflix ha aggiunto più abbonati di quanto previsto dagli analisti ed ha fornito previsioni ottimistiche sul trimestre terminato a dicembre. Prevede di aggiungere 28,9 milioni di clienti in totale quest’anno, un record per la compagnia con 21 anni di storia.
Secondo noi, Netflix è tra i pochi titoli tech che possono resistere ad un ribasso prolungato ed emergerne più forti. Il motivo principale del nostro ottimismo è il successo della compagnia nell’attirare sempre più abbonati a livello globale, su una varietà di mercati regionali dove sta ancora cominciando ad espandersi.
La strategia di Netflix per l’espansione globale dimostra di avere ancora ampio spazio di crescita. Nel terzo trimestre, l’84% della crescita degli abbonati di Netflix si è registrata in zone come il Brasile, il Regno Unito, il Canada e l’India. Sebbene Netflix stia affrontando pressioni sui costi e una certa saturazione nel mercato statunitense, le opportunità globali dei video in streaming sono talmente grandi che la compagnia avrà ancora molto spazio di crescita prima di registrare un picco della crescita in regioni al di fuori degli Stati Uniti.
Inoltre, inondando il mercato con nuovi titoli, Netflix è in grado di rivolgersi a tutte le fasce d’età, rendendo difficile agli utenti andare altrove. Nel terzo trimestre del 2018, il gigante dello streaming ha rilasciato ben 676 ore di programmazione originale. E, ancor più importante, non c’è niente che indichi che abbia raggiunto un tetto da questo punto di vista.
Scambiato a 320,27 dollari alla chiusura di ieri, pensiamo che ci siano ampie possibilità di rialzo, soprattutto se la compagnia dovesse pubblicare un altro straordinario report sugli utili giovedì 17 gennaio dopo la chiusura. Secondo il prezzo obiettivo su 12 mesi degli analisti, il titolo ha un potenziale di rialzo del 25% dal livello attuale.
Morale della favola
Considerati il basso costo (l’abbonamento mensile standard parte dai 10,99 dollari al mese), la tecnologia all'avanguardia e la portata dei contenuti offerti, non ci sono rivali che possano costituire una seria minaccia per Netflix nell’immediato futuro. E questo rende il titolo un’ottima scelta per chi voglia aggiungere al proprio portafoglio un titolo tech a crescita di qualità, traendo al contempo vantaggio dal recente tonfo.