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Nuove norme sulle criptovalute all’orizzonte? Dipende da dove vi trovate

Pubblicato 09.02.2018, 10:40
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Martedì la U.S. Commodity Futures Trading Commission (CFTC) si è occupata della regolamentazione delle criptovalute. Per molti si è trattato di un evento gradito, anche se forse un po’ in ritardo; per altri, indica la possibile fine di ciò che ha reso lo spazio delle criptovalute così attraente: l’interazione relativamente libera concessa ai partecipanti oltre ad una strada aperta all’innovazione, senza le restrizioni che circondano le valute legali nonché altre classi di asset.

Tuttavia, dopo una settimana relativamente traumatica in cui i prezzi del Bitcoin sono crollati, ad un certo punto persino sotto il riferimento di 6.000 dollari, non era un evento né inaspettato né ingiustificato. Inoltre, un commento reso dal Presidente della commissione J. Christopher Giancarlo ha dato speranza persino ai fan più irriducibili delle cripto:

“Rispettare l’interesse in questa nuova tecnologia con un approccio normativo ponderato è qualcosa che dobbiamo a questa nuova generazione”.

Quanto velocemente verrà implementata davvero la regolamentazione? Di cosa devono essere consapevoli gli investitori di criptovalute in futuro?

Come il Selvaggio West

Nell’ambiente attuale e relativamente poco regolato, ognuno ha fatto perlopiù quello che ha voluto, nota Martin Wos, co-Amministratore Delegato e CVO di Block Stocks. Ovviamente, questo fornisce un certo numero di opportunità ma anche dei rischi sostanziali. Wos lo dipinge come un ambiente fastidioso, paragonando la scena esistente delle cripto al fuorilegge Selvaggio West.

“Da una parte, è facile comprendere la scelta di molti governi di dire o fare poco scegliendo un approccio defilato per osservare bene la situazione. D’altra parte, c’è chi sceglie di mettersi al riparo cercando prima di proibire le cose nuove e poi di implementare nuove norme per proteggere gli investitori, come ad esempio ha fatto la Cina (sebbene la Cina abbia anche altre ragioni per aver agito in questo modo). Inoltre, alcuni governi sono molto lenti e ci mettono molto tempo per prendere delle decisioni, il che, secondo me, è fatale per quanto riguarda il mondo in rapida crescita delle cripto”.

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Singapore e Svizzera favorevoli

Bisogna notare, tuttavia, dice Wos, che ci sono già delle norme favorevoli in alcune parti del mondo. Il governo di Singapore, in una serie di dichiarazioni rilasciate lunedì, ha indicato che intende rimanere un ambiente permissivo sia per gli scambi di criptovalute che per le innovazioni blockchain. Così anche la Svizzera. Il ministro dell’economia del paese europeo di recente ha riferito ai giornalisti che la Svizzera vuole diventare “la cripto-nazione”.

Jeppe R. Stokholm, un avvocato danese che opera a Zurigo, è specializzato in cripto-giurisprudenza. Mette in evidenza, tramite un esempio di utilizzo regionale, quanto la Svizzera stia supportando le cripto:

“Nel Canton Zugo, è consentito pagare con le cripto per servizi governativi, come biglietti dei treni e degli autobus. Si trovano numerose macchinette ATM dove è possibile comprare la valuta digitale o convertirla in denaro, e persino fiorai, parrucchieri, ristoranti, hotel, panetterie, fornitori di intrattenimento e negozi di calzature pubblicizzano la possibilità di accettare le criptovalute come forma di pagamento. Non deve meravigliare che il Canton Zugo sia chiamato “Cripto Valley” e che attragga sviluppatori di criptovalute ed imprenditori da tutto il mondo”.

Tuttavia, avverte che lo stato legale dei pagamenti con valute digitali cambia da una giurisdizione all’altra ed è ancora indefinito o transitorio in molte di esse. Non esiste ancora un approccio uniforme condiviso dalle nazioni per gestire le questioni legali legate alle criptovalute, né esistono standard internazionali.

L’eredità dell’economia pianificata implica maggiori norme cinesi

Ovviamente, come probabilmente sanno molti investitori delle criptovalute, non tutti i governi sono così ben disposti come i due citati prima. Alcuni, come la Cina, vietano le attività di criptovalute da mesi ormai. Eiland Glover, Amministratore Delegato di Kowala, un’impresa che sta costruendo in modo autonomo una valuta digitale utilizzando il Protocollo Kowala, si concentra sull’ambiente più regolamentato della seconda economia mondiale:

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“La Cina ha un’eredità di economia pianificata e le autorità normative hanno reso chiaro a parole e con i fatti che intendono reprimere qualunque attività di criptovalute che possa minare il potere del governo sull’economia. Prevedo che i regolatori cinesi vietino tutte le criptovalute tranne quelle ufficiali, o ufficiali di fatto, e che siano i pionieri del potenziale di sorveglianza di questa tecnologia.

I regolatori statunitensi tendono ad andarci più piano e ad intervenire man mano che avvengono degli abusi. Le vaghe parole delle leggi relative alle obbligazioni e alle materie prime USA garantiscono ai regolatori del paese ampio margine di manovra: la loro sfida sarà interpretare queste leggi in modo tale da dissuadere e punire i malfattori senza spingere gli innovatori tra le braccia di un altro paese o, peggio, in clandestinità".

La volatilità costringe alla regolamentazione

Tuttavia, le recenti impennate e i forti tracolli dei prezzi delle criptovalute, oltre alla rapida proliferazione di nuove valute digitali, hanno spinto i regolatori ad agire con più iniziativa. Angela Walch, Professore Associato della St. Mary’s University School of Law in Texas e Ricercatrice presso il Centro di tecnologie blockchain dell’University College di Londra, afferma:

“Per molti anni, per i regolatori è stato possibile osservare le criptovalute perlopiù dalle retrovie, dal momento che questi sistemi sono stati relativamente piccoli, isolati dal sistema finanziario di massa ed era difficile che influenzassero Main Street in modo significativo. I regolatori hanno perseguito gli evidenti truffatori ed imbroglioni, ma in genere hanno consentito all’ecosistema delle cripto di crescere, rispettando il più volte ribadito obiettivo di consentire all’innovazione di essere fiorente.

Allo stesso tempo, regolatori e legislatori hanno chiaramente cercato di dimostrare il proprio supporto alla “tecnologia blockchain”, creando gruppi di lavoro, accogliendo esperti del tech per imparare e scrivendo report circa il potenziale della tecnologia in infiniti campi”.

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Tuttavia, la crescita delle attività delle ICO, compreso un piccolo numero di ICO fraudolente, nonché la possibilità di truffe nel trading, insieme alla crescita del settore delle criptovalute in generale, che ha totalizzato 700 miliardi di dollari a gennaio, spinge Walch a ritenere che assisteremo ad una azione normativa significativa nel corso del prossimo anno. Il tempo di guardare fiorire l’innovazione delle cripto senza conseguenze potrebbe essere terminato. D’altra parte, il modello elvetico potrebbe dimostrarsi essere sia più resiliente che, almeno per i mercati sviluppati, più economicamente fattibile.

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Un ottimo riassunto come sempre, personalmente uno dei migliori autori di investing.com
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