Alleanza OPEC-Russia sotto pressione, il coronavirus pesa sul greggio
I ministri del greggio dell’OPEC e dell’OPEC+ si preparano ad incontrarsi il 5 e 6 marzo a Vienna, malgrado l’epidemia internazionale di coronavirus. Il vertice era stato inizialmente pensato per decidere se continuare o meno con i tagli alla produzione da 2,1 milioni di barili al giorno che scadranno alla fine di marzo.
Tuttavia, ora che la diffusione del coronavirus ha comportato un drastico calo della domanda di greggio e dei conseguenti prezzi, i riflettori si sono spostati sul considerare un’implementazione di ulteriori tagli alla produzione. In vista dell’evento, è sembrato esserci più disaccordo che cooperazione da parte dei vari membri.
Grafico mensile future WTI
I principali produttori non vogliono tagliare
Sul tavolo c’è la proposta di ulteriori tagli in un range compreso tra 600.000 e 1,5 milioni di barili al giorno. Tra i produttori petroliferi aumentano i timori per la domanda globale. Goldman Sachs di recente ha pubblicato una revisione delle previsioni sulla domanda di greggio globale da cui emerge che la domanda scenderà di 150.000 barili al giorno. Altre banche hanno inoltre ridotto le stime sul prezzo per il secondo trimestre del 2020.
Dopotutto, i report preliminari rivelano che la domanda petrolifera nella sola Cina potrebbe crollare di ben il 30%. Prima del coronavirus, i produttori petroliferi globali erano abituati a vedere importazioni cinesi pari a circa il 10% della produzione mondiale.
L’Arabia Saudita insiste per un taglio maggiore (tra 1 e 1,5 milioni di barili al giorno), ma la Russia afferma di non vederne il bisogno. Il Presidente russo Vladimir Putin ha preparato questa posizione difficile da trattare per il ministro del greggio del paese, Alexander Novak, la scorsa settimana, quando ha dichiarato che il loro bilancio potrebbe permettersi dei prezzi del greggio ai livelli attuali, con il Brent a poco più di 50 dollari al barile.
Mentre altri produttori, soprattutto l’Arabia Saudita, sembrano essere nel panico, Novak ha il coltello dalla parte del panico e probabilmente otterrà esattamente quello che lui e la Russia vogliono da questo vertice dell’OPEC+: maggiori tagli della produzione da parte dell’Arabia Saudita e da altri, nonostante il paese sia il principale produttore dell’OPEC+.
Russia: efficiente membro del team?
Forse è arrivato il momento che i paesi dell’OPEC riconsiderino l’incisività della partecipazione russa all’OPEC+. In circostanze normali, l’inclusione della Russia avrebbe potuto essere produttiva, fino a un certo punto, ma ora i produttori petroliferi si ritrovano davanti ad una vera emergenza con il coronavirus.
Devono affrontare prezzi più bassi (per via del calo della domanda) insieme ad una riduzione della produzione e delle esportazioni (a causa dei tagli alla produzione e della domanda minore).
La Russia ha preparato il terreno ad uno scenario in cui l’OPEC taglierà la produzione mentre il paese manterrà i suoi livelli di produzione alti, ed ha rivelato che non entrerà in campo quando la situazione si farà più complicata.
Potrebbe essere arrivato il momento per i paesi OPEC di capire che non possono fidarsi dei policymaker del greggio della Russia perché i loro obiettivi non sono in linea con quelli dell’organizzazione. L’OPEC si incontrerà per conto suo nel corso della giornata e probabilmente appoggerà i tagli proposti dai sauditi. Se, durante l’incontro OPEC+ di domani, non si riuscirà a convincere la Russia a prendere parte al patto, l’OPEC potrebbe dover rivalutare l’alleanza OPEC+ e mettere in salvo la sua credibilità agli occhi del mercato.
Sebbene l’organizzazione possa decidere di fare un passo indietro rispetto alla proposta di tagli più aggressivi per mantenere i rapporti con la Russia, questa decisione potrebbe essere dannosa per la sua posizione e potrebbe avere un impatto negativo sul mercato.
Morale della favola
L’OPEC non può continuare a consentire ad un paese non membro di avere potere di veto sulle sue politiche e di guidare, di fatto, la sua organizzazione. Non solo questa dinamica diminuisce la credibilità dell’OPEC all’interno del mercato, ma ne limita anche l’influenza. Ad un certo punto, questa alleanza finirà.
Tuttavia, se e quando l’OPEC e la Russia dovessero separarsi, questo sconvolgerebbe il mercato e farebbe scendere ancora di più i prezzi.