Ieri, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha annunicato l’emissione a giorni di 150 milioni di panda Bond. Ecco cosa sono.
Panda-bond
“Nei prossimi giorni lanceremo la prima emissione di Panda-bond”. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, lo ha annunciato ieri sera, in chiusura dell’Italy-China Finance Forum tenutosi a Palazzo Marino a Milano.
Ma cos’è un Panda-bond? Si tratta di titoli obbligazionari destinati ad investitori istituzionali operanti in Cina.
I proventi verranno utilizzati per finanziare, direttamente o indirettamente, succursali o controllate di aziende italiane con sede in Cina e supportarne quindi la crescita.
Ma nonostante siano destinati ad aziende italiane, i bond saranno denominati in valuta cinese.
150 milioni sperimentali
I Panda-bond “per ora sono sperimentali per 150 milioni di euro” ha specificato Tria, aggiungendo che “non si è fatto in tempo oggi. Manca solo una firma da parte della People's Bank of China per completare la procedura”.
A emettere le obbligazioni sarà con tutta probabilità Cassa Depositi e Prestiti, che lo scorso marzo ha siglato oggi un accordo di collaborazione strategico con Bank of China Limited.
In quell’occasione fu proprio Cdp a annunciare di poter emettere Panda-bond per 5 miliardi di Renminbi, circa 650 milioni di euro.
Con tale piano di emissioni, Cdp sarebbe il primo emittente italiano, nonché il primo Istituto nazionale di promozione europeo, ad esplorare questo tipo di mercato.
Nell'ambito degli accordi siglati ieri “i soggetti assicurativi, bancari e finanziari - ha spiegato ancora Tria - cercheranno delle soluzioni congiunte per fondi e per capitali privati, incoraggiando gli investitori dei rispettivi Paesi a sottoscrivere i bond” e “modalità di partecipazione ai rispettivi mercati”
Italia-Cina
Il ministro, nel suo intervento di ieri ha anche sottolineato come la collaborazione e i rapporti commerciali tra Italia e Cina si siano molto intensificati.
“Le nostre esportazioni -ha spiegato - sono passate da 9 miliardi nel 2010 a 13,2 nel 2018, a fronte di importazioni stabili a 30 miliardi. Tuttavia, esistono ampi margini di miglioramento che dovrebbero essere esplorati”