Bolla finanziaria o eccessivi timori sugli effetti della pandemia?
Antonio Cesarano strategist di Intermonte Sim e Matteo Battaglia, responsabile della divisione dedicata ai professionisti (T.I.E.), analizzeranno i mercati per provare a fornire delle risposte e indicare alcune soluzioni di investimento nel webinar gratuito di domani, 17 giugno alle ore 17.
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Il boom dei mercati da fine marzo con il Nasdaq ai massimi di sempre da un lato e le parole sul difficile stato dell’economia da parte del numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, sembrano fare a pugni.
Le piazze finanziarie, più che seguire una direzione ancorata all’andamento dell’economia, appaiono in preda a isterismi. Prima un crollo vertiginoso e ora, come se nulla fosse accaduto, un forte rialzo seguito da una lieve correzione.
A differenza del passato questa crisi appare monca di quella quinta ombra, una forte fase di ribasso dei mercati, che dal 1929 ha sempre caratterizzato i principali shock finanziari mondiali.
Lo stesso movimento, non completo, si registra per l’indice Vix, ribattezzato l’indice della paura, e utilizzato per monitorare la volatilità dei mercati. Finora il Vix si sta muovendo in maniera asimmetrica rispetto al passato quando, dopo periodi di fortissimi rialzi, ha sempre impiegato diversi mesi per ritornare sui livelli di normalità. Il grafico sotto mostra il rapido calo del Vix in questa crisi mentre nel passato la sua discesa è sempre stata più dolce.
Don’t fight central bank
I colpi di bazooka delle banche centrali, in primis quelli della Banca del Popolo cinese, poi a seguire, Federal Reserve e Bce, unito agli interventi massicci dei singoli governi, hanno immesso una montagna di liquidità che si è riversata sui mercati, drogando il loro andamento. Il grafico mostra la forte correlazione tra l’aggregato M2, quasi moneta, a livello mondiale (linea bianca) e i principali indici di Borsa (Msci World in verde , S&P500 in giallo, Eurostoxx 600 in blu).
Le banche centrali hanno visto i propri bilanci passare dai 4 mila miliardi della Federal Reserve a inizio gennaio ai 7.169 miliardi di oggi, a cui si aggiungono altre munizioni da sparare per circa 2mila miliardi. Anche il bilancio della Bce è passato dai 4.700 miliardi di fine marzo ai 5.665 mila miliardi attuali. A questa liquidità si aggiungono i programmi fiscali varati dai governi di molti Paesi. Oltre alla rapidità e dimensione dell’intervento delle banche centrali, la grande differenza di questa crisi rispetto a quelle del passato, è la sua genesi, ovvero la natura sanitaria e non finanziaria che l’ha creata. Ogni notizia su un nuovo vaccino o il calo dei contagi si traduce inevitabilmente in un recupero dei mercati.
Come approfittare di questi movimenti
Dopo il forte rialzo a cui abbiamo assistito, da fine a marzo a oggi (più spinto sul settore tech che ha beneficiato dei lockdown) una soluzione interessante può essere quella di utilizzare dei certificate che promettono all’investitore un rendimento anche in fase di correzione dei mercati e che sono in grado di generare un flusso cedolare interessante anche su titoli che hanno azzerato i dividendi. Per selezionarli con cura, oltre a scegliere i sottostanti più resilienti alla crisi, si possono filtrare quelli con barriere poste sui livelli minimi segnati nei mesi scorsi.
Nel webinar di domani si cercherà di fornire dei parametri di selezione che meglio si adattano agli andamenti attuali del mercato.