Un'altra settimana di limitate variazioni per i principali indici, che continuano a stabilizzare in prossimità dei massimi delle ultime settimane.
Da rilevare che nelle ultime sessioni abbiamo visto un accenno di forza relativa per Europa e Giappone, rispetto ad Usa ed Emergenti, facilitato dall’indebolimento dell’euro e dello yen, verso dollaro.
Sui grafici non vi sono grandi variazioni.
Il quadro rimane sostanzialmente rialzista per l’azionario ma con alcuni segnali di iper comprato anche sul settimanale, soprattutto guardando ad alcuni emergenti. Indici europei sempre alle prese con le prime importanti resistenze di medio periodo.
Spazio al rialzo c’è ancora, ma è possibile che a settembre vi possa essere un aumento della volatilità (con qualche possibile veloce fase di correzione), che può essere utilizzata per acquisti nel breve.
USA: poco da segnalare sul fronte prezzi, che rimangono vicinissimi ai recenti massimi storici. In caso di ritracciamenti, primo livello interessante area 2110, un classico pull back sui precedenti livelli di resistenza.Vedi qui l’analisi sui grafici mensili dopo la chiusura di agosto
Usciti in settimana due dati importanti per la decisione della FED sui tassi di interesse (decisione 21 settembre). Non lontano dal target il dato sull’inflazione, misurato a 1,6% (sopra le attese)
Ancora positivi i dati dal mercato del lavoro, con ulteriori 151k nuovi posti creati, sebbene sotto le attese (180k). Considerando che le ultime stime per il PIL USA 3° trimestre sono tra il 2,5% ed il 3%, probabilmente un’ottima occasione per la FED per cominciare a “normalizzare” la situazione tassi fin da settembre. Ma gran parte degli analisti rimangono scettici (probabilità<40%)
Europa: piuttosto tonici gli indici europei, che tornano sui massimi di periodo. Per il Dax terza settimana di stabilizzazione nello stretto range 10.500-10.800, livelli che che configurano i supporti-resistenze di breve. Ma situazione grafica generale in deciso miglioramento, con medie mobili che tentano l’inversione rialzista. Ora supporti di medio periodo a 10.000-10100 punti per un indice che sembra aver ritrovato la sua robustezza.
Italia: grazie soprattutto al contributo delle banche, indici in tentativo di estensione del rimbalzo. Prezzi che chiudono sulle note resistenze di area 17.200, a contatto con la media mobile veloce che finora ha sempre arginato i prezzi. Ma forse stavolta potrebbe trovare la forza per per andare a recuperare la brutta candela post Brexit (area 18.000), come hanno già fatto altri indici europei. Ora 16.000 il supporto fondamentale di breve.
Intanto disoccupazione all’11,4%. Il dato è migliore delle attese, ma certo è ormai un anno che siamo sugli stessi livelli. Un dato che contribuisce anche a spiegare la lenta erosione degli indici di fiducia dei consumatori italiani (109,2 ad agosto, precedente 111,2)
Asia: indice giapponese ormai costantemente in simbiosi con l’andamento dell’Europa. Anche in questo caso prezzi di nuovo in prossimità delle resistenze di periodo
Primi segnali di possibile ritracciamento per alcuni emergenti, che devono probabilmente scaricare qualche eccesso nel breve. Sotto il grafico dell’indice indonesiano
Latin america: anche il Bovespa rimane vicino ai massimi di periodo dopo l’ufficializzazione dell’impeachment della Rousseff. I prezzi rimangono tirati (forte l’ipercomprato), il che invita all’attesa di un qualche ritracciamento da questi livelli o poco sopra per valutare una entrata.
La situazione economica del paese rimane debolissima, con disoccupazione a nuovi picchi (11,5%) e PIL trimestrale in contrazione per il 6° periodo consecutivo. Vedremo con la prossima tornata di dati se l’evento olimpico avrà portato qualche beneficio.
Materie prime: buono lo spunto del caffè, che ha una situazione grafica piuttosto interessante. L’eventuale superamento del precedente picco dovrebbe calamitare nuovi acquisti anche fino a 170, possibile target della figura di testa e spalle rialzista (ancora formalmente in formazione)
Affondato invece il comparto dei grains, con stime di raccolto ai massimi storici. Crescono anche i consumi, ma non ancora abbastanza. Nuovi minimi pluriennali per il Corn e per il Frumento. Certo ora l’ipervenduto si è fatto decisamente pesante guardando alla serie storica, non mi sorprenderebbe un qualche repentino rimbalzo nelle prossime settimane. Ma al momento nessun indizio in tal senso.
Petrolio Greggio: deciso ritracciamento con chiusura a 44,44 usd. Prezzi che indietreggiano in settimana del 6,7%, anche a causa di un aumento delle scorte. Non c’è più un chiaro trend rialzista, sembra si stia formando un trading range tra 40-42 (area di acquisto) e 48-50 (area di vendita) da sfruttare per operazioni di trading veloce
Eur-Usd: un brusco ripiegamento della coppia sul dato dell’occupazione, come visto positivo ma sotto le attese. Un dato che in realtà avrebbe dovuto indebolire il dollaro. Così in effetti è avvenuto, ma solo contro le valute emergenti. Non contro Euro e Yen, nei confronti dei quali si è moderatamente rafforzato. Quindi un dato non esaltante, ma percepito come non sufficiente per cambiare i rapporti di forza tra le economie, ancora in favore di quella americana. Prezzi che rimangono alla fine in sostanziale equilibrio, con i soliti primi supporti a 1,10 e prime resistenze a 1.15/1.16
Riccardo Zarfati
onehourtrading.it