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Petrolio: cosa aspettarsi dal paladino dell’OPEC?

Pubblicato 20.07.2021, 16:46
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

“Farò in modo che chiunque speculi su questo mercato si faccia davvero molto male”, diceva il ministro saudita Abdulaziz bin Salman a settembre, riferendosi gli orsi del petrolio

Grafico giornaliero petrolio

Ci è voluto un po’ prima che il ministro saudita, alcune volte chiamato solo con le sue iniziali (AbS) riuscisse a mantenere la promessa. Ma quando lo ha fatto, qualche orso si è “fatto male”. I prezzi del greggio sono saliti del 25% nel trimestre terminato a giugno, salendo quasi senza sosta fino al 5% alcuni giorni.

Ora, il mercato del petrolio è in una situazione in cui AbS dovrebbe avvisare nuovamente gli short-seller. La domanda è quanto sarà efficace questa volta.

I prezzi del petrolio hanno visto il peggiore calo degli ultimi 16 mesi lunedì, dopo che l’alleanza tra i produttori capitanati da AbS ha annunciato un aumento della produzione da agosto in poi.

Sebbene la revisione della produzione ed il crollo dei prezzi c’entrino, l’azione stessa dell’OPEC+ non è stato il vero catalizzatore.

Ciò che ha schiacciato il mercato è la paura per la risalita dei contagi per la variante Delta e per l’impatto che potrebbe avere sulla crescita globale.

Il crollo del petrolio ha fatto seguito al crollo delle equity; l’analista Ed Moya ha indicato che le azioni del settore viaggi e hotel sono state schiacciate dalle scommesse sulla ripresa della pandemia.

Ha aggiunto Moya:

“La domanda di jet fuel ne soffrirà in quanto i viaggi internazionali non riprenderanno così velocemente, soprattutto viste le difficoltà ad ottenere il rinnovo dei passaporti che stanno incontrando moltissimi cittadini americani”.

Considerando che l’ottimismo a breve termine per la domanda di greggio, particolarmente per il jet fuel, è praticamente sparito, ora ci si chiede cosa potrebbe trattenere gli short-seller dal cercare di far scendere ulteriormente il mercato.

Per quanto possa valere, la caduta libera dei prezzi del petrolio è stata frenata nella notte di lunedì e nella mattinata asiatica di martedì.

Ma, vista l’intensità del crollo del giorno precedente – il WTI ha perso il 7% mentre il Brent è crollato del 6% segnando il maggior calo giornaliero da aprile 2020 – la ripresa di martedì, con un rialzo inferiore allo 0,5%, appare piuttosto anemica.

Questo ci fa chiedere se il selloff sia in pausa e se continuerà. Non lo sa nessuno per certo, in quanto il mercato del petrolio è ancora ben bilanciato per il momento.

Prezzi del petrolio ad un bivio

Anche secondo Moya il rally “non è ancora finito”, ma a suo avviso “probabilmente prenderà una pausa”. La domanda ora è quanto durerà.

Negli scambi di martedì, il greggio WTI si è attestato intorno a 67 dollari al barile, contro il massimo di quattro anni di 76,98 dollari toccato il 6 luglio. Il Brent si è attestato intorno a 69 dollari al barile, contro il massimo dal 2017 di 77,84 registrato due settimane fa.

Nonostante il selloff di lunedì di titoli, criptovalue e anche titoli del tesoro, il crollo del petrolio ha sorpreso qualcuno. Questo perché l’OPEC+ ha cercato di fare ciò che serviva per avere un accordo sulla produzione ad agosto, tenendo la produzione sotto i livelli della domanda.

L’OPEC+, che raggruppa il 13 membri dell’OPEC e altri dieci produttori di petrolio – ha deciso che aumenterà la produzione di 2 milioni di barili da agosto a dicembre.

Con l’accordo, ogni mese per i prossimi cinque mesi verranno aggiunti 400.000 barili al giorno, come era stato proposto due settimane fa prima dell’obiezione degli Emirati Arabi Uniti.

L’OPEC+ ha trovato l’accordo anche sulle nuove quote di produzione per diversi membri a partire da maggio 2022, tra cui EAU, Arabia Saudita, Russia, Kuwait e Iraq.

Tuttavia, l’aumento di 2 milioni di barili nei prossimi cinque mesi è ancora al di sotto della stima di 3,5 milioni di barili prevista per il periodo. 

Ma la stima sulla domanda era stata fatta prima dell’aumento dei nuovi casi di variante Delta di COVID registrato nelle ultime settimane.

Variante Delta contro domanda di petrolio

I casi di variante Delta di COVID sono aumentati da metà giugno, spingendo alcuni paesi tra cui Australia e Corea del Sud, a reintrodurre misure restrittive di lockdown. Il Regno Unito sabato ha riportato il numero maggiore di casi di COVID-19 da gennaio 2021, poco prima della riapertura totale dell’economia di Inghilterra.

Non si sa come andrà la domanda di petrolio nei prossimi mesi, ma ci si aspetta che sia forte. Allo stesso modo, non si sa come sarà l’ondata tra autunno e inverno, e anche questa potrebbe essere forte.

Quindi ci rifacciamo la domanda iniziale: AbS e l’OPEC+ riusciranno ad evitare ulteriori danni agli orsi del petrolio?

La risposta probabilmente è sì, ma si crede che i prezzi del petrolio potrebbero scendere ulteriormente in quanto l’OPEC non può tagliare immediatamente la produzione (l’arma maggiore contro gli short seller).

Sebbene il cartello del petrolio stia togliendo dal mercato circa 5,8 milioni di barili, ci vorrà un po’ prima che la domanda sia veramente così forte da dare un’altra grande spinta.

 

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

 

Ultimi commenti

Sembra si contraddica un po ‘
..e quindi..?....
maoooooo
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