Il dollaro ha recuperato alcune delle considerevoli perdite di mercoledì (post FED), ma non si può certo parlare di inversione di trend. I principali differenziali di rendimento sembrano fondamentali per le mosse del biglietto verde, difatti il brusco calo sui rendimenti dei treasury è la responsabile numero uno del deprezzamento. rendimenti obbligazionari USA che hanno arrestato la corsa al ribasso nella giornata di ieri, mentre i rendimenti dei Bunds, Gilts e JGBs hanno proseguito la discesa consentendo al dollaro di rifiatare un po’.
I flash PMI di questa mattina non hanno certo aiutato l’azionario europeo e neppure l’euro: il manifatturiero tedesco è sceso sotto 45, mentre ci si attendeva un 48 circa. Una contrazione a dir poco brusca e preoccupante, che ha implementato vendite important negli asset suddetti. Portandoci sul Regno Unito, per ora sembra sia stato evitato il panico di una Brexit disordinata, ma tutto è rimandato – come sempre – alla prossima settimana. Se verrà concessa l'estensione della scadenza dell'articolo 50 dovremmo osservare i Gilts riprendersi.
Nel corso della notte abbiamo avuto una sorpresa negativa dall'inflazione giapponese ed anche in questo caso non ha aiutato i rendimenti del JGB ed è per questo che il cambio USD/JPY sta reggendo. Ma se guardiamo l’oro la mossa correttiva è stata finora considerata un'opportunità di acquisto, nonostante l’azionario si sia portato decisamente più in alto.
Wall Street difatti ha chiuso la sessione di ieri con forti guadagni, l'S&P 500 è balzato dell'1,1% a 2855 punti, anche se i futures statunitensi hanno perso terreno anche trascinati dall’azionario europeo. I mercati asiatici sono stati altalenanti, il Nikkei appena + 0,1% e lo Shanghai Composite è stato quasi piatto. Nel forex dobbiamo segnalare la sterlina, apprezzatasi dopo che l’Europa ha dichiarato di voler accettare di estendere ulteriormente la scadenza dell'articolo 50, ma la valuta più forte di oggi è il Kiwi.
I dati PMI Flash sono al centro dell'attenzione, abbiamo detto del crollo del manifatturiero tedesco seguito a ruota dal manifatturiero dell’Eurozona. Dagli USA arriveranno alle 14:45 e si prevede un PMI manifatturiero in rialzo a 53,6 (rispetto a 53,0 a febbraio), ma il PMI dei servizi dovrebbe restare invariato a 56,0 (56,0 a febbraio). Poi attenzione alle vendite di abitazioni esistenti, che potrebbero dirci come sta il settore immobiliare a stelle e strisce.